Uno studio condotto da Ipsos per ActionAid ha rivelato che c’è un ampio divario nella percezione dei giovani italiani quando si tratta di cosa costituisca la violenza tra pari. In particolare, la questione di toccare parti intime senza consenso emerge come uno dei punti focali di discussione, sottolineando la necessità di affrontare questo tema urgente attraverso l’educazione dei più giovani.
Recentemente, un’indagine condotta da Ipsos per ActionAid ha fattoluce su alcune preoccupanti percezioni e atteggiamenti dei giovani italiani riguardo alla violenza tra pari. L’indagine ha coinvolto 800 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni, offrendo uno sguardo approfondito sulla percezione della violenza, i comportamenti considerati violenti e le sfide che la società affronta nell’affrontare questo problema.
Diverse prospettive sulla violenza
Uno dei risultati sorprendenti dell’indagine è che non c’è un accordo generale su quali comportamenti siano considerati violenti. Questo suggerisce un gap significativo nella percezione della violenza e delle sue conseguenze. Mentre il 80% dei giovani intervistati ritiene che toccare le parti intime di qualcuno senza il loro consenso sia un atto di violenza, il restante 20% non condivide questa opinione. Inoltre, il 79% degli intervistati considera la violenza picchiare qualcuno, mentre il 78%, considera violenza fare foto/video in situazioni intime e diffonderle ad altre persone, soprattutto per le ragazze con 84% delle citazioni.
Le radici della violenza
L’indagine ha anche esaminato le percezioni dei giovani sulle cause della violenza tra pari. Secondo i dati di Ipsos, le caratteristiche fisiche sono indicate come il principale motivo per diventare oggetto di violenza (50%), seguite dall’orientamento sessuale (40%) e dall’appartenenza di genere (36%). Questi risultati riflettono la necessità di affrontare non solo la violenza stessa ma anche le preoccupanti tendenze discriminatorie che sembrano alimentarla.
La sfida della denuncia
Un aspetto critico evidenziato dall’indagine è la sottodichiarazione della violenza tra i giovani. Molti ragazzi e ragazze che subiscono una qualche forma di violenza non la denunciano. La vergogna, la paura e la percezione di inutilità della denuncia sono le principali ragioni dietro questa sotto-dichiarazione. Questo solleva la necessità di creare un ambiente sicuro e di supporto in cui i giovani possano sentirsi incoraggiati a denunciare atti di violenza.
L’importanza dell’educazione
In risposta a questi risultati allarmanti, Maria Sole Piccioli, Responsabile Education di ActionAid, ha sottolineato la necessità di un’educazione più approfondita e di programmi formativi specifici nelle scuole. L’educazione sessuale nelle scuole superiori è stata proposta, ma si ritiene che non sia sufficiente. È necessaria una formazione obbligatoria co-progettata per docenti e studenti di tutti i cicli scolastici, con personale esperto autonomo e laico. Inoltre, l’introduzione di codici anti-molestia, bagni neutri e Carriere Alias potrebbe contribuire a creare un ambiente più sicuro e inclusivo nelle scuole.
Youth For Love: un passo avanti
ActionAid ha sviluppato il programma Youth For Love, attivo da oltre quattro anni a livello italiano ed europeo, che mira a sensibilizzare i giovani sulla violenza tra pari e a promuovere relazioni rispettose. Il programma coinvolge attivamente le scuole, fornendo strumenti e risorse per affrontare questa sfida sociale. È incoraggiante vedere iniziative come questa che cercano di educare e cambiare le percezioni dei giovani sulla violenza.
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I risultati dell’indagine Ipsos evidenziano la necessità urgente di affrontare la violenza tra pari e di creare un ambiente educativo in cui i giovani possano imparare a riconoscerla, prevenirla e denunciarla. La responsabilità di educare e promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza spetta a tutti noi, inclusi genitori, insegnanti e istituzioni. Solo lavorando insieme possiamo sperare di eliminare questa piaga dalla nostra società.