Pensiero critico, religione e spiritualità – (non/)credere consciamente

Pensiero critico, religione e spiritualità

Pensiero critico, religione e spiritualità – l’importanza di avere la libertà di scegliere la propria strada, tra spiritualità e religione

Penso sia molto importante che le persone scelgano quello in cui credere (o non credere) in base a una propria ricerca o “chiamata”, ecco quindi perché qui si intrecciano pensiero critico, religione e spiritualità.

Pensiero critico, religione e spiritualità -credere in una fede solo per tradizione?

Ad esempio, in Italia la maggior parte delle persone potrebbe essere portata a credere nella religione Cristiana e in Dio, ma solamente perché è tradizione o perché è la religione principale in Italia. Molti non hanno seriamente un’idea del perché hanno questa fede, ci credono e basta. Non hanno una “chiamata” anche laica che li ha portati a credere.

Mentre invece una persona che ad esempio si avvicina al Buddismo in un paese d’impronta Cristiana/Cattolica, avrà molto probabilmente letto alcune fonti o libri al riguardo o si sentirà interessato al Buddismo anche grazie ad articoli o a film ad esempio, o ad averne sentito parlare magari in classe o nel web, e quindi avrà una motivazione d’interesse più solida rispetto a chi crede solo per tradizione (senza cioè avere un vero interesse in quella specifica religione). 




L’importanza di avere la libertà di scegliere

Penso quindi i genitori non dovrebbero imporre ai figli una certa religione, e neanche fargli fare i sacramenti se non sono i figli a volerli, o iniziarli ad una specifica religione, ma devono essere i figli stessi a decidere se sono interessati in un particolare credo piuttosto che un altro o semplicemente a rimanere atei o agnostici. O ancora, magari a sviluppare un interesse verso una spiritualità magari più atea che credente o ancora una spiritualità che possa prendere le proprie basi da diverse fedi e religioni.

E perciò, anche nelle scuole l’ora di religione non dovrebbe solamente insegnare o parlare di un’unica fede (ad esempio quella Cristiana/Cattolica in Italia) ma anche parlare delle altre religioni in modo che gli studenti possano poi decidere se approfondire o meno, parlando anche di spiritualità, ateismo e agnosticismo, religioni alternative e paganesimo.

Questo inoltre sarebbe importante per fare accettare ai figli le diverse culture, religioni, fedi, credi, spiritualità e filosofie di vita e quindi per insegnare a essere contrari al razzismo e alla discriminazione!

L’ora di religione oltre a non essere obbligatoria dovrebbe servire a spronare o incentivare la mentalità critica degli studenti, ma anche magari a promuovere un possibile interesse o curiosità nelle diverse religioni, fedi, spiritualità, filosofie di vita e culture del mondo.

Simboli e arredi religiosi in aula?

Se poi parlassimo di tenere o meno il crocifisso in aula, direi che non avrei un’opinione in merito. 

Potrebbe essere un elemento d’arredo della tradizione, come ad esempio se in Asia avessero una statuetta del Buddha Siddhartha in classe(anche se non penso di avere visto spesso nelle aule asiatiche dei simboli o statuette a carattere religioso), e non vorrebbe direttamente significare che le persone debbono credere solo in quella determinata religione, ma capirei anche le motivazioni di chi non vorrebbe vedere alcun simbolo religioso in aula.

L’importante comunque sarebbe sempre di lasciare la libertà di scelta agli alunni relativamente al voler conoscere o meno le religioni, spiritualità, filosofie di vita, credi e fedi mondiali, e se la scelta di seguire le lezioni di religione venisse presa, di incentivare la curiosità, l’interesse per altre culture, religioni, fedi, credi, spiritualità e filosofie di vita ma anche un dialogo critico magari per esaminare in modo critico, obbiettivo, etico e morale gli ideali, le azioni e i comportamenti propri degli aderenti a certe religioni o credi, o dei loro maestri spirituali o profeti.

Giada Vezzosi


Leggi il primo articolo sul pensiero critico qui; un altro approfondimento qui.
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