Non c’è post di politica che parli di banche, tasse, immigrazione, crisi di governo che non venga commentato con un “Parliamo di Bibbiano”. La realtà è che a noi di Bibbiano non frega nulla, ci interessa solo dare un colore politico alle notizie.
Lo scorso 27 giugno i carabinieri di Reggio Emilia hanno notificato misure cautelari a dieci persone e messo agli arresti altri sei soggetti. L’inchiesta riguarda un presunto traffico di minori nel comune reggiano di Bibbiano e ha preso il nome di “Angeli e Demoni”. Da quel che emerge, ci sono casi di minori dati in affido con un sistema illecito. Ad aggravare la posizione degli indagati, ci sarebbero testimonianze audio e video di incontri piuttosto invasivi nel tentare di manipolare le risposte dei bambini. Assistenti sociali e psicologi avrebbero tolto i figli a famiglie in difficoltà, per affidarle a conoscenti. Dietro un pagamento, si intende. I vari indagati sono accusati di frode processuale, depistaggio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, abuso d’ufficio, peculato d’uso e lesioni gravissime. I casi al momento al vaglio degli investigatori sono circa 70.
Tra gli altri, la vicenda vede come protagonista Claudio Foti, psicoterapeuta e formatore di fama nazionale, gestore della onlus “Hansel e Gretel”. Questa era stata incaricata dall’Unione Val d’Enza di occuparsi delle sedute di psicoterapia dei minori, all’interno della struttura “La Cura”. Inaugurato nel settembre 2016, lo spazio è un centro sperimentale di sostegno ai minori che hanno subito violenze ed è ospitato dai locali del comune di Bibbiano.
Ci sono di mezzo i soldi?
Sì. Le sedute di piscoterapia avrebbero garantito agli piscologi compensi di 135 euro da parte del Comune a seduta, a fronte di una media di 60-70 euro. Tra le altre cose, l’Asl avrebbe potuto svolgere gratuitamente il servizio. Il danno economico, secondo quanto emerso, ammonterebbe a circa 200 mila euro.
Cosa c’entra il Pd?
Tra i principali indagati ci sono la dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val D’Enza, Federica Anghinolfi, e l’assistente sociale Francesco Monopoli, entrambi agli arresti domiciliari, che avrebbero gestito tutto il sistema di affido illecito dei bambini. Tra gli altri arrestati ci sono inoltre Foti e la moglie, Nadia Bologni, anche lei psicoterapeuta, e il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, che però è accusato solo di abuso d’ufficio e falso, e non è coinvolto in crimini contro i minori. Nell’inchiesta sono indagati anche gli ex sindaci di Montecchio Emilia e Cavriago, Paolo Colli e Paolo Burani, in carica all’epoca dei fatti.
Cosa ha fatto il sindaco di Bibbiano?
Il sindaco di Bibbiano, del Partito democratico, è indagato per abuso d’ufficio e falso. La sua colpa sarebbe quella di aver affidato direttamente alla onlus Hansel e Gretel la gestione del servizio di psicoterapia. Normalmente, infatti, per collaborazioni con enti statali di vario tipo e sopra certe cifre è necessario pubblicare un bando e svolgere la cosiddetta procedura a evidenza pubblica, come avviene normalmente per gli appalti della pubblica amministrazione.
Quest’ultima infatti non può comportarsi come i privati, alzandosi la mattina e comprando beni e servizi dal commerciante o dal professionista più simpatico, più imparentato o più vicino.Deve emettere un bando, in cui dice di cosa ha bisogno e deve aspettare che i privati interessati facciano le loro offerte. La normativa è molto complessa, ma per la scelta dell’azienda che gestirà il servizio, gli enti pubblici (o le agenzie della mobilità) stilano una tabella di punteggi che tiene conto di numerose variabili, come prezzi, qualità, tecnologie impiegate, condizioni dei lavoratori. Nel caso di Bibbiano non è stato fatto questo. Si è agito come si commercia tra privati, cosa che non si può fare.
Perché il caso di Bibbiano è diventato un caso politico?
Perché su tutti i giornali è stata rimarcata l’appartenenza del sindaco di Bibbiano al Partito Democratico. Dato che effettivamente corrisponde al vero, ma informazione strumentalmente utilizzata. Alcune parti politiche hanno infatti cavalcato l’onda della contestazione, a partire dal Movimento Cinque Stelle, che tramite Luigi di Maio aveva affermato di non voler avere “niente a che fare con il partito di Bibbiano e degli elettroshock ai bambini”. Sembra passata una vita, vero? Niente elettroshock, comunque: si trattava di una fake news.
Gli affezionati dell’accostamento tra “sinistra” e “mangiabambini” di tutto l’arco parlamentare hanno infatti pensato che potesse essere un buon modo per polarizzare il consenso degli italiani, semplificando la questione. Tu hai concesso i locali in modo non trasparente? Bene, allora tu hai sottratto i bambini ai loro genitori.
E allora perché nessuno smentisce?
Perché una smentita necessita di un minimo di approfondimento. Purtroppo, per alcune parti politiche risulta molto comodo il dualismo tra “con Bibbiano” e “contro Bibbiano”: non ci sono sfumature e tutti sono colpevoli alla stessa maniera. L’equivalenza tra Bibbiano e Partito democratico è una bugia che racconta chi mente sapendo di mentire. Ma è comodo così. Non si vogliono elettori informati, si cercano tifosi sfegatati, che vadano a zittire gli avversari con un lapidario “Parliamo di Bibbiano”.
E la bambina di Pontida?
