“Un’oscenità”. Così l’ha definita l’onorevole Giorgia Meloni. Supportare la Casa delle Donne, un luogo dove si offre sostegno a donne in difficoltà (anche su un tema così doloroso come la violenza), per lei, donna che tra l’altro la settimana scorsa ha reso nota la propria terribile esperienza con uno stalker, è “un’oscenità”.
E infatti, come reclama oggi lei stessa, lei e il suo partito sono riusciti a bloccare il finanziamento previsto dallo Stato per quello spazio. Se ne vanta. La inorgoglisce questa vittoria. Perché, dice, secondo lei quel supporto era una marchetta elettorale del Pd per la campagna elettorale a Roma. Una marchetta. Da qui “l’oscenità”. Da qui l’orgoglio di aver affossato quel supporto. Perché questa gente non riesce a percepire un supporto disinteressato, giusto. E proietta sugli altri quello che farebbe lei stessa.
Ma, cara onorevole Giorgia Meloni, di oscenità qui in realtà ce ne è solo una. Ed è quella di una persona che pur definendosi, con orgoglio, “donna, madre e cristiana”, ha boicottato il sostegno ad un luogo, uno spazio che offre sostegno a donne come lei. Lì, e nel suo vantarsene, c’è allora a sola, unica oscenità che vediamo.
Che dovrebbe farla vergognare. Non inorgoglire.
Leonardo Cecchi