Pare che l’uomo derivi dalla scimmia. Pare.
Con l’orango in questa foto siamo parenti strettissimi. E’ un Primate come noi. E fa parte della nostra stessa famiglia, quella degli “Ominidi”.
Però vedendo questa foto qualche dubbio viene. Questo orango tende la sua mano a un uomo che lui ritiene sia in pericolo. Che stia affogando.
Questo orango non si chiede di che razza sia quella scimmia senza peli in acqua. Di quale nazionalità faccia parte. Quali siano le sue intenzioni. Non si domanda se anche quell’uomo, quella scimmia nuda, sia lì per devastare il suo habitat come hanno sempre fatto le altre scimmie nude prima di lui.
Gli tende la mano e basta.
Istintivamente.
La salvezza di quell’essere umano viene prima della “percezione” della propria sicurezza. Per lui è naturale, è ovvio, è istintivo salvarlo. Aiutarlo. Non ci pensa a girarsi dall’altra parte. E sa che gli altri oranghi lo chiameranno “buonista” e “amico dei trafficanti umani”. Non pensa “è un problema suo”; né gli augura che anneghi. Non gli chiede i documenti.
Lasciarlo lì, ad annegare, per quell’orango sarebbe semplicemente disumano. Anzi no, “disorango”. E lui “disorango” non lo è. Lui, come certi umani, non lo è.
Per cui sì, pare che discendiamo dalle scimmie.
Ma certe foto, se paragonate a certi uomini, il dubbio, sinceramente, lo fanno venire.
Emilio Mola