Persone sorde, social e luoghi comuni

Immagine di un impianto acustico per persone sorde

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Persone sorde: vivere sul web e nel mondo reale in quanto persone sorde. Cosa comporta?

In un’epoca in cui si cerca di creare spazi (fisici e virtuali) più inclusivi ed intersezionali possibile, ci sono spesso categorie che vengono dimenticate con troppa frequenza, o sulle quali esistono ancora molta ignoranza o pregiudizi.
Una di queste categorie è quella delle persone sorde. Per quanto a livello generale si stiano facendo progressi sul fronte sensibilizzazione, mezzi ed informazione, i social ancora non si sono adeguati in maniera omogenea.

Innanzitutto va chiarito chi siano le persone sorde e quali miti siano da sfatare.

Partendo dal linguaggio, il termine ancora diffuso “sordomuto” non è corretto. Le persone sorde non sono necessariamente mute, senza contare che si tratta di una parola dal forte carico offensivo. Il linguaggio, con il suo sviluppo, non sono alterati dalla mancanza o dai problemi di udito. Le espressioni più corrette, a seconda del caso, sono: persone sorde, persone con problemi di udito o persone con ipoacusia. Comunque chiedere chiarimenti, se necessario, alla persona direttamente interessata non fa mai male.
Alcuni miti o associazioni mentali da sfatare, o precisare, sono: la lingua dei segni. Innanzitutto si parla di lingua dei segni e non di linguaggio. Inoltre è un sistema complesso e di tutto rispetto, non un insieme di gesti (correttamente segni) indistinto. Nelle lingue dei segni è possibile individuare anche gerghi giovanili, forme regionali ed altre varietà.
Quando si parla con persone sorde non bisogna urlare. Non necessariamente devono basarsi sul labiale per comprendere cosa venga loro detto.
Esistono infatti gli impianti cocleari, che permettono alle persone sorde di sentire suoni e rumori.

Altri luoghi comuni sulla tematica

I seguenti sono solo alcuni dei luoghi comuni più diffusi riguardo la questione: si pensa che le persone sorde non possano guidare, sentire musica,parlare correttamente o vivere nel silenzio più totale. Possono esserci moltissime ragioni dietro la sordità di una persona, non tutte le situazioni sono identiche e non tutte le persone la vivono alla stessa maniera.

Quali sono le principali difficoltà sui social per delle persone sorde?

Innanzitutto l’audio. Sta prendendo sempre più piede, fortunatamente, l’abitudine di sottotitolare video e storie Instagram. Non solo torna utile a chiunque abbia problemi di udito, ma anche a chi non può in quel momento attivare il volume. Ci sono svariati di modi per attivare i sottotitoli: si possono scrivere a mano, fare dei riassunti, o attivare la nuova funzione automatica di Instagram e Tik Tok. Inoltre, se a voce non si riesce (o non si può) modificare qualcosa (ad esempio linguaggio troppo binario, sviste nella pronuncia di qualcosa), nel sottotitolo si può correggere. Alcune applicazioni utili sono: CLIPS per dispositivi iOS, AUTOCAP per Androi e MIX CAPTIONS per iOS e Android.
Netflix, infatti, sembra essere una piattaforma molto apprezzata dalle persone sorde per la grande intuitività e fruibilità dei sottotitoli.
Si sta inoltre lavorando per creare una funzione che permetta di trasformare in testo scritto gli audio inviati su WhatsApp.
Stanno inoltre nascendo molte applicazioni, con scopi diversi, sempre più fruibili a chiunque. Un esempio è l’applicazione 112 Where ARE U, numero unico per le emergenze.
In tempo di Covid, inoltre, moltissime persone hanno riscontrato non poche difficoltà per via delle mascherine.
Tra coloro che facevano storie con le mascherine e coloro che si scontravano nella vita reale con persone con mascherina, fare il labiale diventava impossibile o più difficile.

Come ci si può informare?

Oltre alle care vecchie ricerche, cartacee e non, ascoltare le persone direttamente interessate è l’opzione migliore. Chi meglio di loro può spiegare quali siano le principali sfide, o vittorie, in un mondo pensato solamente per persone udenti?
Esistono alcuni profili Instagram utilissimi e chiarissimi, che fanno informazione in maniera diretta e accessibile, e sono the.undeaf e thedeaf.soul, solo per fare alcuni esempi.
Se ogni persona, nel proprio piccolo, si premurasse di sottotitolare, informarsi, utilizzare un linguaggio corretto ed ascoltare, la strada verso un mondo con meno discriminazioni sarebbe leggermente più spianata.

 

Flavia Mancini

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