La campagna parigina sulla sicurezza stradale è davvero promettente. Da qualche settimana, le autorità francesi hanno installato dei CrashBillboard (qui il link del video) nelle aree più trafficate della città. L’impianto funziona secondo tale modalità: la persona che attraversa l’incrocio con il semaforo rosso sarà colto di sorpresa da un rumore di una macchina che sta inchiodando. Il tutto verrà ripreso dalla fotocamera del cartellone che puntualmente mostrerà al diretto interessato la sua espressione. Il succo dell’esperimento è quello di sensibilizzare gli sconsiderati pedoni. Forse non lo sanno, ma anche loro devono rispettare il codice della strada (e non soltanto chi guida). Parigi vanta il record di città europea con più pedoni coinvolti da incidenti. Quasi 5000 sono le persone (tra morti e feriti) ad essere state investite durante l’attraversamento con il rosso nel corso di un solo anno. La “genialata” proviene dalla Direzione regionale e Interdipartimentale delle Infrastrutture e pianificazione territoriale (DRIEA).
La sicurezza stradale sta più a cuore a Parigi o in Italia?
In Italia la situazione non è delle migliori, eppure, tutto questo viene affrontato in modo molto diverso. Nel 2015 il bel paese ha registrato un tristissimo traguardo. Quasi 250mila persone sono rimaste coinvolte da almeno un incidente stradale. In Italia (come in qualunque altro paese) pesano molto le morti per guide in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti. Campagne di sensibilizzazione come quella avvenuta a Parigi non sono mai state concepite. Nella nostra amata penisola è stato ritenuto più utile la deterrenza data dagli autovelox e vista-red. Numerosissimi sono i casi di multe contestate. Al centro di questa faccenda sembrerebbero esserci numerosissime irregolarità riguardo il corretto funzionamento di tali dispositivi. Addirittura molte volte, diversi cittadini hanno fatto causa perché i “sistemi di sicurezza” non venivano segnalati correttamente. A detta di tantissimi italiani, qui si punta di più a far “cassa” piuttosto che garantire un adeguato livello di sicurezza.
Dubbie certezze e ragionevoli dubbi
Io personalmente non mi spingerò oltre. Anche se la situazione italiana è stata descritta in modo approssimativo, una cosa appare più che chiara: In Italia non c’è ancora quel grado di consapevolezza riguardo l’educazione stradale. Rispetto a Parigi (o alla Francia stessa),l’Italia sotto alcuni punti di vista sembra essere ancora molto carente. Appare molto strano che un paese “civile” come il nostro debba macchiarsi della contrapposizione legalità-sicurezza. Dovrebbe essere considerato inaccettabile il fatto che, diversi dispositivi statali di sicurezza vengano considerati non a norma. C’è chi dice che siano degli autentici “mangiasoldi” (piuttosto che vere misure di sicurezza).
Le parole finali su questo non spettano a me. Spero che venga fatta chiarezza e che magari un giorno potremo prendere in esempio quello che sta avvenendo a Parigi. Nel frattempo proponiamo un articolo molto interessante sempre nel tema della sicurezza stradale (qui il link).
MARCO GALLETTI