Il messaggio di Papa Francesco sulla mafia in Sicilia: “impoverisce sempre”

Papa Francesco al G7. Papa Francesco sulla mafia

Durante l’udienza in Vaticano con la Comunità dello Studio Teologico San Paolo di Catania, Papa Francesco ha lanciato un messaggio accorato alla Sicilia. Il messaggio di Papa Francesco sulla mafia ha sottolineato come le bellezze naturali e artistiche dell’isola siano minacciate dalla speculazione mafiosa e dalla corruzione, due piaghe che frenano lo sviluppo economico e impoveriscono le risorse. Questo fenomeno, ha aggiunto, condanna le aree interne all’emigrazione giovanile: «La mafia sempre impoverisce, sempre!».

La necessità di nuove generazioni libere e speranzose

Rivolgendo il suo sguardo al futuro, il messaggio di Papa Francesco sulla mafia ha evidenziato l’urgenza di formare una nuova generazione capace di prendersi cura del bene comune. «La Sicilia ha bisogno di uomini e donne che sappiano guardare al futuro con speranza, formando le nuove generazioni a essere libere e trasparenti, per debellare povertà antiche e nuove», ha affermato.

Con tono diretto, il Papa ha esortato i giovani siciliani che studiano lontano a tornare e contribuire al progresso della loro terra, evitando di disperdere altrove il loro talento. Le nuove generazioni hanno la responsabilità di resistere alle cosche mafiose e portare avanti un messaggio di bellezza e accoglienza della terra siciliana.

Migranti e integrazione: una sfida di fraternità

Le parole di Papa Francesco sulla mafia in Sicilia hanno affrontato anche il tema dell’immigrazione, richiamando il ruolo storico della Sicilia come crocevia di popoli. «Nella vostra terra approdano tanti migranti, e molti si fermano integrandosi. Vi esorto ad essere accoglienti e creativi nella fraternità», ha detto.



Ha poi sottolineato che l’accoglienza sarà tanto più fruttuosa quanto più si saprà dialogare con le culture e le religioni del Mediterraneo, facendo riferimento anche ai migranti di fede musulmana, aprendosi a una convivenza basata sulla speranza e sulla solidarietà. «Per favore, non spegniamo la speranza dei poveri, di quei poveri che sono i migranti!», ha implorato.

Formazione teologica e impegno sociale

Papa Francesco ha elogiato l’impegno dello Studio Teologico San Paolo, nato nel 1969 e diventato un punto di riferimento per la formazione accademica di presbiteri, religiosi e laici. Ha evidenziato come il dialogo tra teologia e territorio sia essenziale per rispondere alle sfide contemporanee, promuovendo uno stile di corresponsabilità e valorizzando i carismi individuali. «La missione di uno studio teologico non può ignorare il territorio in cui si trova», ha dichiarato.

L’emancipazione delle donne e la lotta alle disuguaglianze

Il Pontefice non si è soffermato solamente sulla questione giovanile e il problema della mafia, ma ha inoltre sottolineato il crescente ruolo delle donne nella vita ecclesiale siciliana, dove assumono sempre più spesso responsabilità pastorali e accademiche. «Questo è un segno dei tempi in un territorio dove la donna è stata spesso svalutata nel suo ruolo sociale», ha osservato, ricordando figure come Santa Agata e Santa Lucia, esempi di fede e coraggio.

Un appello alla speranza e alla missionarietà

Concludendo, Papa Francesco ha invitato i siciliani a non abbandonarsi alla rassegnazione, ma a coltivare la speranza. Ha citato la letteratura siciliana e i “vinti” di Giovanni Verga, esortando i presenti a superare la rassegnazione con impegno concreto e missionarietà.

«Non abbondate mai nella lamentela; andate avanti con speranza e siate missionari della speranza!», ha esclamato, proprio per sottolineare che la lotta alla mafia è una costante vertenza, che dura nel tempo e di generazione in generazione.

Un messaggio per il futuro

Il discorso del Papa ha rappresentato un invito a riflettere sui mali che affliggono la Sicilia e sull’importanza di agire con unità per superare le sfide attuali. Lotta alla mafia, integrazione dei migranti e ritorno dei giovani sono i pilastri di un futuro di speranza e solidarietà che Papa Francesco auspica per l’isola e l’intero Mezzogiorno.

Lucrezia Agliani

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