Si parla spesso di errori giudiziari ed alcuni di questi sono talmente atroci che si finisce per mettere in dubbio la figura dei giudici e dei magistrati. Di questo argomento si parla molto e si cerca instancabilmente una soluzione che tuteli l’equità dei giudizi e delle pene inferte. Ma sta diventando sempre più importante, all’interno di un processo, il ruolo dei consulenti e dei periti. La questione, come ottimamente spiegata nell’inchiesta di Paolo Biondani dell’ Espresso, è molto semplice. I giudici sono esperti di legge ma non sono tenuti ad essere, per fare un esempio, tecnici da laboratorio o scienziati. Per questo ci si affida a periti, ovvero liberi professionisti che non sono per l’appunto magistrati ma tecnici privati, esperti in materia e professori.
Se sugli errori dei giudici lo sdegno popolare è sempre insorto più o meno intensamente, quasi mai ci si interroga su quanto una perizia sbagliata possa ‘decidere’ o quanto meno pilotare una sentenza ancora prima che venga emessa quella dei giudici.
Le perizie Italiane che hanno lasciato dubbi
Una delle perizie più discusse, come ricorda lo stesso Biondani, è quella inerente il caso Cucchi. Di cosa è morto il ragazzo? Di botte o perché non si è sentito bene in ospedale? Quanto la perizia del medico legale può aver influenzato, almeno all’inizio, l’esito dei processi? Com’è crollato e perché è crollato il ponte di Genova?
I consulenti ed i periti anche se non sono infallibili e spesso fanno degli errori anche piuttosto grossolani, difficilmente entrano nel mirino e nella tempesta di critica sociale. Essendo liberi professionisti possono lavorare per una delle due parti in causa e in un altro processo per la legge. Ma se l’errore umano è senz’altro ammissibile, come in tutte le professioni, vi sono purtroppo anche casi che vedono la volontà, da parte dei periti e dei consulenti stessi, di favorire una parte invece dell’altra, anche quando dovrebbero essere super partes.
Nell’inchiesta dell’Espresso si nomina, per esempio, il caso del 2018 del Pubblico Ministero Giancarlo Longo, arrestato per tangenti a Siracusa. In pratica Longo aveva escogitato una sorta di sistema dove per ‘vendere’ ed influenzare i suoi processi utilizzava solo determinati consulenti, pronti anche a fornire false perizie.
Anche nella sanità, in casi di omicidio e in ambito mafioso alcune perizie sono state falsificate da luminari o presunti tali. Incredibile la vicenda che ha visto protagonista l’oculista Aldo Fronterrè che diagnosticò ad un boss del clan dei casalesi una patologia ad un occhio. Grazie a questa perizia e consulenza il boss, Setola, ebbe la possibilità di usufruire dei domiciliari. Scappò poco dopo e a causa di questo persero la vita almeno altre 18 persone.
Perizie ed errori giudiziari
Ecco che, alla basa di questa interessante inchiesta, si evince come un processo alla fine sia l’insieme di molti fattori e di molte persone. L’errore (in buona o cattiva fede) può giungere in qualsiasi fase e può essere anche alla base della piramide che dovrebbe garantire Giustizia al Popolo italiano. Grazie al cielo vi sono ancora magistrati coraggiosi, che combatto la mafia, periti inflessibili ed incorruttibili che lottano per garantirci equità e giustizia, e di cui spesso non sappiamo neanche i nomi. L’onestà e il coraggio di questi ultimi, per fare un nome per tutti la pm Alessandra Cerretti, impegnata da sempre contro le mafie, deve darci la forza di credere e sperare che le ferite di questo sistema giudiziario possano, un giorno, guarire. A loro e agli onesti, Grazie.
Marta Migliardi