Parco eolico a Taranto, il primo offshore del Mediterraneo: un altro passo avanti dell’Italia nella questione ambientale

Parco Eolico Offshore

Finalmente a Taranto sarà presto attivo un parco eolico a largo della costa, dopo quattordici anni, grazie a Renexia. Una soluzione energetica in grado di sopperire al fabbisogno di 60mila tra gli abitanti del capoluogo pugliese.

Da poco l’Italia ha vissuto giornate storiche di cambiamento, in cui la Costituzione ha aggiunto tra i diritti fondamentali la tutela dell’ambiente per le generazioni future: da adesso speriamo di non tornare indietro.

Del problema ambientale si discute già da parecchi anni in modo massivo. Dal Tg alle tracce dei temi per la Maturità, si informa e si dibatte sull’inquinamento e sui conseguenti disagi che attaccano tutto il mondo e tutti gli esseri viventi senza distinzione.
Finalmente l’Italia si sta rendendo conto che il tempo è finito e bisogna fare qualcosa.

Lo scorso 6 febbraio, è stata infatti completata l’installazione della prima delle dieci turbine di Beleolico, il parco eolico offshore nei pressi di Taranto. I tecnici hanno posizionato tutte le componenti del primo aerogeneratore G07 e ora aspettiamo le altre 9 turbine.
Il parco Beleolico avrà una capacità complessiva di 30 Mw, così da produrre oltre 58 mila MWh, e coprire il fabbisogno di energia per un anno di 60mila persone residenti a Taranto. Secondo Renexia, l’agenzia alla quale è stato affidato il progetto, nell’arco dei 25 anni di vita prevista per l’impianto, ci sarà un risparmio di circa 730mila tonnellate di Co2 che in termini ambientali non sono uno scherzo, e nemmeno in termini non ambientali.
L’aspetto interessante del progetto è la tempestività con il quale sta venendo realizzato. L’idea è nata nel 2008, ha ottenuto l’autorizzazione unica nel 2013, e dopo vari passaggi societari è arrivata a Renexia, non senza scontri legali con la giustizia amministrativa del Comune di Taranto.
Anche la Regione Puglia si era espressa negativamente rispetto a Beleolico insieme alla Soprintendenza dei beni paesaggistici, ma alla fine dopo 14 anni ce l’abbiamo fatta.

«Taranto diviene il centro di partenza dell’energia del futuro, pulita e sostenibile, grazie al vento e al mare» secondo Renexia

La Puglia si posiziona così in prima linea per l’impegno nello sviluppo delle risorse rinnovabili, prevedendo un secondo intervento nel Salento. Questa volta galleggiante, il parco di Odra attende di partire. Affidato a Falck Renewables e a BlueFloatEnergy, che ha esperienza nella tecnologia dell’eolico marino galleggiante. I dubbi riguardano l’impatto ambientale e visivo che potrebbe derivare dall’istallazione di questo nuovo parco energetico. L’area di mare coinvolta è tra le località turistiche più importanti quali Capo d’Otranto, Castro Marina, Tricase e Santa Maria di Leuca.

Segue la Puglia anche l’Emilia Romagna, con un progetto ancora più ambizioso chiamato Agnes, nel mare di Ravenna. Fonti principali del progetto sono il sole, il vento e l’acqua del mare, che alimenteranno due parchi eolici, uno fotovoltaico e uno di elettrolizzazione.

I passi in avanti dell’Italia nella tutela dell’ambiente sembrano finalmente reali

All’inizio del mese di febbraio, dopo anni di discussioni parlamentari, dibattiti e proteste, finalmente è stato approvato il disegno di legge che tutela l’ambiente, la biodiversità, gli animali e gli ecosistemi. La Costituzione italiana è stata modificata negli articoli 9 e 41 così da rendere la tutela ambientale un diritto fondamentale.
Secondo il presidente della Camera Roberto Fico “si tratta di un passaggio storico. Un segnale chiaro del Parlamento che dovrà essere un faro per il presente e il futuro del nostro Paese”.
Questa modifica non dovrebbe stupire, si posiziona sulla linea della Carta di Nizza, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, che tutela l’ambiente all’art. 37: “Un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile”, così come il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) all’art. 191.

La portata innovativa della legge riguarda la visione dell’ambiente, fino a oggi inteso solo in ottica antropocentrica. Adesso l’ambiente passa da oggetto di cui l’uomo beneficia a entità protetta dalla costituzione, in vista delle generazioni future.

Non stupisce perciò che il parco Beleolico, le proposte per Ravenna 1 e Ravenna 2, e il parco del Salento stiano diventando realtà.
Insieme al Friday For Future, il nostro Paese sta finalmente prendendo sul serio la questione ambientale, senza chiudere gli occhi di fronte ai bisogno della Terra.
Il sistema delle energie rinnovabili e l’incentivazione di atteggiamenti rispettosi e di riguardo nei confronti dell’ambiente arrivano quasi in ritardi in questo Antropecene che non ci lascia via di scampo.
Il sociologo Ulrich Beck si è interessato molto alle questioni legate alla tutela ambientale e ha identificato la categoria del rischio come il prodotto dell’attività umana, non una calamità naturale: è arrivato il momento che l’uomo che si prenda le sue responsabilità, e paghi ciò che fino a ora ha continuato a rompere.
Milioni di persone ogni anno muoiono o sono costrette ad abbandonare la propria casa a causa degli effetti diretti o indiretti dell’inquinamento, come nel recente caso dell’Indonesia.
L’inquinamento si classifica come la quarta causa di morte nel mondo, anche in Italia.

Per questo il parco Beleolico e gli altri non devono essere sorprese o fari nella notte, per questo il cambio della Costituzione è arrivato meglio tardi che mai, perchè non si torna più indietro adesso. Speriamo.

Maura Vindigni

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