Litigi, urla, confusione, polemiche, leggerezza: è quella che colloquialmente viene chiamata la “televisione spazzatura”, disprezzata da molti, ma seguita e amata dalla maggior parte degli italiani. E se riuscisse ad essere anche educativa? E’ il caso del game show “Pechino Express”
Le regole del gioco
Per chi non lo conoscesse, Pechino Express, giunto alla ottava stagione nella sua versione italiana, è un gioco che prevede coppie di vip sfidarsi in un lungo viaggio percorrendo paesi diversi in ogni edizione. Le regole del gioco? Niente soldi, niente alloggio o cibo, niente comodità: bisogna affidarsi al proprio spirito di adattamento, alle risorse offerte dalla gente del posto e ad un pizzico di fortuna per superare le diverse tappe ed arrivare alla meta.
Divertimento…
Immaginate un personaggio famoso alle prese con l’autostop, o dovere dormire in tenda, correre da una parte all’altra per vincere le missioni che puntata dopo puntata vengono assegnate, assaggiare cibi, per usare un eufemismo, esotici. Divertente no? La narrazione sarcastica del conduttore Costantino della Gherardesca, le personalità eccentriche dei personaggi in gioco, le reazioni esagerate ai vari eventi rendono tutto estremamente godibile e divertente. In pieno stile trash tv
Ma non solo…
Immaginate ora voi stessi in quella situazione. Lontani chilometri da casa, circondati dalla povertà di quelle zone, senza un tetto sopra la testa. Guardando le prime puntate, la reazione nella maggior parte dei casi alla vista di stili di vita così differenti dal nostro sarà probabilmente “Come sono fortunato”. Eppure, missione dopo missione, alla fine del viaggio non si potrà fare a meno di chiedere: ma siamo davvero così fortunati?
Paesaggi mozzafiato
Pechino Express non è un viaggio solo per i concorrenti. Anche lo spettatore scopre e vede paesaggi meravigliosi, posti di cui non si conosceva l’esistenza, conosce usanze, strie, leggende del posto. Il fascino della tradizione e della natura incontaminata non può lasciare indifferenti. Ma soprattutto, dalla televisione si entra, seppur in minima parte, dritti nella vita quotidiana degli abitanti del posto
La lezione da imparare
Proprio dalle persone che via via ospitano e aiutano i concorrenti arriva la lezione più importante. Quella di una generosità che spesso sconvolge e lascia basiti. Persone che in alcuni casi hanno nulla o poco più accolgono a braccia aperte e aiutano con ogni mezzo perfetti sconosciuti. Sempre con il sorriso, con un’ospitalità e un’umanità che spesso la frenesia della vita che viviamo in quella che pensiamo sia “civiltà” tende a fare dimenticare. Ci fa ricordare come nella vita, a volte avere tutto non basti ad essere felici, come chi non abbia niente in realtà abbia il necessario e anche di più. Come si sia presi da ansie ed impegni, e si dia per scontato quello che veramente conta: le relazioni umane, la propria felicità, il proprio benessere.
Considerando le mete di quest’anno – Thailandia, Cina e Corea del Sud – e i recenti avvenimenti del nostro paese, non potrebbe esserci lezione più azzeccata.
Beatrice Canzedda