Patrick Zaki condannato a tre anni: chiamiamola persecuzione

Patrick Zaki Patrick Zaki condannato a tre anni

La notizia è di pochi minuti fa, Patrick Zaki condannato a tre anni. È una sentenza implacabile quella emessa oggi dalla Procura di Mansoura.


Al termine dell’udienza di oggi a Mansoura, in Egitto, uno dei quattro avvocati dell’attivista ha dichiarato all’ANSA che Patrick Zaki è stato “condannato a tre anni di carcere”. Zaki è stato condotto fuori dall’aula attraverso i corridoi della gabbia degli imputati tra le urla della madre e della fidanzata, che lo aspettavano fuori.
Il peggiore degli scenari possibili. Patrick Zaki condannato a tre anni“. Lo scrive sui suoi profili social il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, che in un video precisa come avevano sempre chiesto di “tenere alta l’attenzione su Patrick perché terminato il periodo di carcere in molti avevano pensato che che tutto si fosse risolto, invece Amnesty aveva sempre posto l’attenzione sul Patrick imputato, perché in Egitto imputato è sinonimo di condannato”.

Questo significa altri 14 mesi di isolamento, che si aggiungono ai 22 già scontati: È una sentenza implacabile quella emessa oggi dalla Procura di Mansoura nei confronti dello studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato al Cairo nel febbraio 2020. Le voci che circolavano dicevano che non sarebbe stato un buon giorno per il giovane, con la tensione che diventava sempre più alta tra i suoi amici, gli avvocati e i rappresentanti delle ambasciate che aspettavano negli stretti corridoi delle aule di tribunale della città sulle rive del Nilo.

Un nuovo caso di soppressione della libertà di parola da parte del governo egiziano. Lo scenario politico peggiore. Ciò che il regime di al-Sisi ha fatto e sta facendo a Patrick e ad altri, è un’ulteriore prova che i diritti umani universali in Egitto possono aspettare dietro le porte delle prigioni che li sopprime inesorabilmente. Patrick è un ricercatore sui diritti umani rispettato e attivo, che non merita ulteriori imprigionamenti e torture. Non possiamo più rimanere in silenzio. Abbiamo bisogno di una mobilitazione europea concertata per porre fine a questi orrori. Ora!

Andrea Umbrello

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