Paul Amadeus Dienach l’uomo che viaggiò nel prossimo millennio

Paul Amadeus Dienach l’uomo che viaggiò nel prossimo millennio

Durante il coma la mente di Paul Amadeus Dienach viaggia nel tempo. Negli anni 20 profetizzò le Guerre Mondiali, il XXI secolo e il millennio successivo.

Paul Amadeus Dienach nasce nel 1884 in un piccolo paese svizzero nei pressi di Zurigo. Conduce una vita del tutto ordinaria, diventa insegnate, si innamora  di una donna che purtroppo non lo corrisponde, ma ancora non sa che qualcosa del tutto fuori dal comune sta per stravolgere la sua esistenza.




La malattia
L’elemento disturbatore della vita di Paul Amadeus Dienach è infatti una malattia rara, l’encefalite letargica. Nel 1917 il professore maniafesta i primi sintomi di questo virus che causa al nostro organismo un meccanismo di difesa estremo, ovvero l’induzione allo stato comatoso. Gli stati comatosi possono essere di durata variabile finché il corpo del malato riesce a reggere questo virus incurabile.

Il primo coma di Dienach dura 14 giorni, un tempo che a lui sembra molto più breve, ma che purtroppo sarà destinato a prolungarsi drammaticamente. Il secondo episodio porterà infatti l’uomo in un sonno comatoso di 360 giorni, dal quale egli si sveglierà come una persona totalmente nuova. 

Tornato alla vita dopo 360 giorni si trasferisce in Grecia come professore universitario, a causa delle prime avvisaglie di un’altra pericolosa malattia di quel tempo, la tubercolosi. Sarà qui che prima di morire trascriverà la sua esperienza in 4 diari, lasciati all’allievo e amico George Papachatzis. Dienach non rivelerà mai in vita ciò che secondo lui avrebbe esperito  durante il coma, sarà George infatti a rivelare al mondo gli ultimi scritti dell’amico.

Il prossimo millennio

Secondo i diari di Dienach, mentre il corpo era immobile, la sua mente si sarebbe risvegliata nel 3905 d.C nei panni di uno scienziato italiano Andreas Northam, ibernato in seguito a un incidente d’auto volante monoposto. Attraverso questa nuova identità scopre molte cose del nuovo mondo. Gli uomini vivono in una vera utopia, tutti sono gentili e privi di malizia, la proprietà privata è superata così come le guerre di religione, poiché i dogmi di queste ultime sono stati abbandonati in nome di una spiritualità più semplice. Nel futuro si lavora solamente due anni della propria vita in fabbriche che producono energia rinnovabile elettrica e energia nucleare.

La distopia prima dell’utopia

Ma non è tutto rose e fiori. Prima di arrivare a questa utopia l’umanità ne avrebbe passate delle belle. In questa parte del racconto le parole di Dienach/Northam si avvicinano in modo inquietante alla verità. In quello che l’autore denomina come “Preistoria”, ovvero il secolo della sua vita precedente il mondo sarà sconvolto da Guerre Mondiali spostando il centro del potere dall’Europa all’America. Il consumismo e la tecnologia cresceranno in modo esponenziale così come il terrorismo, le patologie psicologiche e i suicidi.  

Per ovviare a queste catastrofi un ordine mondiale costituito da tecnocrati. Tuttavia ciò che causerà il collasso mondiale sarà la sovrappopolazione del pianeta che obbligherà non solo migrazioni in Africa eliminando gli autoctoni, ma anche la colonizzazione di Marte. Non finisce qui. Il pianeta rosso verrà colpito da un cataclisma, mentre la Terra sarà oggetto di una guerra nucleare che colpirà soprattuto l’est e il sud Europa. Solo dopo questo evento terribile si costituirà un governo mondiale e la tecnologia verrà abbandonata in nome della spiritualità e della semplicità verso quella che lui chiama come la Nuova Era. 

La pubblicazione degli scritti di Paul Amadeus Dienach provocò molto scalpore, la sua narrazione venne giudicata come la farneticazione di un malato. Oggi possiamo dire che molti elementi della sua storia si avvicinano in modo inquietante alla nostra realtà, così come alcuni pronostici riguardanti sovrappopolazione e colonizzazione di Marte. Siamo sempre di più vicini alla fantascienza, ma per fortuna la creazione di un futuro utopico o distopico è ancora nelle nostre mani. 

Anna Barale

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