In Campania arriva il progetto NemoSub: un sommergibile per visitare l’antico Parco sommerso di Baia e le sue splendire rovine
Il progetto
Arriva un’innovazione nel turismo archeologico: è ora possibile visitare le rovine del Parco sommerso Baia, nei Campi Flegrei, grazie al progetto NemoSub. Il Parco è già visitabile con Cymba, un battello con fondo finestrato e capienza di 48 persone o, per i più esperti, con immersioni subacquee guidate. Con NemoSub, un piccolo sommergibile provvisto di vetrate, i visitatori non esperti di immersioni potranno ammirare le antiche rovine della città sommersa ancora più da vicino. Il mezzo è arrivato una settimana fa nel porto di Baia. Il progetto è stato annunciato anche dal sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Regione con un post su Facebook che ricorda l’importanza dello sviluppo e preservazione del patrimonio culturale italiano.
Un sommergibile turistico per visitare la Città Sommersa di Baia. È arrivato a Bacoli un nuovo veicolo, con vetrate affacciate sul fondale, per scoprire il Parco Archeologico Sottomarino più vasto e suggestivo del Mar Mediterraneo. L’antica città romana di Baiae sta diventando sempre più uno dei luoghi di visita più ricercati d’Italia. Un punto di riferimento, per lo sviluppo della nostra terra, che sarà imprescindibile verso il prossimo 2022, con Procida Capitale Italiana della Cultura.
Tra le attrazioni principali della città sommersa, il Ninfeo di Punta Epitaffio e Portus Julius. Inoltre, a una profondità di cinque metri, si possono ammirare i mosaici straordinariamente conservati, affreschi e sculture.
La storia del Parco di Baia
Il 30 gennaio 2007 viene firmata una convenzione tra la soprintendenza per i beni archeologici delle province di Napoli e Caserta e l’associazione temporanea di imprese Assodiving Flegreum rappresentata dal Centro Sub Campi Flegrei per la concessione e relativa regolamentazione delle visite subacquee nel parco archeologico sommerso di Baia. Il 7 Agosto 2007 l’associazione Assodiving Flegreum diventa Consorzio Campano Assodiving Flegreum.
(Parcoarcheologicodibaia.it)
A nord del Golfo di Napoli si trova un’area marina protetta dove è situato il Parco sommerso di Baia. Insieme al Parco sommerso di Gaiola, l’area rappresenta l’unico esempio nel Mediterraneo di protezione archeologica sottomarina. Le due aree fanno parte dei più vasti e famosi Campi Flegrei. La particolarità della zona è quella di essere interessata da bradisismo: un fenomeno conseguente all’attività vulcanica che ha causato, nell’arco dei secoli, l’inabissamento progressivo delle città.
Il Parco si estende lungo il litorale tra Bacoli e Pozzuoli, con punti che arrivano a toccare i 15 metri di profondità. L’importanza di questo Parco archeologico sottomarino è dovuta, non solo alla straordinarietà della scoperta, ma anche al notevole stato di conservazione dei reperti. Alcuni di essi, per la maggior parte arredi scultorei, sono visibili al Museo dei Campi Flegrei a Baia.
La scoperta della città
L’esistenza di una città sommersa nel Golfo si apprende negli anni Quaranta grazie ad alcune foto aeree del pilota Raimondo Baucher. È solo negli anni Sessanta, però, che si avvia una campagna di rilevamento archeologico nell’area interessata che ha portato alla redazione della prima carta archeologica della città. Durante le ricerche emerge un edificio di pregio, successivamente identificato come il ninfeo dell’imperatore Claudio.
Dopo una prima interruzione dei lavori, si riprende negli anni Settanta con un’altra importante scoperta: due sorprendenti sculture, una delle quali rappresenterebbe Ulisse, rimaste al loro posto nell’abside del ninfeo.
Nel 1984 il Castello di Baia è consegnato alla soprintendenza: possono, così, iniziare i lavori di restauro e si istituisce un ufficio archeologico. Nel 1997 all’intero del Museo dei Campi Flegrei viene allestita la Sala del Ninfeo di Punta Epitaffio, che intende riprodurre il ninfeo dell’imperatore Claudio ritrovato nel Parco archeologico sottomarino.
Alcune aree sono ancora soggette a lavori e restaurazioni e, grazie all’arrivo di NemoSub, già utilizzato su suolo nazionale, sarà possibile navigare in queste magnifiche rovine. Un passo ulteriore per il turismo culturale, che vuole avvicinare un pubblico maggiore a godere della storia di uno dei più importanti e suggestivi siti archeologici del Paese.
Marianna Nusca