Un mare bianco che inonda le strade dell’isola: e’ la rivolta dei pastori sardi. Al centro della protesta il crollo del prezzo del latte ovino.
Pastori sardi in rivolta, ed in soli pochi giorni l’hashtag #pastorisardi è diventato virale. Ed i video in cui i pastori aprono le cisterne e fanno scorrere a terra il latte – frutto del loro duro lavoro- lo sono ancora di più. In questi video – che contano quasi 200mila visualizzazioni – si scatena la rabbia dei pastori contro la situazione critica del comparto del latte ovino nell’isola, dove il prodotto viene pagato solo 60 centesimo al litro: per i pastori quel prezzo non è sufficiente neanche a coprire le spese, “tanto vale gettarlo a terra” gridano aprendo le cisterne.
Strade bianche di latte
in tante città dell’Isola. Blocchi di autobotti sulla Statale 131, principale arteria che collega Cagliari a Sassari. Preso di mira anche il caseificio Pinna di Thiesi a Sassari, dove centinaia di allevatori hanno manifestato, scagliando il latte contro i muri e le vetrate dell’azienda.
Proteste anche a Porto Torres , dove sono stati bloccati dai pastori in rivolta, i tir frigo imbarcati da Genova. Gli allevatori hanno anche fermato un mezzo di trasporto con all’interno carne suina proveniente dalla Francia, gettando a terra gran parte del carico. La loro azione è stata fermata dall’intervento dei carabinieri e degli agenti in antisommossa.
Intanto martedì 12 chiusura di tutti i negozi nel centro di Nuoro. Una serrata “in segno di solidarietà. E quel che più conta, di condivisione con gli amici pastori“.
La solidarietà del Cagliari
La protesta ha coinvolto anche la squadra di calcio del Cagliari. Un gruppo di un centinaio di allevatori si è recato davanti ai cancelli del centro sportivo di Assemini durante l’allenamento della squadra in vista della partita di domenica contro il Milan.
I pastori hanno chiesto inizialmente ai giocatori di non giocare il posticipo con il Milan; a fare da intermediario il direttore generale del club, Mario Passetti, che ha dissuaso i pastori sardi. Ma in segno di solidarietà sono usciti alcuni giocatori, Barella, Ceppitelli, Joao Pedro e Deiola e poi il resto del gruppo, che hanno – con un gesto simbolico – gettato a terra dei bidoni contenente del latte.
La sera la squadra è scesa in campo con una maglietta bianca, come il latte, su cui si leggeva: “SOLIDARIETA’ AI PASTORI SARDI”.
Centinaio, Conte e Lezzi nell’Isola
Già gli scorsi giorni il ministro delle Politiche agricole, Gianmarco Centinaio, aveva espresso il proprio sostegno ai pastori sardi in rivolta. “Hanno ragione, hanno perfettamente ragione, poi le modalità le lascio a voi” ha detto. Ha poi annunciato che un tavolo ad hoc era già stato fissato, prima dello scoppio della protesta, per mercoledì.
Invece, è di questa mattina la notizia che il ministro dell’agricoltura, il premier Conte e la ministra del Sud, Barbara Lezzi voleranno verso l’isola in giornata. Il Presidente del Consiglio sarà impegnato con i sindaci del Sud Sardegna dalle 15.30. Al centro dell’incontro il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS). Uno strumento legato al Piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio e il riammodernamento delle infrastrutture, con lo scopo di valorizzare sul piano economico i territorio del Sud.
Intanto, Codacons presenterà oggi un esposto per valutare se ci sono i presupposti per contestare agli industriali del latte il reato di aggiotaggio. Mentre per Coldiretti “ le remunerazione offerte non sono solo indegne e offensive per i lavoratori ma anche illegali“. Spiegano infatti che “le norme sulla concorrenza vietano qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggiore forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose“.
“Blocchiamo i seggi”
La protesta dei pastori prosegue e gli allevatori lanciano un ultimatum alle istituzioni: nessuno voterà alle regionali del 24. ” Se entro pochi giorni non si trovano soluzioni per il nostro settore bloccheremo la Sardegna il 24 febbraio, giorno delle votazioni“. E prosegue il coordinamento dei pastori in rivolta “non entrerà nessuno a votare: non è che non andremo a votare, non voterà nessuno. Bloccheremo la democrazia, ognuno si assuma le proprie responsabilità “ .
Arrivano anche le prime critiche, soprattutto da parte di chi, pur solidarizzando con i pastori sardi in rivolta, ritiene sia uno spreco quel latte riverso a terra e che invece potrebbe essere donato ai più bisognosi. Ma non si fa attendere la risposta degli allevatori ” Si tratta di latte di pecora, è grasso, deve essere pastorizzato e lavorato per essere consumato”.
Intanto domani, alle 9.30, a Montecitorio una delegazione di pastori sardi sarà ospitata “per far conoscere alle istituzioni nazionali la tragedia del latte di pecora sottopagato“.
Francesca Peracchio