La decisione, presa dal giudice Giovanni Ghini, ha scatenato un putiferio: la scelta di revocare i domiciliari a un pedofilo, visto “lo straordinario senso di autodisciplina dimostrato dall’indagato”, ha infatti spinto il rappresentante laico ad invocare un provvedimento del Consiglio superiore della magistratura.
L’indagato è un richiedente asilo pachistano che ha confessato di aver violentato un tredicenne disabile e vista l’entità dell’imputazione, il consigliere laico Pierantonio Zanettin (Fi) ha presentato una richiesta per l’apertura di una pratica in prima commissione “per valutare eventuali profili di incompatibilità ambientale o funzionale a carico del gip del Tribunale Giovanni Ghini”.
L’indagato, nell’interrogatorio di garanzia, ha ammesso l’abuso commesso durante il 10 luglio ma dichiarando che il ragazzo fosse consenziente. Per queste ragioni gli è stato imposto l’obbligo di firma, l’allontanamento dalla vittima e il divieto di espatriare. Misure che sono state ridotte da Ghini visto il grande “senso di autodisciplina dimostrato dall’indagato”.
La decisione del gip non è stata condivisa dalla sostituta procuratrice di Reggio Emilia, Maria Rita Pantani, che si è occupata dell’inchiesta in cui è coinvolto il pedofilo e per cui aveva chiesto la custodia cautelare: la procuratrice ha infatti deciso di presentare il rRicorso al Riesame contro la decisione del Gip.
Una posizione più diplomatica e che tenta di fare da mediatrice tra le parti è quella espressa dalla presidente vicaria del tribunale, Cristina Beretti: “Posso solo ricordare che il procedimento non è concluso, che ci si trova nella fase cautelare e che l’indagato, in forza della misura cautelare e provvisoria adottata nei suoi confronti, è e sarà sottoposto ai controlli delle forze dell’ordine. Ogni provvedimento giudiziario è criticabile e ogni decisione può essere discussa con modi civili e non esasperati che mai devono trascendere nell’insulto e nella minaccia nei confronti di chi quella decisione ha preso”.
Accese reazioni da parte dei partiti politici: i 5 stelle hanno annunciato di presentare un’interrogazione al Governo e, attraverso le parole della deputata Maria Edera Spadoni, hanno chiesto a gran voce di “bloccare immediatamente l’iter di richiesta asilo e di avviare quanto prima la procedura di espulsione del richiedente che al momento risulta a piede libero”.
Stesso sgomento espresso dalla portavoce dell’Osservatorio nazionale bullismo e doping, Paola Ferrari che non accetta l’impunità di fatto garantita all’indagato: “Non voglio commentare la sentenza o attaccare il magistrato che ha deciso in questo senso perché le gogne mediatiche non servono a nessuno, ma certe notizie lasciano sbigottiti tutti noi che siamo impegnati giorno dopo giorno nella lotta al bullismo e nella tutela dei minori”.
“Sapere che un pedofilo reo confesso possa ottenere la libertà in così poco tempo è inquietante – ha aggiunto la portavoce – e non aiuta quei bambini e quelle famiglie che faticosamente decidono di denunciare gli aguzzini. Se si tratta di un problema di norme, ben venga il cambiamento delle norme. La sicurezza e la serenità dei bambini deve stare al primo posto in assoluto e non è tollerabile alcuna forma di impunità verso un reato odioso come la pedofilia”.
Dorotea Di Grazia