Personaggi del presepe tradizionale: la simbologia nascosta delle statuine

I personaggi del presepe tradizionale

Presepe tradizionale in mostra presso "I presepi al Castello di Vigevano, 2023"

Nelle famiglie italiane più ligie alla tradizione, in questi giorni ci si dedica agli addobbi natalizi: albero e presepe sono di rito. Forse, però, non tutti sanno che esiste una densa simbologia legata ai personaggi del presepe tradizionale.

 

Il bambinello, Maria, Giuseppe, gli angeli, l’asino e il bue, i Magi… Se pensiamo ai personaggi del presepe tradizionale, sono queste le figure che ci vengono in mente subito. Guardando attentamente un presepe storico (o anche quello che troneggia in salotto, già fatto o in corso d’opera), però, ci accorgiamo subito di una cosa. Il panorama umano che vi compare, cioè, è molto più vasto. Per esempio, spesso c’è un ragazzo che dorme. Quasi sempre ci sono dei portatori di frutta e altre merci. Gente comune che vive la propria vita mentre le accade davanti il miracolo? Sì… e no. Non tutti lo sanno, ma esiste una ben precisa simbologia del presepe. Andiamo a scoprirla.




Il presepe: tutto il sogno di un ragazzo?

I presepi in gran parte d’Italia oggi sono ibridi. Devono le proprie origini a quello di San Francesco del 1223, sì, ma sono l’esito di una lunga storia di contaminazione artistica. L’influenza più importante è quella del presepe napoletano di fine ‘600, che è quello più ricco e sbalorditivo in personaggi e ambientazioni. Proprio da questo filone viene la ricchezza dei personaggi del presepe della tradizione, nonché della loro simbologia.

Per esempio: vi è mai capitato di vedere un pastorello addormentato in un punto strategico del presepe? Di solito sta sotto la capanna o il riparo trovato dalla Sacra Famiglia. Ecco, quello per certi versi è il centro nevralgico della composizione. Si tratta di Benino, il sognatore: secondo alcune versioni del folklore, è colui che sogna la sacra rappresentazione. E sognandola la rende possibile, calandola non a Betlemme ma nel contesto che più gli è familiare, facendo mescolare ai personaggi sacri le figure che incontra nella sua quotidianità. Guai a svegliarlo: il presepe intero potrebbe scomparire!

Gli altri personaggi del presepe tradizionale e il loro significato

Oltre a Benino, tra i personaggi del presepe tradizionale si annoverano senz’altro molti venditori. Nei presepi più antichi sono dodici, come i mesi dell’anno che rappresentano. Così, il macellaio/salumiere è gennaio, febbraio vende formaggi, marzo pollame. Poi ci sono aprile, che vende le uova, maggio, una coppia di sposi con sotto braccio un cesto di ciliegie, e giugno il fornaio. Luglio è il venditore di pomodori, agosto di angurie; settembre, quando non semina, vende fichi dolci e succosi. Ottobre è un vinaio o un cacciatore, novembre vende castagne e dicembre, infine, è il pescivendolo o il pescatore. Tutti insieme, questi personaggi del presepe tradizionale raccolgono e dipanano i doni dell’anno che volge.

E non è finita. Eh sì, perché queste figure racchiudono in sé anche altri significati, che rimandano ai sincretismi religiosi di un’Italia che è stata pagana prima che cristiana. Così, se chiaramente il pescatore rimanda a San Pietro, il vinaio, chiamato significativamente “Cicci Bacco”, strizza l’occhio a Dioniso, dio greco del vino. Pescatore e cacciatore insieme, del resto, rappresentano le coppie di opposti notte-giorno e vita-morte. Spesso, infine, non mancano il monaco, rappresentante l’unione tra sacro e profano, e una zingara vestita di rosso, simbolo della futura passione di Cristo.

Un’ultima figura molto interessante è quella di Stefania, una giovane donna che regge in braccio un involto di cenci. Leggenda vuole che fosse una popolana messasi in cammino per far visita a Gesù bambino, ma bloccata dagli angeli sulla via perché nubile. Senza perdersi d’animo, Stefania avrebbe raccolto una pietra e, dopo essersi velata, l’avrebbe avvolta in fasce come un neonato. A quel punto, avendoli ingannati, sarebbe poi passata sotto il naso degli angeli senza problemi. Ma una volta di fronte a Maria e al Salvatore, ecco il miracolo: la pietra sarebbe divenuta un bambino, che avrebbe preso il nome di Stefano. Sì, proprio il santo festeggiato il giorno dopo Natale.

Gli elementi naturali e architettonici

Va notato, d’altra parte, che tra i personaggi del presepe tradizionale rientrano a pieno titolo anche elementi naturali e architettonici, per così dire.

Pensiamo, per esempio, al fiume: l’acqua che scorre è simbolo della sacralità e del fluire della vita. L’osteria, invece, è simbolo dei pericoli e delle fatiche del viaggio, ma anche del rischio di chiusura nel peccato, avendo negato ospitalità alla Sacra Famiglia. Il pozzo, d’altro canto, rappresenta il punto di tangenza tra superficie e profondità, tra luce e oscurità. La fontana rimanda allo sgorgare della vita e, in molte tradizioni, alla stessa Annunciazione. Il ponte, dal canto suo, è simbolo di passaggio, anche tra vita mortale e vita ultraterrena. Il mulino, infine, veicola numerosi significati: in particolare, le pale rimandano allo scorrere del tempo, mentre la farina richiama il pane e, per traslato, il nutrimento spirituale portato da Cristo.

Ammettilo: se queste simbologie dei personaggi del presepe tradizionale non ti erano note dalle storie di famiglia, ora anche tu lo guarderai in modo diverso. Vero?

Valeria Meazza

 

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