In una società democratica e tollerante tutti possono avere e diffondere la propria opinione. O forse no. La questione è in verità molto complessa: è infatti necessario porre dei limiti alla tolleranza di alcune ideologie e della loro espressione, per evitare di cadere nel “paradosso della tolleranza”.
La tolleranza è senz’altro un elemento fondamentale in una società democratica. Tuttavia, anche tale condizione deve essere limitata, per evitare di lasciare libertà di crescita a pericolosi aspetti non-tolleranti e anti-democratici; ecco come funziona il “paradosso della tolleranza”.
Il paradosso della tolleranza
Il filosofo Karl Popper formulò il “paradosso della tolleranza” nel 1945. Tale paradosso si basa su un assunto relativamente semplice: in una società completamente tollerante, le frange intolleranti non troverebbero alcuna resistenza. Non trovando ostacoli, in breve tempo una delle frange intolleranti potrebbe quindi spodestare quella tollerante, creando una società intollerante.
In altre parole, un’eccessiva permissività “dall’alto” porterebbe alla formazione di fazioni intolleranti “dal basso”; queste, essendo tollerate dalla società ma intolleranti verso altri, potrebbero avanzare presto al potere.
Come poter creare, quindi, una società democratica e tollerante senza cadere nel paradosso?
Libertà e limiti
La libertà d’espressione è ovviamente un pilastro irrinunciabile in una società che vuole essere democratica; tuttavia, per non incorrere nel paradosso della tolleranza, è necessario porre dei limiti a tale libertà.
Per tale ragione è stata formulata “l’apologia di reato”, definita dall’Enciclopedia Treccani come «Manifestazione di pensiero idonea a indurre altri soggetti a commettere reati». Si tratta, ovviamente, di una limitazione della libertà di espressione, finalizzata tuttavia al mantenimento di uno stato di generale tolleranza. Si pongono limiti, infatti, solo alle espressioni che possono spinge altri a commettere reati.
Un’altra limitazione è il reato di “istigazione a delinquere”, che si caratterizza per una maggiore influenza, rispetto all’apologia, esercitata su altri soggetti; altri limiti sono posti anche da altre leggi, tra le quali quella sulla diffamazione e sul buon costume.
Tolleranza e utopia
Purtroppo, tali limitazioni sono necessarie al mantenimento di una società tollerante e democratica; l’unico modo per fuggire dal paradosso della tolleranza pare, quindi, creare una società che non sia 100% tollerante, ma che mantenga la possibilità di limitare azioni dannose e, a loro volta, non-tolleranti.
D’altra parte, una società totalmente tollerante sarebbe paragonabile a un’utopia, «un assetto che non trova riscontro nella realtà ma che viene proposto come ideale e come modello»; un modello, purtroppo, irraggiungibile, data la natura molteplice, complessa e conflittuale dell’essere umano.
Angelica Frigo