Parkinson, test: trapianto di neuroni da cellule staminali

Parkinson

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La ricerca scientifica europea ha compiuto un passo significativo nella lotta contro il Parkinson e le malattie neurodegenerative. Grazie a oltre 16 anni di studi e collaborazioni internazionali, il trapianto di neuroni da cellule staminali embrionali umane è ora al centro della prima sperimentazione clinica in Europa, un risultato che potrebbe aprire nuovi scenari terapeutici non solo per il Parkinson, ma anche per altre malattie neurologiche. Questo traguardo, che ha avuto luogo nell’ambito di tre consorzi scientifici finanziati dall’Unione Europea, è stato reso possibile dal lavoro di ricerca condotto dal Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali e Farmacologia delle Malattie Neurodegenerative dell’Università degli Studi di Milano, sotto la guida della prof.ssa Elena Cattaneo, Senatrice a vita e pioniera in questo campo.

La sperimentazione clinica: un passo decisivo

La sperimentazione clinica in corso rappresenta un avvenimento senza precedenti per l’Europa. Iniziata nel febbraio 2023, la fase di test coinvolge otto pazienti affetti da malattia di Parkinson, che sono stati sottoposti al trapianto di neuroni derivati da cellule staminali embrionali umane. Questa innovativa terapia ha l’obiettivo di sostituire i neuroni danneggiati dalla malattia, migliorando potenzialmente la funzione cerebrale e la qualità della vita dei pazienti. Gli interventi sono stati eseguiti in Svezia e Regno Unito, e i pazienti verranno monitorati per un periodo di almeno 12 mesi. I primi dati preliminari, che potrebbero dare indicazioni sugli esiti della sperimentazione, sono attesi per l’inizio del 2026.

Se i risultati saranno positivi, questa tecnica potrebbe avere ripercussioni rivoluzionarie non solo nel trattamento del Parkinson, ma anche per altre malattie neurodegenerative come l’Huntington. La ricerca si colloca nell’ambito di un approccio più ampio alla medicina rigenerativa, che potrebbe ridisegnare il panorama terapeutico delle malattie neurologiche incurabili.

La storia di una collaborazione europea di successo

Il percorso che ha portato a questa storica sperimentazione clinica è stato lungo e complesso. Il progetto ha preso piede nel 2008, quando tre consorzi scientifici finanziati dall’Unione Europea hanno unito forze e competenze per sviluppare la tecnica di trasformazione delle cellule staminali embrionali in neuroni specifici per la malattia di Parkinson. Questa fase di ricerca si è focalizzata sulla sicurezza e sull’efficacia delle cellule trapiantate, ottenendo una serie di successi che hanno portato all’autorizzazione dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) a proseguire con la sperimentazione clinica.

Nel corso degli anni, il laboratorio della prof.ssa Cattaneo, che ha coordinato i consorzi, ha collaborato con numerosi centri di ricerca in Europa e in tutto il mondo. Questo lavoro collettivo è stato possibile grazie al sostegno e ai finanziamenti previsti da programmi di ricerca europei come il 7° Programma Quadro e Horizon 2020, che hanno incentivato la cooperazione tra istituti accademici, centri di ricerca e l’industria. La prof.ssa Cattaneo ha sottolineato come la collaborazione internazionale sia stata un elemento cruciale per il successo di questo progetto, evidenziando come l’Unione Europea, da sempre promotrice di un ambiente di ricerca libero e competitivo, abbia stimolato la nascita di sinergie scientifiche indispensabili per raggiungere questo traguardo.

L’importanza del finanziamento e della cooperazione europea

Nel corso del convegno “Stem Cell Revolutions for Neurodegenerative Diseases”, che si è tenuto presso l’Università degli Studi di Milano, la Rettrice Marina Brambilla ha sottolineato l’importanza del finanziamento europeo nella promozione di una ricerca innovativa e internazionale. L’Unione Europea, ha spiegato, ha rappresentato un catalizzatore di cooperazione scientifica, mettendo a disposizione risorse e opportunità che hanno permesso a ricercatori di diversi Paesi di unirsi e lavorare insieme verso obiettivi comuni.



In particolare, Maria Leptin, presidente dello European Research Council (ERC), ha evidenziato come la ricerca di frontiera sia fondamentale per la competitività e l’innovazione. Leptin ha auspicato che l’Europa continui a investire nell’eccellenza scientifica per mantenere una posizione di leadership globale nelle tecnologie future, in particolare nel settore della biomedicina.

La prospettiva futura della ricerca sulle cellule staminali

La ricerca sulle cellule staminali embrionali non è un campo nuovo, ma le sue applicazioni cliniche sono ancora in una fase pionieristica. La scoperta delle potenzialità delle cellule staminali per trattare malattie neurologiche risale a più di 25 anni fa, con pionieri come Anders Björklund e Malin Parmar, che hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo delle tecniche di trapianto cellulare. Björklund, presente al convegno, ha ricordato come le cellule staminali abbiano aperto la strada a trattamenti innovativi per il Parkinson, mettendo in luce le enormi possibilità che si aprono per la medicina del futuro.

Oggi, la sperimentazione clinica, coordinata da Parmar e da altri esperti come Roger Barker dell’Università di Cambridge, è un ulteriore passo verso la realizzazione di trattamenti efficaci per le malattie neurodegenerative. L’importanza di questo lavoro sta anche nell’integrazione tra mondo accademico e industria, un fattore fondamentale per portare le innovazioni scientifiche dal laboratorio alla pratica clinica.

Un cambiamento di paradigma: il divieto delle cellule staminali in Italia

Uno degli aspetti critici emersi durante il convegno riguarda la legislazione italiana, che limita l’uso delle cellule staminali embrionali. La legge 40/2004, che vieta la derivazione di cellule staminali dalle blastocisti sovrannumerarie, rappresenta un ostacolo significativo per la ricerca, costringendo gli scienziati italiani a importare queste cellule da altri Paesi per poter proseguire con gli studi. La prof.ssa Cattaneo e gli altri relatori hanno sottolineato l’importanza di superare questi vincoli legali, affinché l’Italia possa rimanere competitiva nel campo della ricerca biomedica.

La sperimentazione clinica in corso rappresenta un passo decisivo per il trattamento del Parkinson e di altre malattie neurodegenerative. Grazie alla collaborazione e al supporto dell’Unione Europea, la ricerca sulle cellule staminali embrionali è entrata in una nuova fase, che potrebbe aprire a grandi prospettive terapeutiche. Il successo di questa iniziativa non solo contribuirà a migliorare la vita di milioni di pazienti, ma anche a rafforzare il ruolo dell’Europa come leader globale nella ricerca biomedica.

Vincenzo Ciervo

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