Parentese è un termine inglese (dunque deriva da parents cioè genitori non parenti) che indica quel modo di parlare che genitori di tutto il mondo adottano con i propri bimbi in tenera età, non stiamo parlando del cosiddetto “baby talk” cioè quel parlare “sciocco” pieno di suoni senza senso che spesso si accompagna alle coccole, il parentese consiste nel parlare un linguaggio corretto grammaticalmente ma molto semplificato e usando un tono di voce che tende ad enfatizzare le parole.
Ora una ricerca proveniente dall’Università di Washington e pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, afferma che il parentese aiuta lo sviluppo linguistico del bambino.
Come detto poc’anzi genitori di praticamente ogni parte del mondo adottano questa tecnica in maniera istintiva nel proprio idioma, ma nel 2018 i ricercatori guidati da Patricia Kuhl, professoressa di scienze della parola e dell’ascolto presso la suddetta Università hanno condotto un esperimento, hanno preso due gruppi di genitori, quelli di un gruppo hanno frequentato dei corsi di addestramento all’utilizzo del parentese. A distanza di mesi i bambini dei due gruppi sono stati confrontati e lo sviluppo delle abilità linguistiche di quelli del gruppo i cui genitori usavano parlare loro in parentese molto spesso è risultato sensibilmente più avanzato. I bambini hanno mostrato sia un maggior uso del tipico farfugliare dei bambini che ancora non parlano (a 14 mesi) che un più avanzato sviluppo del linguaggio a 18 mesi.
I ricercatori sono stati anche impressionati da quanto bene i genitori hanno risposto ai corsi di parentese, come detto molti genitori utilizzano quella tecnica già in maniera istintiva, a questi genitori sono state impartiti degli strumenti che hanno permesso loro di misurare l’efficacia di quanto facevano coi loro bambini e sapere come e quando utilizzare il parentese per ottenere i migliori risultati.
Lo studio ha anche svelato perché il parentese funziona, opinione comune era che la semplicità del linguaggio rendesse più semplice ai bambini l’apprendimento, invece pare ci sia una ragione più fondamentale, il tono più acuto e i tempi più lunghi agganciano meglio il cervello del bambino, ne catturano meglio l’attenzione, in pratica il bambino è più socialmente coinvolto.
Roberto Todini