Il disegno di un bambino di 5 anni: l’Ilva raffigurata come un mostro, i cui fumi sparano fuoco e divorano il cielo. Questa è la storia di Federico e di centinaia di bambini, “vittime innocenti dell’inquinamento”.
“Papà uccidi il mostro“, questo il messaggio che Federico aveva lanciato. E il mostro era la fabbrica dell’Ilva, raffigurata come un mostro con i suoi fumi che sparano fuoco e dilaniano il cielo. Federico è morto nel 2014, a soli 9 anni, a causa di un neuroblastoma.
Il disegno che Federico aveva lasciato sul comodino dell’ospedale di Parma – dove era ricoverato – era stato inviato a Rosella Balestra, attivista del comitato Donne per Taranto , che solo qualche giorno fa ha ricordato la storia di Federico su Facebook. Ed ora la sua storia torna ad essere raccontata.
Assieme al disegno il padre scriveva in una lettera: “Ho insegnato a mio figlio in questi anni, ad avere fiducia sempre negli altri, negli adulti, nella Vita“. “Lui – scrive il padre di Federico – da oltre un anno si prepara il suo trolley da solo ogni 20-30 giorni per andare a fare le cura a Parma”. Ma Federico quella volta non torna a Taranto col padre: ” mercoledì prima di ritornare a Taranto per il lavoro, sono andato a salutarlo, dormiva ancora e sul comodino c’era il disegno con l’Ilva ( raffigurata con i fumi
a forma di mani e facce da mostro) e sotto scritto ‘Papà uccidi il mostro!“‘ . ” E ora, mentre lui è lontano da me – si legge nella lettera – sento di averlo tradito, il mostro è là e più forte che mai. Cosa gli dirò domani quando lo riabbraccerò? Che il mostro è ancora lì e che io (il suo eroe) non sono riuscito a sconfiggerlo?“.
La storia di Federico
Il disegno – dove l’Ilva è un grande mostro che spara fumi, e dove spicca la frase “Papà uccidi il mostro” – Federico lo aveva fatto nel 2012, e dal 2011 lottava contro il mostro tumore. Quando i bambini invece, dovrebbero preoccuparsi solo dei mostri sotto al letto. Solo all’età di 5 anni, nel 2010, aveva avvertito i primi sintomi: stanchezza, dolori addominali, fatica a mangiare.
Nel 2011 arriva la diagnosi: neuroblastoma in fase avanzata. Da quel momento Federico inizia la sua battaglia contro il mostro, non si arrende e continua a lottare, a compiere “viaggi della speranza” per tre anni, fino a quando nel 2014 non ce l’ha più fatta. Federico aveva 9 anni appena compiuti.
Vittime innocenti dell’inquinamento
Purtroppo Federico non è il solo: sono centinaia i bambini e i giovani che muoiono a causa dell’inquinamento a Taranto. Sono stati ricordati lo scorso 25 febbraio con una fiaccolata: “Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino” si leggeva sullo striscione.
Giorgio Di Ponzio, 15enne morto per un sarcoma, il mostro contro cui ha lottato per 3 anni. Domenico Palmisano, 26 anni, morto dopo aver dato l’ultimo esame all’università. Alessandro, 7 anni, ucciso dal cancro. Vincenzo Merò, 19 anni, che non è riuscito a sconfiggere il mostro della leucemia.
Tutte vittime innocenti dell’inquinamento. Perché l’Ilva è un mostro che uccide. E secondo Rosella “c’è un solo modo per ricordare Federico e tutti i bambini messi sull’altare del profitto: lottare, lottare ancora e resistere. E soprattutto annullare le divisioni e diventare un’unica grande mano che possa strappare la testa al mostro“.
Francesca Peracchio