Sono più di 11 mila in Italia le persone in bilico tra vita e morte, in attesa di cure e di risposte.
Sono i pazienti senza voce, quelli che la pandemia ha messo da parte, lasciati fuori dal sistema sanitario.
Col fiato sospeso, fanno i conti con lunghe attese i pazienti oncologici, cardiologici e i malati cronici di patologie all’apparato intestinale, muscolo scheletrico, e del derma. Allarmanti i numeri del FOCE, che mettono a nudo il collasso del sistema sanitario: sono 11 milioni i pazienti gravi che non hanno più accesso alle cure. Sono 18 milioni le prestazioni mediche messe in stand-by dall’inizio dell’emergenza covid. Proprio questi numeri hanno spinto l’associazione a spedire una lettera al governo, tirando le somme in un grido di aiuto, ma c’è di più.
Si prevede un futuro cupo
il dottor Carlo Palermo di ANAAO Assomed ha registrato l’aumento della mortalità d’infarto del 10%. Questo allarme proviene dal blocco delle prestazioni ambulatoriali e delle attività programmate.
Sono 13 milioni le visite specialistiche rinviate, 300.000 i ricoveri, 500.000 i ricoveri chirurgici e ben 4 milioni gli screening oncologici posticipati. Manca la prevenzione, mancano le diagnosi precoci che permetterebbero un intervento tempestivo.
“Oggi le attese si misurano in semestri se non in anni in alcune regioni. Rischiamo di peggiorare la prognosi di tutti i cittadini”.
Per il segretario dell’associazione Assomed, solo un aumento del personale e un cambiamento della gestione delle risorse e delle misure in atto potrà cambiare la situazione.
La pandemia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso
Questi scenari mostrano che il problema dei tempi di attesa è solo parzialmente legato alla pandemia.
“Il vero nodo è la carenza di personale visto che, secondo i calcoli del sindacato, dal 2010 al 2018 sono stati tagliati 40 mila posti di lavoro nel SSN”, continua a spiegare Carlo Palermo. In effetti dal 2011 a oggi la spesa sanitaria è passata da 105,6 miliardi a 114,4. Nel giro di 10 anni sono stati tagliati circa 70mila posti letto e più di 200 ospedali sono stati chiusi.
L’appello delle associazioni mediche
Sono le associazioni mediche a gridare per i pazienti senza voce. Dall’inizio della pandemia aumentano gli appelli delle associazioni oncologiche come Punto Rosa, e delle onlus contro i rinvii degli interventi e il blocco delle visite ambulatoriali. Si richiede la continuità della cura, in nome del diritto alla salute e per tutti i pazienti, anche quelli positivi. Un maggiore supporto territoriale, maggiori sicurezze per chi di voce ne ha solo un filo e di tempo non ne ha da attendere.
Elena Marullo