La bambina di Pontida non fa parte dei bambini rientrati nelle loro famiglie a Bibbiano. E’ di un’altra zona italiana, quella comasca. Ironia della sorte, però: la bambina comparsa sul palco (non quella in braccio a Salvini, che è invece la figlia) ed erroneamente o volutamente collegata al caso Bibbiano risiede in un comune amministrato negli ultimi anni dalla Lega. E’ stata tolta alla mamma su richiesta del padre dal Tribunale. Salvini ha, per l’ennesima volta, giocato sporco: ha parlato di “Greta, che è questa splendida bimba coi capelli rossi che dopo un anno è stata restituita alla mamma”. Dietro campeggiava lo striscione “Bambini strappati” e, pur senza citarlo direttamente, il collegamento con i fatti di cronaca del comune reggiano era scontato. Lo stesso Salvini ha usato l’hashtag #Bibbiano nei suoi post a corredo del raduno leghista. Il profilo Twitter ufficiale della Lega ha invece tuonato “Salvini chiude il comizio con Greta, bambina di Bibbiano”. Probabilmente Luca Morisi, lo spin doctor di Matteo Salvini, non li aveva avvisati. O forse sì. Ma non è questo il punto. Sì è creata la confusione tanto comoda alla politica.
Ma quindi interessa davvero a qualcuno dei minori coinvolti?
Salvini, come già detto, mentiva sapendo di mentire. Sapendo che dopo il suo intervento ci sarebbe stato un polverone sull’utilizzo dei bambini per fini politici, poi probabilmente si sarebbe scoperta la non provenienza di Greta da Bibbiano. Ma a lui questo non interessava e non interessa. E’ consapevole che i suoi fedelissimi non seguiranno poi lo svilupparsi della vicenda e gli aggiornamenti su Twitter. Lui si è schierato dalla parte dei bambini strappati alle famiglie: una lotta che ha fatto sua, ma non per la nobiltà della missione, semplicemente perché il caso Bibbiano è un caso “di pancia“. La tentazione di sovvertire le logiche garantiste per buttare in galera subito chi sembra aver sottratto dei bambini alle loro famiglie è forte in tutti. Risponde all’istinto di protezione che ognuno ha verso i propri figli, nipoti e, in generale, verso i bambini.
L’elettorato, infatti, si mostra particolarmente coinvolto per le tematiche riguardanti ingiustizie sociali e crimini verso i minori. Affibbiare al Partito Democratico l’etichetta di “partito di Bibbiano” è quindi cinicamente e strategicamente proficuo per il consenso leghista.
Non c’è post di politica che non venga commentato, pur senza alcuna affinità di argomento, con un “parliamo di Bibbiano”. Si parla di banche, di tasse, di immigrati, di lavoro, di caduta del governo, ma la risposta è sempre “parliamo di Bibbiano” da parte di una buona fetta di elettorato. Non c’è argomentazione, non c’è approfondimento, ma soprattutto non c’è interesse nel sapere del destino di questi bambini che hanno subito una terribile ingiustizia. Vengono semplicemente utilizzati come materiale da propaganda.
Due pesi e due misure
Anche nelle fotografie comparse qualche giorno fa e ritraenti i senatori leghisti a Palazzo Madama con la maglietta “Parliamo di Bibbiano”, con le lettere “p” e “d” ben evidenziate, si sottolinea la presunta responsabilità diretta del partito di Zingaretti. Si scattano foto, si ride, si scherza, ma non c’è niente da ridere. Il dolore che questa storia ha provocato è solo materiale politico. I bambini vengono usati per interessi di partito. Le loro famiglie sono grimaldelli con cui accedere al Parlamento.
La doppia morale di Salvini emerge in tutta la sua spregiudicatezza: se non si poteva fare polemica sul suo primogenito ritratto sulla moto d’acqua della polizia e si dovevano “tenere i bambini fuori dalla politica”, oggi invece si possono esibire su un palco, per accusare l’avversario e polarizzare le opinioni.
Bibbiano o non Bibbiano, chissenefrega.
La nostra capacità di capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato è offuscata dallo spirito da tifosi che sentiamo montare dentro di noi, quando vediamo Salvini in tv. Lo amiamo? Il Pd rapisce i bambini al supermercato e li dà a famiglie di comunisti drogati e debosciati, magari pure omosessuali. Lo odiamo? Il Pd è un partito di santi ed eroi, che si è sempre comportato in modo cristallino ed esemplare, in corsa per le primarie del Paradiso.
Nemmeno a noi, quindi, frega nulla di indagare l’esistenza di un problema nel settore degli affidi e dei servizi sociali di alcune zone d’Italia, in cui alcuni professionisti, a scapito di tutta la categoria, sembrano falsificare carte e colloqui, riuscendo in poco tempo a rovinare per sempre la vita di famiglie e bambini. Non ci interessa nulla della facilità con cui questo avviene. Non ce ne frega nulla del dolore. Manco ci sfiora l’idea dei professionisti che invece lavorano seriamente e che vedranno complicarsi le loro mansioni, per colpa di qualche criminale assetato di profitto.
“Parliamo di Bibbiano” non è uno slogan che ci darà maggiore consapevolezza. Serve solo a zittire l’avversario. E’ l’ennesima manfrina politica, perché è questa la realtà: ci interessa solo dare un colore politico alle notizie. Quello degli affidi gestiti in questo modo potrebbe essere un problema diffuso, grande come la Luna, che comunque non vedremo, perché troppo concentrati a guardare il dito di Salvini.
Elisa Ghidini