Pelé, il film e la Samsung

La leggenda Pelé e il suo peso. Quando il sudore versato fa valere un viso 30 milioni di dollari.

Ah, il calcio. Il calcio muove il mondo. Non sono gli eserciti, né i politici, i veri punti fermi di una nazione; sono le nazionali di calcio. Come non parlare di una leggenda come Pelé? Per il Brasile questo uomo ha significato orgoglio, rivendicazione, riabilitazione e non solo nella sfera sportiva ma anche sul piano sociale e forse anche politico. Con Pelé il Brasile, ma anche altri stati nel mondo che avevano visto la colonizzazione degli europei e la loro supremazia, ha capito che non serviva essere bianchi e non serviva essere del Vecchio Continente per giocare bene a calcio, per vincere un Mondiale, per far conoscere e osannare il proprio paese.

Sono stata ispirata dal recente film sulla vita di Pelé, devo ammetterlo. Consiglio a tutti di vederlo, che siano appassionati di calcio oppure no, perché è un film sulla vita e su come dovrebbe essere vissuta. Il calcio è interessante in generale, ma quando ci si imbatte in assoluti miti come lui ci si scorda delle singole gesta calcistiche e si vede il quadro generale. La forza che ha avuto per diventare chi è diventato, contro tutte le avversità. Il coraggio di abbandonare la strada già battuta per intraprenderne una nuova e osteggiata. Le persone che ha fatto sognare. Inizialmente i brasiliani, sfiduciati nel proprio Paese e nella propria nazionale di calcio, e poi tutto il mondo. Milioni di ragazzini cresciuti imitando il suo stile di gioco che sembrava così selvaggio e primitivo ai primi allenatori che conobbero Pelé. I suoi dribbling, il suo modo di avanzare quasi danzando. Le sue rovesciate. Praticamente il marchio di fabbrica di questo giocatore leggendario. Leggenda che si è tramutata naturalmente in fama, prestigio, soldi. Diritti di immagine.

Pelé

Diritti che l’ex calciatore 75enne ha recentemente rivendicato dalla nota compagnia Samsung, la quale sarebbe stata da lui denunciata per aver utilizzato in una pubblicità l’immagine di un uomo di colore a lui molto somigliante. A quanto pare, la Samsung aveva in passato tentato di trattare con Pelé per utilizzare la sua immagine nelle proprie campagne pubblicitarie, senza però che la trattativa si chiudesse positivamente. La pubblicità ‘incriminata’ raffigura una televisione ad alta definizione nel cui schermo un calciatore (bianco) effettua una rovesciata, suo famosissimo gesto atletico. Accanto alla TV, compare il viso che Pelé ha giudicato troppo simile al suo, e che a dire dei suoi legali può confondere i consumatori, e far credere che il vero Pelé appoggi o sponsorizzi la campagna Samsung. Il risarcimento chiesto dai suoi legali si aggira attorno ai 30 milioni di dollari, circa 27 milioni di euro.

Questa somma, che può sembrare folle a molti, è la prova del fatto che si può partire da umili origini e arrivare alle vette del calcio e del mondo, ed essere perfino nominati patrimonio nazionale. E pretendere che l’immagine del proprio viso, così spesso solcato dal sudore nella fatica di costruirsi una vita leggendaria, sia trattato al pari di un tesoro. Che si paga.

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