Parco nazionale Kahuzi-Biega nel Congo: teatro degli orrori

Parco nazionale Kahuzi-Biega

È sempre difficile parlare di atrocità e violazione dei diritti umani. Soprattutto quando si parla di stupri di gruppo, essere umani arsi vivi, e di persecuzioni seriali. Parole forti, ma che descrivono come una lente quello che sta succedendo nel Parco Nazionale Kahuzi-Biega nella Repubblica Democratica del Congo.




Il Parco Nazionale Kahuzi-Biega

Si tratta di un’area protetta e patrimonio mondiale dell’UNESCO, diventato celebre per i trekking di avvistamento dei gorilla; per questo ha ricevuto finanziamenti e sostegno materiale dai sostenitori internazionali (tra cui governi tedesco e statunitense), sempre celebrato come uno dei luoghi più ricchi per la biodiversità del nostro pianeta. Tutto bene fin qui.

Ma le autorità del parco si sono impegnate in un programma triennale (addirittura definito nei tempi) di espulsioni forzate violente contro gli abitanti umani originari del parco: gli indigeni Batwa di Kahuzi-Biega, che sono tra i gruppi più emarginati del paese.

La denuncia

La denuncia viene da Minority Rights Group International che con il rapporto To Purge the Forest by Force documenta le violazioni dei diritti umani svolte tra il 2019 e il 2021: la cosa agghiacciante è che sono altamente organizzate, gravi e perpetrate contro i Batwa congiuntamente dalle guardie del parco e dai soldati dell’esercito congolese, con la connivenza quindi del governo congolese.

Promesse non mantenute

Nell’ottobre 2018, dopo quattro decenni di promesse di reinsediamento non mantenute da parte del governo congolese, alcune comunità Batwa sono tornati al Parco Nazionale Kahuzi-Biega, ricostruendo villaggi sulle loro terre ancestrali. Ma la violenza delle autorità del parco è stata immediata.

Il rapporto presenta prove di guardie del parco e soldati che hanno condotto tre operazioni su larga scala tra il 2019 e il 2021, prendendo di mira almeno sette villaggi abitati da Batwa altamente popolati all’interno del parco; inoltre numerosi sfratti su scala ridotta e atti di repressione. Tra gli altri abusi, decine di Batwa sono stati uccisi, feriti, detenuti arbitrariamente o sottoposti a violenti stupri di gruppo, in una operazione violenta con la precisa intenzione di terrorizzare Batwa e cacciarli dal Parco Nazionale Kahuzi-Biega.

I Batwa

A seguito di queste continue persecuzioni portate avanti da decenni –  il parco nazionale è stato aperto negli Anni Settanta – la comunità indigena è emarginata e costretta a impoverimento, mancanza di terra e sfollamento.

Il rapporto denuncia:

Un modello coloniale che si ripete

Purtroppo è la ripetizione di un modello di conservazione rigidamente coloniale ampiamente utilizzato in Africa orientale e centrale, finanziato e facilitato da una rete di entità internazionali, con conseguenze mortali per le popolazioni indigene e le comunità locali che vivono in prossimità di aree protette.

La società internazionale denuncia anche gli enti finanziatori europei e statunitensi e la World Conservation Society (WCS) che hanno finanziato le attività paramilitari senza informare il Consiglio di Sicurezza ONU e avvallando con il loro silenzio le atrocità che vengono compiute nel Parco Nazionale Kahuzi-Biega.

La morte del giovane Christian

Nel 2017, il diciassettenne Mbone Christian fu ucciso mentre raccoglieva piante medicinali all’interno del parco. Il padre, ferito ma sopravvissuto, lanciò un appello  alla WCS: “Stentiamo a trovare cibo a sufficienza per nutrirci, siamo afflitti da nuove malattie e abbiamo perso molte delle nostre medicine della foresta… Nessuno è mai venuto a chiedere il nostro consenso alla creazione del parco nazionale di Kahuzi-Biega. Allora perché la WCS continua a finanziare e a sostenere tutto ciò?”

Marta Fresolone

 

 

 

 

 

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