Il Covid-19 ha gettato il Paraguay in una crisi, non solo sanitaria, profondissima, che sta cambiando la composizione del Governo, ed ha portato in strada la popolazione. Intanto la campagna vaccinale stenta a partire, mentre la luce in fondo al tunnel sembra essere ancora lontana
Scandali riguardo l’ordine di vaccini, proteste in strada, violenze, impeachment e aumento della curva dei contagi. Da qualche giorno in Paraguay questi sono i temi che tengono banco, con il Presidente che cambia il volto del Governo e promette l’arrivo di nuovi vaccini. La situazione è disastrosa, e ricorda paurosamente quella venezuelana.
Lo scandalo riguardo i vaccini
Che il Paraguay avrebbe affrontato un’emergenza sanitaria era prevedibile già da mesi, ciò che forse non era prevedibile era l’entità di tale emergenza. Tutto inizia lo scorso anno, quando il Governo paraguayano ordina le prime dosi di vaccino soltanto il 13 ottobre 2020, in netto ritardo rispetto al resto delle nazioni. Ad aggravare la situazione inoltre ci pensa un errore nel pagamento di tali vaccini.
Lo Stato sudamericano infatti riesce ad accedere a quel primo ordine di vaccini grazie al meccanismo Covax. Tale meccanismo, messo in atto dall’OMS in collaborazione con GAVI (Alleanza per i vaccini), è pensato in modo da poter far arrivare a tutte le nazioni delle dosi, evitando che paesi più ricchi facciano incetta del prodotto. Il Paraguay ha tuttavia “commesso un errore”, indirizzando il pagamento del lotto ai conti di GAVI, in mano a Bill Gates, invece che in quelli dell’OMS.
Ciò che più stupisce di questa storia è che, dopo aver ricevuto la comunicazione dell’errore da parte dell’OMS, il Paraguay ha inviato anche la seconda parte del pagamento sui conti dell’associazione di Bill Gates. Pur essendo completamente rientrata tale situazione ha causato non pochi risentimenti tra le file dell’opposizione, che nel corso degli ultimi giorni ha reso pubbliche tali notizie.
L’emergenza di inizio marzo
Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo le famiglie dei pazienti e gli operatori sanitari di tutta la nazione iniziano a chiedere risposte al Governo. I parenti dei malati sono costretti a comprare tutto l’occorrente di tasca propria, compreso il materiale per la terapia intensiva. I costi giornalieri sono alle stelle, e le famiglie ricorrono a qualsiasi metodo per poter racimolare i soldi.
Nella giornata del 3 marzo i medici e gli infermieri paraguayani indicono una manifestazione, per far sentire la propria voce e quella delle famiglie colpite dalla pandemia. Questa iniziativa darà soltanto il la ad una protesta che prenderà dimensioni molto più grandi del previsto. Attraverso un’hashtag sui social infatti le proteste continueranno il 5 marzo, di fronte al Congresso Nazionale.
Poche ore prima dei disordini il Ministro della Salute Julio Mazzoleni rassegna le sue dimissioni. la notizia non ferma comunque le sommosse. Nel corso della nottata si sono inoltre registrate violenze, a causa di vandali scesi in strada per creare scompiglio. Le forze dell’ordine sono persino dovute ricorrere all’uso di pallini di gomma.
Dopo tali avvenimenti il Presidente Mario Abdo Benítez ha convocato un tavolo di discussione con i suoi ministri a Mburuvicha Róga, già il 6 marzo. L’obbiettivo deliberato di questo tavolo era quello di cambiare alcuni ministri e rispondere al chiaro messaggio lanciato dai cittadini. La sera stessa della riunione il Presidente romperà il silenzio ed annuncierà ben tre cambiamenti nel direttivo. Le poltrone saltate saranno quelle del Ministro dell’Istruzione, il Ministro per le Donne e il capo di Gabinetto.
Gli ultimi giorni
Naturalmente nonostante le nuove nomine le proteste sono continuate in strada per giorni. Nel mentre alcuni partiti di minoranza hanno presentato una proposta di impeachment, a seguito delle notizie riguardanti il pagamento dei vaccini.
Il 9 marzo inoltre diventano di dominio pubblico alcuni dati, che mostrano come la maggior parte dei 514 milioni di dollari affidati alla sanità pubblica siano andati spesi in stipendi. Soltanto 64 milioni sono stati destinati all’acquisto di attrezzature adeguate. 34 milioni sono andati alle opere infrastrutturali degli ospedali, e ben 40 milioni si trovano ancora in attesa di destinazione.
Il popolo continua a scendere in strada ogni giorno, e il 12 marzo, durante l’ottavo giorno di proteste, gli animi si scaldano. I disordini si sviluppano durante questa giornata in tre centri: Asunción, Conceptión e Encarnación. Nel corso della nottata nella prima cittadina viene arrestata una donna, accusata di portare con sé una molotov. I manifestanti naturalmente si accaniscono sulle forze dell’ordine, causando diversi scompigli. Nel mentre a Conceptión viene impiccato un manichino di Mario Abdo Benítez.
La situazione nelle ultime ore in Paraguay
Le proteste in Paraguay sono andate avanti per tutto il fine settimana, e nelle ultime ore sembrano essersi tranquillizzate, pur non essendo cessate. E’ notizia di oggi infatti che ci saranno ulteriori proteste contro la chiusura della scuole e la didattica a distanza. Oltre ai naturali disaggi didattici ci si chiede quante famiglie abbiano effettivamente l’accesso al web per poter garantire ai figli di seguire le lezioni.
Il sistema sanitario inoltre sembra essere prossimo al collasso, e Mirna Gallardo, Presidentessa dell’Associazione infermieristica paraguayana, ha parlato di una situazione all’interno degli ospedali al limite del sostenibile. Gallardo ha inoltre fatto presente come l’aumento degli stipendi dei senatori in un momento tanto difficile sia inaccettabile.
E mentre ci si organizza per poter utilizzare le forze militari nell’ambito dell’emergenza sanitaria, costruendo ospedali da campo, sembra essere programmato per venerdì l’arrivo del primo lotto di vaccini Covax. Dei 4 milioni di dosi ordinate ne arriveranno soltanto 36.000.
Il Paraguay ha ricevuto anche aiuti dal Governo cileno e quello degli Emirati Arabi. Mario Abdo Benítez chiede tuttavia all’OMS di velocizzare le spedizioni delle dosi, cercando di far fronte ad un’emergenza senza precedenti in Paraguay.
Marzioni Thomas