‘People-pleasing’, quando la società crea stereotipi sbagliati

People-pleasing

Sono tanti i disturbi comportamentali ed emotivi che affliggono soprattutto i giovani (e non solo). E le cause vanno spesso rintracciate in una società che tende a dare esempi sbagliati o che forse tende a chiedere sempre di più, come se la spontaneità e la naturalezza non siano più di moda. Il ‘people-pleasing’,  venuto alla ribalta nelle ultime settimane, rappresenta proprio una forma di malessere della sfera emotiva e psicologica che può trarre origine dai messaggi sbagliati trasmessi dalla società in cui viviamo.

Quante volte una frase, una parola o anche un contesto sociale può far sentire inadeguati e non all’altezza rispetto a quella specifica situazione. Queste insicurezze, unite a fragilità già esistenti e magari ad episodi del proprio vissuto rimasti ancora latenti nel nostro intimo, potrebbero trasformarci in ‘people pleaser’, col desiderio irrefrenabile di essere accettati e di piacere a tutti i costi agli altri, a costo di snaturare sé stessi.

Ma dove può portare questo disturbo? Sicuramente non va sottovalutato nonostante le apparenze, e richiede un lavoro profondo sulla propria personalità, con una disintossicazione dai finti stereotipi che ci vengono proposti quotidianamente.

People-pleasing: di cosa si tratta?

Ormai molti termini inglesi sono entrati a fare parte del linguaggio comune italiano, anche quando si tratta di patologie. Ma quando sentiamo parlare di ‘people-pleasing’, a cosa ci stiamo riferendo esattamente?




Ad aver sdoganato questa problematica è stata poche settimane fa l’attrice Matilde De Angelis, dichiarando in un’intervista di averne sofferto per un certo periodo della sua vita. Da allora se n’è cominciato a parlare su diversi media.

I ‘people pleaser’ li potremmo definire come i ‘compiacenti‘, o meglio gli ‘eccessivamente accomodanti’. Questo perché il disturbo di cui stiamo parlando consiste nel tenere sempre comportamenti volti a compiacere, accontentare e assecondare gli altri, anche andando contro ai propri bisogni e ai propri desideri.

Questo fenomeno è molto più diffuso di quanto si pensi e non è di facile individuazione. Spesso non viene riconosciuto come malattia, essendo scambiata per semplice gentilezza o disponibilità.

Quando però l’accondiscendenza e la disponibilità sfociano nell’ossessione dal farsi apprezzare e ad essere accettati annientando sé stessi, si è già nel tunnel del people-pleasing.

L’identikit del people pleaser

Adesso che sappiamo cos’è questo disturbo ormai noto, possiamo addentrarci più nello specifico per capire quali sono i soggetti coinvolti e quali caratteristiche ha chi è afflitto dal people-pleasing.

Sicuramente chi è più colpito da questa problematica ha alla base un carattere fragile, ha bassa autostima ed è estremamente insicuro. Questi elementi infatti creano un terreno fertile per lo sviluppo di una patologia di questo tipo.

Una caratteristica fondamentale del people pleaser è inoltre quella di non fondare le proprie azioni sull’intenzionalità. Accetta sempre tutto senza sapersi imporre: accetta proposte, richieste, situazioni senza ‘dire di no’, nonostante non corrispondano al proprio volere.

Compiacere gli altri significa occupare un posto nella società, e non ha importanza se il sacrificio è quello di calpestare la propria natura. Questo è quanto si scatena nell’inconscio di chi sviluppa il people-pleasing.

Quali segnali rappresentano campanelli d’allarme

Per ogni malattia, che sia fisica o psichica, esistono segnali che sommati e ripetuti, la rendono più chiara ed evidente. E la stessa cosa vale in questa patologica rincorsa al compiacimento altrui.

Le caratteristiche comportamentali che infatti riconducono al people-pleasing, sulla base anche di quanto abbiamo detto finora, possono essere così riassunte:

La manifestazione di questi elementi non può che essere ricondotta ad un people pleaser.

Le cause del people-pleasing

Come abbiamo accennato in precedenza essere già predisposti a fragilità e insicurezze occupa un ruolo fondamentale nell’eventuale sviluppo di questo disturbo.

Trovare però le cause univoche che accomunano tutte le persone afflitte dalla patologia in questione è impensabile. Così come è impensabile individuare cause certe che scatenano questo fenomeno.

Sicuramente però esistono fattori che incidono in maniera prepotente. Pensiamo, ad esempio, a traumi passati, alla presenza di disturbi della personalità, all’aver vissuto in una determinata cultura o in un determinato contesto sociale, oppure anche alla sofferenza di disturbi da ansia sociale.

Gli elementi scatenanti non sono facili da individuare e potrebbero variare da persona a persona, ma quelli citati sembrano costituire la base di partenza in molti soggetti.

Quali potrebbero essere le conseguenze

Non va sottovalutato un disturbo come il people-pleasing. I rischi a cui è sottoposto chi ne è affetto sono infatti piuttosto seri.

La malattia può avere infatti un impatto degenerativo, arrivando perfino a sfociare in veri e propri disturbi della personalità con problemi a relazionarsi con le persone. Oltre a creare intensi stati di stress che possono condurre anche al ‘burnout’.

Come guarire

Il processo di guarigione dal people-pleasing deve essere graduale, e sebbene il percorso debba essere fatto con l’aiuto di uno specialista, tutto deve in ogni caso partire da sé.

Il primo passo parte dalla consapevolezza. La presa di coscienza del problema permette di iniziare ad uscire dalla patologia.

Dopodiché è fondamentale sapersi porre domande sul proprio modo di porsi verso gli altri, imparando a mettere sé stessi e le proprie necessità al di sopra di ciò che vuole l’ambiente sociale circostante.

L’uscita da questo disturbo deve dunque fondarsi su un viaggio interiore, fatto di fissazione di limiti e priorità.

Farsi accettare dalla società, ma a che prezzo?

A conclusione possiamo fare alcune riflessioni.

Viviamo in una società fatta di mondi virtuali e di ricerca esasperata di perfezione. Ritagliarsi un proprio spazio e riuscire ad emergere non è semplice, soprattutto quando si è ancora in giovane età e non si hanno ancora chiare le proprie aspirazioni. Farsi influenzare dall’ambiente circostante è facile, e il desiderio di farsi accettare diventa preponderante, anche se a farne le spese è proprio l’individuo stesso.

La società dovrebbe essere in grado di dirottare i messaggi nel modo giusto e consapevole, per favorire una sana realizzazione personale.

Sabrina Maestri

 

 

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