Il Vaticano è pronto a risolvere il problema della violenza sulle donne all’interno della chiesa, l’impegno di Papa Francesco: “Si tratta di un problema già affrontato, ma bisogna fare di più. Scioglieremo le congregazioni religiose in cui è entrata la corruzione, anche quella sessuale”.
Una grande presa di posizione quella fatta da Papa Francesco al termine del suo viaggio negli Emirati Arabi, dove ha partecipato a un incontro sulla fratellanza universale, insieme ad oltre settecento leader religiosi di varie fedi. Un’ammissione forse dovuta quella di Bergoglio, soprattutto dopo la denuncia del problema da parte dell’Osservatorio Romano circa le suore vittime di abusi. L’articolo uscito la scorsa settimana, all’interno dell’inserto Donne Chiesa Mondo, ha reso noto un problema di cui si ha testimonianza almeno dagli anni Novanta.
Stando a quanto raccontato dal Pontefice anche il suo predecessore, Papa Ratzinger, quando ancora era cardinale provò a ripulire una congregazione religiosa il cui superiore abusava ripetutamente sulle suore, ma senza successo. Tanto che disse al suo segretario di mettere via gli incartamenti perché “ha vinto l’altro partito”.
Suore abusate: la denuncia dell’Osservatorio Romano
Lucetta Scaraffa, femminista e docente di Storia contemporanea, si occupa in particolar modo della storia delle donne e di quella religiosa. È stata proprio lei a firmare l’articolo di denuncia tra le pagine di Donne Chiesa Mondo, inserto di cui è la direttrice. La Scaraffa ritiene che il problema della violenza sulle donne all’interno delle mura ecclesiastiche vada ricercato nel potere:
Si tratta di un abuso di potere, nato da un’interpretazione perversa del ruolo sacerdotale. Un male che Papa Francesco ha chiamato clericalizzazione.
La cultura ecclesiastica sul ruolo della donna tentatrice e pericolosa, spiega la Scaraffa, spinge a classificare gli abusi sulle suore, anche se denunciati dalla parte lesa, come trasgressioni sessuali commesse da ambo le parti. Per questo motivo è ancor più importante puntare il dito contro il clericalismo, che riporta gli abusi sulle religiose sul campo dell’assoluta differenza di potere. Il silenzio delle suore va ricercato nel motivato timore di ripercussioni, non solo sulla singola ma anche sull’ordine di appartenenza.
Anche secondo Papa Francesco la violenza sulle suore e più in generale sulle donne va ricercata nella questione del potere. Questione che non riguarda solo il mondo ecclesiastico ma la società tutta: “L’umanità non è ancora maturata: la donna viene considerata di seconda classe”. Da parte di Bergoglio c’è tutta la volontà di fare di più e di arrivare ad una soluzione, anche a costo di sciogliere le congregazioni religiose.
Il movimento #MeToo coinvolge la Chiesa
Lucetta Scaraffa nel suo articolo riporta il caso di Suor Maura O’Donohue e suor Marie McDonald. Le religiose alla fine degli anni’Novanta avevano avuto il coraggio di portare alla luce denunce molto precise e inchieste approfondite sul problema della violenza sulle suore da parte di preti e missionari. Le due religiose avevano raccolto testimonianze di abusi da ben 23 diversi paesi del mondo, in particolar modo dall’Africa. Qui gli ecclesiastici ricercavano più le suore che le prostitute per timore di contrarre l’AIDS. Tuttavia la loro inchiesta finì nel silenzio e come ha sottolineato la Scaraffa: “il silenzio contribuisce a dare sicurezza ai violentatori, certi della loro impunità”.
La presa di parola collettiva delle donne successiva al movimento #MeToo ha spinto molte religiose a ribellarsi al ricatto del silenzio. Lo scorso novembre, l’Unione Internazionale Superiori Genarali aveva pubblicamente denunciato la “cultura del silenzio e della segretezza”, messa in atto dalla Chiesa nei riguardi degli abusi e delle violenze. Per questo Mary Dispenza, ex suora oggi membro dell’associazione The Survivors of Abused by Priest, ha accolto con polemica l’intervento di Papa Francesco. Arrivato secondo l’ex religiosa in ritardo:
Sono arrabbiata che il Papa non sia alzato in piedi e non abbia davvero affrontato il problema e rese note le azioni che intende intraprendere.
A questo punto la domanda è una sola: la Chiesa è pronta ad affrontare un altro Caso Spotlight? Non ci resta che aspettare i prossimi sviluppi per saperlo.
Emanuela Ceccarelli