Ci sono vari episodi nel corso della vita che possono portare a un aumento di stress, come ad esempio, un incidente stradale o una rottura sentimentale. Tuttavia una ricerca condotta su un campione di oltre sedicimila utenti rivela che nulla, esclusa la malattia di un familiare, è peggio che perdere foto o video su smartphone.
Kaspersky Lab, un’azienda russa specializzata in cybersecurity ed anti-virus, ha intervistato un campione di 16.000 utenti di Internet dai 16 anni in su di 17 paesi nel mondo. Obiettivo della ricerca capire il livello di dipendenza dai propri ricordi salvati sotto forma di foto e video digitali.
Alcuni dati interessanti, partendo dalla tecnologia quale mezzo di archiviazione dati, affermano che il 52% della popolazione salva foto e video su smartphone, una maggioranza composta dal 59% inoltre li scarica su PC, all’interno del quale memorizza anche un enorme mole di documenti archiviabili e scannerizzabili, di cui passaporti, patenti ed assicurazioni sanitarie. L’idea di perderli è fonte di stress.
Scendendo sempre più nello specifico non potevano mancare i contenuti intimi, che ormai più della metà della popolazione sceglie di archiviare su mezzi digitali. Il punto dell’indagine è questo. Nonostante un enorme fetta di intervistati mette a rischio la propria privacy, sembra non essere interessata ad investire in sicurezza. La ricerca rivela che quasi la metà degli utenti non utilizza nemmeno una password o un codice “pin” per proteggere smarthphone, tablet e PC. La spesa per anti-virus infine è ridotta all’osso, nonostante la maggioranza del “campione” è perfettamente consapevole dell’esistenza di cyber-criminali.
Dati curiosi e particolari. La gente conosce i rischi connessi al salvataggio di alcuni tipi di informazioni, eppure ne favorisce l’estrazione. Lasciando prive di protezione foto intime di sé gli individui sembrano essersi arresi al passaggio dall’era del pudore a quella della spudoratezza. C’è anche da considerare che il tempo a disposizione è così poco che la memoria digitale nel frattempo si accumula all’interno dei nostri dispositivi senza mai riuscire ad essere gestita o controllata.
Tutto questo aumenta un tipo di livello stress che naturalmente anni fa non esisteva. Circa il 40% della popolazione ha finito per cancellare dati dal proprio telefono accidentalmente e quasi la metà degli intervistati li ha persi danneggiando lo smartphone.
Secondo i dati solo la malattia di un familiare peserebbe di più della perdita di foto da smartphone. Una ricerca figlia dei nostri tempi.
Salvatore Rizzo