I paradossi del viaggio nel tempo: forse non esistono

viaggi del tempo

Qualsiasi appassionato di fantascienza sa che il viaggio nel tempo presenta dei paradossi, letteratura, cinema e tv di genere si sono dovuti misurare col problema e quando ci si approccia all’ennesima opera che tratta l’argomento il primo motivo di interesse sono le regole con cui il viaggio nel tempo funzionerà in quella narrazione e quanto l’autore riuscirà a far quadrare il tutto dal punto di vista della coerenza logica.
Ma i paradossi del viaggio nel tempo sono tutt’altro che un problema della fantascienza, i fisici si interrogano per capire se sono risolvibili.
Ovviamente la costruzione di una macchina del tempo non è all’ordine del giorno e anche se si arrivasse alla conclusione che il viaggio nel tempo sia permesso dalle leggi della fisica potremmo scoprire che è impossibile di fatto  perché ci vorrebbe troppa energia o per altri ostacoli pratici non aggirabili.
Il punto è che se invece non è proprio possibile non vale nemmeno la pena di starci a pensare e conviene lasciarlo alla fantascienza.
Ora arriva notizia dall’Università del Queensland che un giovane geniale studente di fisica sotto la supervisione di un fisico della stessa università che ha co-firmato lo studio ha scoperto che i numeri quadrano e che il paradosso si risolve da sé.
Lo studente in questione si chiama Germain Tobar mentre il professore è il dr. Fabio Costa, il loro lavoro è stato pubblicato l’altro ieri su Classical and quantum gravity.
Fu ancora una volta Einstein con la sua teoria della Relatività a postulare che viaggi nel tempo e anelli temporali sono possibili visto che un evento può essere sia nel proprio passato che nel futuro, conseguenza della concezione del tempo come quarta dimensione dello spaziotempo.



Tuttavia buona parte della nostra fisica è basata sulla dinamica classica in cui conoscendo lo stato di un sistema in un dato momento ne puoi ricostruire tutta la storia. Conciliare queste due teorie non è facile e da esse scaturiscono i paradossi del viaggio nel tempo.
Il più famoso è il seguente: se con una macchina del tempo poteste tornare indietro nel tempo ed impedire che il paziente zero si infettasse non ci sarebbe la pandemia da COVID-19, ma se la pandemia non avviene non ci sarà motivo per voi in futuro di tornare indietro per impedirla. Questo paradosso logico apparentemente irrisolvibile ha portato alcuni scienziati a postulare che il viaggio nel tempo non è possibile nel nostro universo (semmai in universi paralleli se esistono). Altri scienziati dicono che si può viaggiare nel tempo (in accordo con la Teoria della Relatività) ma che non si può mai cambiare nulla perché gli eventi sono già successi e dunque immutabili, questo però presenta un bel problema in tema di libero arbitrio, dunque le nostre azioni sono ininfluenti e/o predeterminate?
I due scienziati dicono che i numeri raccontano una storia diversa, tornando all’esempio che possiamo capire (visto che le equazioni sarebbero oltre la nostra comprensione, di certo oltre la mia) i numeri dimostrano che quello che succederebbe è che con il nostro intervento eviteremmo al paziente zero di infettarsi, ma ci infetteremmo noi e diventeremmo noi il paziente zero o sarebbe qualcun altro. In altre parole il nostro intervento cambia qualcosa ma le cose si aggiustano attorno a noi, come se avessimo scagliato una pietra nel fiume del tempo che le scorre attorno e continua il suo corso senza uscire dal suo letto.
Cioè nelle loro equazioni i numeri hanno mostrato di “aggiustarsi” e riequilibrarsi.
Quindi in accordo a queste teorie matematiche sarebbe  possibile un viaggio nel tempo che mantenga il libero arbitrio ma non crei paradossi come quello della pandemia evitata che toglie anche il motivo per il viaggio che la evita.
Saranno contenti gli scrittori di fantascienza che hanno utilizzato questa soluzione che ora ci sono delle teorie che li appoggiano.

Roberto Todini

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