Pasqua 2025 segna un record, mentre il turismo urbano cerca ancora un equilibrio post-pandemia e le mete internazionali devono fare i conti con instabilità geopolitiche e costi elevati. Secondo un’analisi condotta da Coldiretti/Terranostra Campagna Amica, la prossima festività pasquale registrerà oltre 1,6 milioni di presenze complessive nei circa 25mila agriturismi italiani, considerando pernottamenti, pranzi e visite giornaliere. Un numero che traduce in cifre una crescita stimata vicino al +10% rispetto al 2024, segno di un cambiamento strutturale nelle scelte dei vacanzieri.
Il dato più significativo riguarda il pernottamento medio, che si attesta a tre giorni, suggerendo una tendenza sempre più marcata verso la vacanza breve ma immersiva, capace di rigenerare corpo e mente senza dover percorrere migliaia di chilometri. Questo tipo di turismo, spesso definito “di prossimità”, ha beneficiato negli ultimi anni di una nuova consapevolezza legata alla sostenibilità, alla qualità della vita e alla riscoperta delle tradizioni locali.
Il fascino dell’autenticità: perché scegliere l’agriturismo
La vacanza in agriturismo si conferma quindi una delle opzioni preferite dagli italiani e da un numero crescente di turisti stranieri, attratti dall’idea di un soggiorno che unisce natura, buon cibo, tranquillità e cultura contadina. Non si tratta solo di dormire in campagna: oggi gli agriturismi propongono esperienze autentiche che spaziano dalle degustazioni guidate ai corsi di cucina tradizionale, dalle passeggiate nei boschi alla partecipazione alle attività agricole stagionali.
La scelta dell’agriturismo, in occasione della Pasqua, si lega anche al desiderio di celebrare la festività in un contesto familiare, conviviale e ricco di sapori genuini. I pranzi pasquali organizzati dagli agriturismi, con menù tipici del territorio, rappresentano infatti uno dei motivi principali della visita per chi non pernotta, ma decide comunque di trascorrere qualche ora lontano dal caos cittadino.
L’identikit del viaggiatore pasquale
I dati raccolti da Coldiretti delineano un profilo piuttosto chiaro dei turisti che sceglieranno l’agriturismo per Pasqua 2025: si tratta prevalentemente di famiglie e coppie giovani, provenienti sia dalle città italiane che da alcuni Paesi europei (in particolare Germania, Francia e Svizzera), desiderosi di vivere una parentesi di benessere, accompagnata da un’alimentazione sana e dalla possibilità di esplorare borghi storici, percorsi naturalistici e tradizioni locali.
Un’attenzione particolare è riservata anche alle famiglie con bambini, per le quali molti agriturismi offrono spazi attrezzati, attività didattiche legate alla fattoria e percorsi ludico-educativi. La presenza di animali, la possibilità di assistere alla mungitura, alla raccolta delle uova o alla semina dell’orto diventano elementi di attrazione in grado di unire divertimento e apprendimento.
Il ruolo strategico degli agriturismi nella promozione del territorio
L’agriturismo, oggi, è molto più di una struttura ricettiva. Rappresenta un presidio culturale ed economico del territorio, capace di generare valore aggiunto per l’intero tessuto rurale. Ogni soggiorno, infatti, attiva un circuito virtuoso che coinvolge produttori locali, artigiani, guide ambientali, enti parco e comunità locali, favorendo un’economia diffusa e sostenibile.
Proprio in occasione della Pasqua, molti agriturismi aderiscono a iniziative promozionali in collaborazione con enti locali, proponendo pacchetti esperienziali che comprendono escursioni, visite a cantine e frantoi, partecipazione a riti religiosi e folkloristici, tipici delle festività pasquali, come processioni, fiere e mercatini.
Questa capacità di valorizzare le risorse del territorio è un elemento distintivo rispetto ad altre forme di ospitalità, e sta contribuendo a far dell’agriturismo uno dei segmenti più dinamici dell’offerta turistica italiana.
L’impatto economico e ambientale
L’aumento delle presenze previsto per Pasqua 2025 non si traduce solo in numeri turistici, ma ha ricadute concrete anche sul piano economico e ambientale. Da un lato, gli agriturismi offrono occupazione stagionale e stabile, contribuendo a contrastare lo spopolamento delle aree interne e montane. Dall’altro, promuovono un modello di turismo a basso impatto ambientale, dove il consumo di risorse è contenuto e i prodotti alimentari provengono per la maggior parte da filiere corte o a chilometro zero.
Inoltre, molti agriturismi stanno investendo in energie rinnovabili, tecnologie green e pratiche agricole rigenerative, rispondendo così alle esigenze di un turismo sempre più attento ai temi della transizione ecologica e della responsabilità ambientale.
Nonostante i dati positivi, il settore agrituristico deve affrontare alcune sfide strutturali. Tra queste, la necessità di semplificare le procedure burocratiche, migliorare la connettività digitale nelle zone rurali, e rafforzare i canali di promozione, soprattutto all’estero.
Coldiretti, attraverso Terranostra e Campagna Amica, chiede da tempo un piano nazionale per il turismo rurale, che includa misure di sostegno, incentivi alla digitalizzazione, formazione specifica per gli operatori del settore e sinergie con i distretti agroalimentari e le reti ecoturistiche.