Il parlamento israeliano vota per vietare l’UNRWA: impatto e possibili conseguenze

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Andrea Umbrello

Direttore Editoriale di Ultima Voce


Il parlamento israeliano vieta l’UNRWA, l’agenzia ONU che fornisce servizi essenziali ai rifugiati palestinesi, impedendole di operare nei territori sotto il controllo israeliano. Questa decisione rischia di lasciare milioni di palestinesi senza il supporto fondamentale per istruzione, sanità e assistenza alimentare.


La decisione della Knesset

Il parlamento israeliano ha approvato una legge che vieta all’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi (UNRWA) di operare nelle aree sotto controllo israeliano. Questa decisione si articola in due proposte: la prima proibisce tutte le attività dell’UNRWA in Israele, mentre la seconda vieta alle autorità israeliane di collaborare con l’agenzia ONU. Tale legge revoca un trattato del 1967 che autorizzava l’agenzia a fornire servizi essenziali ai rifugiati palestinesi.

La mossa ha suscitato critiche e preoccupazioni internazionali per le ripercussioni che potrebbe avere sulla vita dei palestinesi. L’UNRWA è infatti la principale fonte di assistenza per i rifugiati palestinesi, specialmente in aree come Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est, dove offre servizi vitali come istruzione, sanità e supporto alimentare.

L’UNRWA e il suo ruolo essenziale per i rifugiati palestinesi

Fondata nel 1949, l’UNRWA è stata istituita per fornire assistenza ai palestinesi sfollati durante la Nakba, l’esodo massiccio legato alla nascita di Israele. Inizialmente dedicata a circa 750.000 rifugiati, oggi l’agenzia sostiene oltre 5,9 milioni di palestinesi in Medio Oriente. In particolare, l’UNRWA è una risorsa insostituibile per circa 1,7 milioni di rifugiati palestinesi nella Striscia di Gaza e 871.500 nella Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

I servizi fondamentali offerti

L’agenzia fornisce un’ampia gamma di servizi che spaziano dall’assistenza sanitaria all’educazione, fino a generi alimentari di base. Questi servizi non sono solo essenziali per il sostentamento delle famiglie palestinesi, ma anche per la loro stabilità economica e sociale, rappresentando una fonte primaria di occupazione per oltre 30.000 persone.

Le motivazioni della legge e le accuse a UNRWA

Israele ha da tempo avanzato accuse all’UNRWA, sostenendo che alcuni membri del suo personale abbiano legami con gruppi terroristici come Hamas e che le scuole dell’agenzia siano veicoli di propaganda anti-israeliana. Queste affermazioni, sebbene contestate dall’UNRWA, hanno contribuito a formare una percezione negativa che ha portato alla recente legge.

La controversia è stata amplificata dalle dichiarazioni di Boaz Bismuth, membro del partito Likud, secondo cui l’agenzia “equivale ad Hamas” e dunque è inaccettabile in Israele. L’UNRWA ha sempre negato tali affermazioni, insistendo sul fatto che i suoi programmi siano basati su criteri di neutralità e mirati esclusivamente ad aiutare i rifugiati palestinesi.

Le reazioni della comunità internazionale

La decisione della Knesset è stata criticata da diversi attori globali, tra cui il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, il quale ha sottolineato come l’UNRWA sia “insostituibile” per milioni di palestinesi. Guterres ha persino scritto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per esprimere preoccupazione, affermando che il divieto “potrebbe soffocare gli sforzi per alleviare la sofferenza umana e le tensioni nella regione”.

Gli Stati Uniti, sebbene abbiano temporaneamente sospeso i finanziamenti all’UNRWA a causa di un’indagine interna, hanno espresso timori per il divieto, sottolineando l’importanza dell’agenzia nei territori palestinesi. Anche Antony Blinken e Lloyd Austin, rispettivamente Segretario di Stato e Segretario della Difesa degli Stati Uniti, hanno dichiarato in una lettera congiunta di essere “profondamente preoccupati” dalle conseguenze della legge.

Le prospettive future e le conseguenze per i rifugiati

La legge approvata dalla Knesset apre una serie di interrogativi sul futuro dell’assistenza ai rifugiati palestinesi. Se l’UNRWA fosse effettivamente costretta a interrompere le sue attività, centinaia di migliaia di palestinesi si troverebbero senza supporto educativo, sanitario e alimentare. Israele si troverebbe inoltre a dover colmare il vuoto creato, un compito arduo per le sue autorità, che dovrebbero gestire direttamente un numero così elevato di persone vulnerabili.

I ministri degli Esteri di sette paesi, tra cui Canada e Germania, hanno esortato Israele a riconsiderare la legge, ritenendo che l’UNRWA fornisca un “ruolo insostituibile” per la stabilità e la sicurezza della regione. Anche l’ONU ha sottolineato che, senza un’agenzia dedicata, non esisterebbe un’altra entità in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni di milioni di rifugiati.

Impatto umanitario e sociale

Le ripercussioni immediate di questa decisione potrebbero influire pesantemente sui rifugiati palestinesi, che fanno affidamento sull’UNRWA non solo per i beni essenziali, ma anche per la stabilità sociale che l’agenzia garantisce. In un contesto di occupazione, le famiglie palestinesi contano sull’UNRWA come punto di riferimento. L’assenza di tale sostegno potrebbe aumentare la tensione, creando un clima di maggiore instabilità e disagio umanitario.

L’UNRWA ha dichiarato che, solo quest’anno, 233 dei suoi dipendenti sono stati uccisi in operazioni militari. Il caso più recente è avvenuto in Cisgiordania, dove un membro dello staff è stato colpito da un cecchino. Le operazioni dell’agenzia, sebbene da sempre difficoltose, diventano oggi più che mai un obiettivo delle tensioni politiche tra Israele e i suoi avversari.

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