Dal primo aprile scatta il nuovo meccanismo di rivalutazione delle pensioni all’inflazioni. Tagli agli aumenti per gli importi superiori ai 1.522. Sindacati sul piede di guerra: in piazza a Roma il primo giugno.
Pensioni: avvio alle riduzioni per quasi sei milioni. Scatta dal primo aprile il nuovo meccanismo di rivalutazione delle pensioni all’inflazioni, con l’avvio delle riduzioni agli aumenti per le pensioni con importi superiori ai 1.522 euro lordi al mese.
Il meccanismo infatti prevede sette fasce. La rivalutazione per i trattamenti fino a tre volte il minimo resta piena e quindi l’aumento è pari all’1,1%. Mentre per quelli sopra tre volte il minimo scattano sei indici per la rimodulazione verso il basso: si va dal 97% per le pensioni tra le tre e quattro volte il minimo e quindi, oltre i 1.522 e fino ai 2.029 al mese, con un aumento dell‘1,067%; fino al 40% invece per quello oltre nove volte il minimo, cioè superiori ai 4.569 euro al mese, con un aumento che si attesta allo 0,44%.
Questa la nuova perequazione delle pensioni all’inflazione prevista dall’ultima legge di Bilancio approvata. Con l’avvio delle riduzioni alle pensioni si stimano per il triennio 2019-2021, risparmi pari a circa 2,2 miliardi di euro. Al netto degli effetti fiscali: circa 253 milioni nel 2019, 745 milioni nel 2020 e 1,2 miliardi nel 2021.
I sindacati non ci stanno
Le maggiori critiche arrivano proprio delle principali sigli sindacali dei pensionati. I sindacati, a cui la misura non piace affatto, attaccano il governo per la totale mancanza di attenzione nei loro confronti.
“Sarà di 100 milioni il conguaglio con cui l’Inps provvederà a recuperare una parte delle pensioni erogate da gennaio a 5,5 milioni di persone“. Così rende noto Spi-Cgil, secondo il quale col nuovo meccanismo di rivalutazione “il governo arriverà a recuperare dalle tasche dei pensionati 2,2 miliardi nel triennio 2019-2021″. E lo Spi prosegue “Sono somme che verranno sottratte a chi ha lavorato una vita e che non ha alcuna colpa. Se si sostiene che si tratta di pochi soldi che li lascino allora ai pensionati senza sottoporli all’ennesima rapina nei loro confronti”.
Così, unitariamente, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Ulip-Uil lanciano una mobilitazione. E’ infatti indetta per sabato primo giugno, una grande manifestazione nazionale in piazza del Popolo a Roma.
La manifestazione sarà preceduta da tre assemblee: al nord, al centro e al sud, giovedì 9 maggio. Le assemblee si svolgeranno a Padova, Roma e Napoli.
Il governo, concludono Spi, Fnp e Uil, si ” è mostrato del tutto sordo alle rivendicazioni e alle necessità dei pensionati italiani, accusati addirittura di essere degli avari per aver osato protestare a fine dicembre contro il taglio della rivalutazione. La loro mobilitazione è quindi necessaria e non più rinviabile”.
Francesca Peracchio
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