Un paio di occhiali da sole. Dimenticato un po’ ovunque, prima di tornare indietro per recuperarlo; eh, perché gli occhiali da sole sono come gli ombrelli: ci si ricorda di averli dimenticati solo dopo essere scesi o scese per strada, solo dopo che la luce del sole ne ha ricordato la mancanza e il conseguente disagio, come degli ombrelli ci si ricorda solo quando ci si ritrova sotto la pioggia. Gli occhiali da sole, come gli ombrelli, servono come protezione e sono molto più di un accessorio.
Rubando le parole di Michelangelo, essi sono come un mortal velo da cui traspare lo sguardo, lo stato, il sentimento di chi li indossa. E se potesse parlare il paio di occhiali da sole di una donna, avrebbe non poco da raccontare.
“L’ho vista struccata, dopo notti d’amore o dopo notti insonni e non voler essere vista stanca.
L’ho vista entrare nel luogo di lavoro come una persona che ha acceduto in un luogo non consono alle sue capacità e al suo sesso.
L’ho vista varcare la soglia della farmacia e chiedere qualcosa con il tono di voce di una persona che si costituisce dopo aver commesso chissà quale delitto.
L’ho vista partecipare a manifestazioni e a proteste, portandomi sul volto affinché neanche l’accecante luce del sole potesse frenare il suo passo.
L’ho vista abbassare il capo dopo essere stata accusata di calunnia e dopo essere stata offesa da chi non sa o fa finta di non sapere che il terrore priva della parola, della voce e del respiro.
L’ho vista falsamente interessata a vetrine di negozi solo per dimostrare il suo disinteresse nei confronti di chi la seguiva, di chi la affiancava, molestandola verbalmente.
L’ho vista scendere dall’autobus ad una fermata che non era la sua per poter scappare da qualcuno, e l’ho vista voltarsi e voltarsi ancora per accertarsi di non essere seguita.
L’ho vista indossarmi per nascondere, o per tentare di farlo, gli occhi feriti o rossi di un dolore e di una rabbia indicibili, inconfessabili.
L’ho vista denunciare chi le aveva fatto del male e l’ho vista pentirsi di averlo fatto perché l’incomprensione e l’indifferenza, forse, fanno più male della violenza.
L’ho vista guardare il mare come un navigante che si è perso ma che si rincuora pensando che, ad ogni modo, è a casa.
L’ho vista correre, salire le scale con la fretta di chi ha un abbraccio nel cuore che non vede l’ora di aprire. Perché un abbraccio nel cuore lo ha sempre.
L’ho vista asciugarsi di nascosto le lacrime come se le mie lenti potessero veramente renderle invisibili.
L’ho vista in macchina, sulla bici, l’ho sentita cantare le sue canzoni, leggere i suoi libri, l’ho vista concentrata, l’ho vista appisolata su treni che non ha dimenticato.
L’ho vista chiedere la sigaretta ad uno sconosciuto, per fumarla durante la sosta in un autogrill di cui non ricorda il nome ma ricorda il perché.
L’ho vista mentre vedeva se stessa allo specchio, con i suoi giorni, i suoi amori, i suoi sogni. Ho visto il suo stoicismo. Ho visto il suo pessimismo, e ho visto il suo coraggio.
Attraverso le mie lenti, quelle di un paio di occhiali da sole spesso dimenticato, lei ha guardato il mondo: ed è difficile sapere cosa pensava, cosa ha pensato in tutti quei momenti.
Forse ha amato il mondo attraverso il colore delle mie lenti, forse lo ha desiderato diverso da com’è, forse ha imparato a conoscerlo, a combatterlo e a prendersi il proprio posto al suo interno. Non lo so. Sono solo un paio di occhiali da sole, e mi troverete sempre nella sua borsa, anche se in fondo, schiacciato da agende, libri, chiavi e da ciò che non è riuscita a gettare: perché una donna prima o poi ha bisogno di un paio di lenti che le permettano di non essere sbirciata, interrogata o anche solo riconosciuta.
Una donna a volte ha bisogno di me perché il sole è troppo forte, e gli occhi troppo stanchi.”
Deborah Biasco