Patrizia Cavalli, la poetessa «nata per amare, per essere felice»

Patrizia Cavalli

Patrizia Cavalli

Patrizia Cavalli scompare oggi, 21 giugno 2022, a Roma, dopo aver lottato sette anni contro una malattia. Aveva 75 anni ed è stata delle più grandi poetesse della contemporaneità.

Scrisse che le sue poesie non avrebbero cambiato il mondo, ed invece hanno lasciato una traccia difficile da scordare. Mise su carta la sua originaria imperfezione, quella per cui combatté tutta la vita, mostrando nei suoi versi la sua grande umanità.

Qualcuno mi ha detto 

che le mie poesie 

non cambieranno il mondo.

Io rispondo che certo sì 

le mie poesie 

non cambieranno il mondo. 

Elsa Morante e l’incontro con la poesia

Nata a Todi nel 1947, a circa vent’anni si trasferì a Roma per studiare filosofia, ma era infelice. Ciò che la salvò fu l’incontro con Elsa Morante nel 1968. Da questa conoscenza nacque una profonda amicizia, tanto che disse: «Lì è cominciata la mia vita. Da quel momento è cambiato tutto, da così a così». Grazie a Elsa nacque anche la sua prima raccolta di poesie Le mie poesie non cambieranno il mondo (1974), pubblicate da Einaudi e dedicate proprio all’amica, come altre successive raccolte. 

Come Patrizia amava ricordare, fu Elsa Morante “a farla poeta” e a vedere in lei l’immenso spiraglio di poesia che poteva regalare. 

Lei mi ha tirato fuori dalla mia infelicità e mi ha fatto essere poeta.

Dopo la raccolta del 1974 cominciarono ad uscirne altre, quasi tutte pubblicate da Einaudi: Il cielo (1981), L’io singolare proprio mio (1992), Sempre aperto teatro (1999), La guardiana (2005, pubblicata da nottetempo), Pigre divinità e pigra sorte  (2006), Datura (2013), Vita meravigliosa (2020), a cui si aggiungono anche traduzioni teatrali. 

La sua unica raccolta di prose fu Con passi giapponesi (2019), romanzo finalista del Premio Campiello 2020, selezionata dalla Giuria dei Letterati.




 La ricerca della purezza, trasposta anche nella poesia

Patrizia Cavalli si premurava di raccogliere il massimo del significato nel minimo del significante, rendendo le sue poesie dense di vita e vissuti. E come afferma Alfonso Berardinelli: 

“La purezza non è altro che il risultato dell’energia e vitalità linguistica e l’energia è anche la possibilità di ottenere il massimo con la minima quantità di parole”.

Le sue poesie vivono di una complessa tecnica poetica accompagnata da un lessico e da una sintassi proprie della nostra lingua contemporanea. Il suo linguaggio è quotidiano e familiare.

Patrizia si rivela nella sua grande umanità, mostrando quel perpetuo giudizio verso di sé che le costò fatica per poter trovare l’armonia. Quest’ultima la ricercò nella purezza della poesia, capace di guarire e curare quest’imprecisione e questo disordine che scorgeva dentro di sé.

Se posso perdonare, allora devo
riuscire a perdonare anche me stessa
e smetterla di starmi a giudicare
per come sono o come dovrei essere.
Qui non si tratta di consapevolezza
ma è la superbia che mi tiene stretta
in una stolta morsa che mi danna.
Eccomi infatti qui dannata a chiedermi
che cosa fare per essere perfetta.
Tenersi all’apparenza, forse descrivere
soltanto cose in mutua tenerezza.

 

Vita meravigliosa (Einaudi, 2020)

Sono versi che portano alla luce quel giudizio assillante dettato dall’inarrivabile ricerca della perfezione. Ma quest’ultima non è altro che apparenza. Ma oltre alla fatica, dietro si cela anche la gioia di vivere, sezionata dalla ragione e dall’amore.

Patrizia Cavalli e l’amore come sua musa eterna

L’amore, per lei, muoveva tutto. Tanto che scrisse: “Non esiste l’amore, esiste chi ami”.

Per ricordarla così, con quell’amore tanto suo da trasmetterlo anche nelle sue parole. Un amore che va oltre, tanto da essere ciò che contò davvero durante la sua vita: essere nata per amare e per essere felice.

Non sono nata per essere ragionevole. Sono nata per amare, per essere felice, per odiare, per immaginare, per inventare, per capire e anche – di tanto in tanto – per essere ragionevole, ma non devo essere ragionevole. Essere ragionevole vuol dire adattare i propri pensieri a quel che gli è contrario, modificare e distorcere la propria intelligenza per assecondare i desideri altrui.

 

Con passi giapponesi (2019)

Valentina Volpi

 

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