Perché affidarsi a un consulente del lavoro? Mansioni e vantaggi

consulente del lavoro

La gestione di un’azienda richiede attenzione a numerosi aspetti legati al rispetto delle normative in materia di lavoro e gestione del personale. Un consulente del lavoro può rappresentare un supporto strategico per l’impresa, svolgendo una serie di attività determinanti. Vediamo chi è e perché affidarsi a questa figura professionale.

Mansioni del consulente del lavoro

Un consulente del lavoro svolge mansioni differenti, adattandosi alle varie esigenze specifiche dell’azienda. Scopriamo insieme le più importanti.

Elaborazione delle buste paga

Tra le prime attività richieste da svolgere, il consulente del lavoro è chiamato all’elaborazione delle paghe e contributi. Per farlo, si dovrebbe avvalere di un software gestionale all’avanguardia come quello, per esempio, offerto dall’azienda Ranocchi Fabriano che ha l’obiettivo di garantire soluzioni intuitive e affidabili.

Gestione dei contratti di lavoro

Questa figura professionale supporta l’azienda nella redazione, modifica e risoluzione dei vari contratti. La sua esperienza aiuta a trovare la tipologia contrattuale più adatta alle esigenze aziendali.

Consulenza normativa

Il datore di lavoro viene costantemente informato e aggiornato sulle nuove leggi in vigore, oltre che sui regolamenti in materia di lavoro. Il consulente del lavoro rappresenta perciò “un aiuto” aggiuntivo affinché l’azienda operi in modo regolare.

Rapporti con enti previdenziali e assicurativi

Un consulente del lavoro gestisce altresì le comunicazioni con gli enti, come INPS e INAIL, occupandosi degli adempimenti burocratici e amministrativi. Inoltre, offre supporto in eventuali trattative con i sindacati garantendo gli interessi aziendali e dei collaboratori.

Chi è il consulente del lavoro?

Come argomentato, le mansioni di questa figura possono essere differenti e molteplici: ma chi è questo professionista qualificato? Il suo ruolo offre consulenza e supporto alle aziende, privati ed enti, in materia dell’amministrazione del personale, di diritto del lavoro e relazione con i sindacati. È richiesta l’iscrizione all’albo professionale, regolamentata dalla Legge n. 12 dell’11 gennaio 1979, per la garanzia di competenza e affidabilità nell’esercizio della professione.

Il consulente agisce come punto di riferimento per il datore di lavoro, aiutandolo a orientarsi tra le normative complesse e per gestire efficacemente il personale, prevenendo eventuali controversie e rischi legali.

Differenza tra consulente interno e consulente esterno

Si parla spesso di consulente esterno ed interno e, molti imprenditori, vorrebbero comprendere le differenze. Se interno diventa un dipendente dell’azienda, integrato nel team e dedicato esclusivamente alla gestione delle risorse umane di una determinata impresa. Una figura comune nelle grandi realtà, dove il volume delle attività giustifica la presenza di un collaboratore a tempo pieno.

Si intende esterno nel momento in cui il professionista fa parte di uno studio di consulenza o è indipendente. È un’opzione preferita dalle piccole e medie imprese, che desiderano accedere alle competenze specializzate senza sostenere i costi di un dipendente fisso.

Vantaggi di affidarsi a un consulente del lavoro

Affidarsi ad un consulente del lavoro offre una serie di vantaggi da considerare, sia per i dipendenti e sia per il datore di lavoro. Tra i più importanti:

Regolamentazione della professione

La professione di consulente del lavoro è regolata da norme precise, che garantiscono la qualità e la professionalità del servizio. Oltre alla già citata legge n. 12 del 1979, che definisce i requisiti per l’iscrizione all’albo professionale, il Decreto del Presidente della Repubblica n. 148 del 14 settembre 2011 stabilisce ulteriori disposizioni in materia.

Questo professionista opera sotto la supervisione del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, un organismo pubblico che promuove la trasparenza e lo sviluppo del mercato del lavoro. Inoltre, è affiliato all’ENPACL (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Consulenti del Lavoro), che garantisce tutela previdenziale e assistenziale per i professionisti del settore.

Competenze del consulente del lavoro

Una figura di questo tipo dovrebbe possedere delle competenze trasversali, che spaziano dal diritto del lavoro e arrivano fino all’amministrazione aziendale. Tra le principali abilità, si richiede una forte conoscenza giuridica, indispensabile per interpretare e applicare correttamente le leggi sul lavoro.

Non solo, è opportuno che possieda delle capacità analitiche e relazionali, oltre che tecnologiche mirate all’uso dei software specifici in maniera corretta.

Differenza tra consulente del lavoro e commercialista

Queste due figure professionali operano, entrambe, nel campo della consulenza per le aziende, seppur le loro responsabilità siano differenti. Un commercialista, in generale, si occupa della gestione fiscale, contabile e tributaria di un’impresa. Il suo ruolo principale è garantire la correttezza delle dichiarazioni fiscali e l’ottimizzazione della gestione economica e finanziaria.

Il consulente del lavoro è specializzato nella gestione delle risorse umane, oltre che nella consulenza in materia di diritto del lavoro. Gestisce principalmente di contratti, buste paga, normative sul lavoro e relazioni sindacali.

In molte realtà, le due figure collaborano per offrire un supporto completo al datore di lavoro, garantendo una gestione armoniosa di tutte le attività amministrative e contabili.

 

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