Parlamento tedesco all’insegna dell’inclusività

parlamento tedesco

Domenica 26 settembre in Germania si sono le tenute le elezioni del Bundestag, che hanno portato alla nascita di un parlamento alquanto diversificato. Il nuovo parlamento tedesco, e in particolar modo il partito dei Verdi, pullula di “primi”.

Le prime donne trans membri del parlamento tedesco

Nyke Slawik

“In un periodo nel quale veniamo ancora presi in giro, alcun* trans ancora subiscono bullismo o perdono il loro lavoro, questo è storico.

Per la prima volta, passiamo da vittime in questa società a stare sui nostri stessi piedi”.

Così si è espressa Nyke Slawik, una delle prime due donne trans che sono state elette domenica.

Nonostante la decriminalizzazione dell’omosessualità nel 1969 e la legalizzazione dei matrimoni gay nel 2017, i crimini d’odio contro le persone LGBTQ+ continuano ad aumentare in Germania. Proprio per questo, Slawik si propone di mettere in atto un piano a livello nazionale per combattere l’omofobia e la transfobia.

Inoltre, intende impegnarsi per l’uguaglianza di genere, chiedendo una legge per la parità, che stabilisca che il 50% dei posti in parlamento e nelle direzioni aziendali vengano riservati a donne. Un altro obiettivo che si propone è quello dell’equal pay, che consiste in una paga che ricompensa tutti i lavoratori equamente per il lavoro svolto, a prescindere dal loro genere.

Tessa Ganserer

L’altra donna apertamente trans che da poco occupa un posto nel parlamento è Tessa Ganserer.

Ganserer non ha potuto partecipare alle elezioni con il nome di Tessa, a causa delle rigide leggi tedesche. Stando alla legge sulla transessualità, approvata nel 1981, bisogna ottenere un certificato medico per poter cambiare nome e identità di genere dal punto di vista legale. Secondo quanto afferma Kalle Hümpfner, portavoce di Bundesverband Trans*, per arrivare ad avere questo certificato si possono spendere dai 1.800 alle migliaia di euro in totale. Per non contare lo stress fisico e psicologico che questo ennesimo percorso causa a chi vorrebbe semplicemente essere riconosciuto per ciò che è e si sente di essere.

Un governo ‘semaforo’ potrebbe portare avanti un cambiamento in questo campo. Lo stesso Scholz, infatti, ha affermato che le precedenti proposte di legge sul tema sono state bocciate a causa del partner dell’SPD nella coalizione rosso-nera. Sembrerebbe quindi propenso a tornare sul caso per raggiungere un accordo.

Parlamento tedesco arcobaleno

Oltre a Slawik e Ganserer, il parlamento tedesco si colora anche di rosa-viola-blu. Ricarda Lang, 27enne, è un altro membro del partito Verdi arcobaleno.  È una donna bisex che si impegna per un governo femminista, per un’assistenza sanitaria più efficiente, ma soprattutto per una società diversificata. La bisessualità, dice Lang, è ancora largamente discriminata. Le donne bisex spesso non vengono prese sul serio a causa del loro orientamento sessuale. Per questo, Lang vorrebbe che si trattasse la tematica a scuola, di modo che le nuove generazioni crescano sapendo che l’amore è amore, a prescindere dal genere e dalla sessualità di chi si ama.




Parlamento tedesco multietnico

Il partito ecologico vanta anche la prima donna nera nella storia del Bundestag tedesco, Awet Tesfaiesus.

Nata in Eritrea, ma scappata da bambina con la famiglia in Germania, Tesfaiesus si propone di lavorare sui diritti di asilo, introducendo una legge sull’asilo per combattere razzismo e discriminazione.

“Da piccola non immaginavo che al mondo potesse esserci un’avvocata, dottoressa o politica nera”,

racconta Tesfaiesus. Sente quindi come suo dovere portare avanti un progetto per raggiungere la parità di opportunità, affinché le bambine d’oggi possano crescere credendo che ciò è possibile.

L’inclusività verde

Il partito ecologista ha presentato numerose figure che simboleggiano una Germania più aperta e progressista, che abbraccia il cambiamento e supporta le minoranze. Infatti, mentre in FDP e CDU le donne occupano meno del 25% dei seggi, il partito verde conta con ben il 58,5%.

Un altro nome che spicca tra i suoi membri femminili è quello di Stephanie Aeffner, che combatte con una malattia che dal 1999 la costringe sulla sedia a rotelle. Anche Aeffner, in quanto rappresentante di una comunità, porta con sé degli obiettivi specifici, quali un miglioramento nel settore sanitario con investimenti negli ospedali.

Berlino al femminile

Oltre alle elezioni per il parlamento, domenica si sono tenute anche quelle per il nuovo sindaco di Berlino. Per la prima volta dalla fondazione della città, ben 784 anni fa, sarà una donna a guidare la capitale tedesca. L’incaricata è la socialdemocratica Franziska Giffey.

Queste novità politiche sembrerebbero indicare una positiva svolta radicale per la Germania, che ancora combatte con i resti di un’ideologia xenofoba.

Elisa Pinesich

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