Nella crescente preoccupazione per il futuro del nostro pianeta, emergono segnali sempre più allarmanti: gli attivisti climatici sono puniti eccessivamente, una realtà che scuote la coscienza di coloro che si battono per l’ambiente.
In un mondo sempre più afflitto dai cambiamenti climatici e dalle sfide ambientali, gli attivisti per il clima si ergono come guardiani del nostro pianeta. Tuttavia, una preoccupante tendenza sta emergendo in Europa, dove questi difensori dell’ambiente stanno affrontando una crescente ostilità da parte di alcuni governi. Michel Forst, Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani, ha espresso la sua inquietudine per la violenza con cui vengono trattati alcuni di questi coraggiosi attivisti.
Forst, il primo relatore al mondo a concentrarsi specificamente sugli attivisti per la difesa dell’ambiente, ha recentemente visitato il Portogallo per partecipare a una conferenza internazionale sulla Piattaforma dei Diritti Umani presso la Fondazione Gulbenkian di Lisbona. In un’intervista concessa all’agenzia Lusa, ha condiviso le sue preoccupazioni riguardo alla difficile situazione degli attivisti per il clima.
“I difensori dei diritti in generale affrontano diverse sfide e rischi in molti Paesi, anche in Europa. Ma il prezzo che gli attivisti ambientali e coloro che cercano di preservare la Terra e il clima stanno attualmente pagando è altissimo“, ha dichiarato Forst. La sua sorpresa deriva dal fatto che sempre più politici in diversi Paesi europei paragonano questi attivisti pacifici a terroristi violenti.
Questo allarmante fenomeno non è limitato a un singolo paese: lo vediamo in Spagna, nei Paesi Bassi, in Danimarca, nel Regno Unito, in Germania e in Svizzera. Forst ha viaggiato in oltre 20 paesi dell’Unione europea per incontrare attivisti e governi, chiedendo loro di descrivere l’atmosfera che si respira nei loro paesi. Ha riferito che la situazione è diventata molto tesa, con governi come quelli di Francia o Austria che classificano questi attivisti come “eco-terroristi o talebani verdi”.
Il Special Rapporteur delle Nazioni Unite sta attualmente lavorando in collaborazione con un gruppo di organizzazioni non governative per comprendere meglio la situazione in Europa e guidare i governi dell’UE su come rispondere alla disobbedienza civile. Ha sottolineato che la disobbedienza civile è regolamentata dalla legge internazionale sui diritti umani, ma alcuni giudici in Spagna, Francia e Germania sembrano non essere al corrente di questa legge.
Per Forst, gli attivisti che praticano la disobbedienza civile non dovrebbero essere penalizzati. Tuttavia, sembra che in molti casi i giudici e i governi non rispettino i loro obblighi internazionali. L’obiettivo di Forst è ora quello di fornire documenti e linee guida agli Stati per garantire un migliore adempimento dei loro obblighi internazionali.
Sebbene alcuni Stati, come l’Irlanda e la Norvegia, siano stati molto ricettivi, molti altri non lo sono stati. Il Regno Unito è stato citato come esempio negativo, e in alcuni casi, la polizia sembra infiltrarsi nei gruppi di attivisti per monitorare le loro attività.
Forst ha anche rivelato che ci sono prove concrete che alcuni attivisti ambientali sono stati sottoposti a stretta sorveglianza, con i loro telefoni e computer sotto controllo. In ultima analisi, Michel Forst sottolinea che gli attivisti per l’ambiente non sono diversi da coloro che si battono per i diritti umani. La loro lotta per preservare il nostro pianeta dovrebbe essere riconosciuta e sostenuta, non ostacolata da governi e istituzioni. La protezione del nostro ambiente è una questione di diritti umani fondamentali, e dobbiamo fare di tutto per difendere coloro che lottano per questo nobile obiettivo.