Papà eroe in India. Scava a mano la strada per mandare i figli a scuola

Fonte: Hindustan Times

L’educazione rende liberi. E’ questo che deve aver pensato il papà eroe Jalandhar Nayak. Analfabeta, si è messo a scavare a mano una strada per permettere ai figli di andare a scuola. La sua motivazione era talmente forte che, il venditore di frutta, ha alternato le sue ore lavorative a 8 ore di scavi quotidiani.




Due anni e 8 km, per fare di un papà un eroe

 

L’impresa di Nayak è durata due anni. Due anni nei quali l’uomo ha scavato a mano da zolle e roccia una strada di 8 chilometri che collega il suo villaggio di Gumsahi alla scuola di Phulbani, in India. Armato solo di piccone, zappa e scalpello l’uomo, analfabeta, ha lavorato infaticabilmente per aggirare uno sperone di roccia. Lo sperone infatti costringeva i suoi bambini ad impiegare più di tre ore per andare e venire dalle lezioni. Col sole, vento o pioggia non faceva differenza.




 

papà eroe
Fonte: News World Odisha

 

Il riconoscimento del governo

 

L’impresa del papà eroe è arrivata all’attenzione del governo grazie alla gente del posto. I suoi concittadini hanno infatti segnalato l’evento ad un quotidiano regionale che ha riportato la notizia. Il passo per arrivare al governo è avvenuto come naturale risposta alla consacrazione allo status di eroe. Il governo ha voluto dunque premiare il suo papà eroe con uno stipendio adeguato al lavoro svolto. Ma non si sono fermati lì.

Secondo quanto dichiarato dall’uomo in un’intervista rilasciata alla tv locale News World Odisha, il governatore si è incaricato di completare gli ultimi 7 km che mancano per accorciare ulteriormente le distanze.

I miei bambini avevano difficoltà a camminare sulle pietre- racconta Nayak – Li avevo visti spesso inciampare contro quelle rocce.

E il cuore di un papà, si sa, si riempie di dolore di fronte alle difficoltà dei figli. Ecco allora la decisione di impegnarsi, corpo e anima, a scavare la strada attraverso le colline.




 

La difficile vita nelle piccole comunità

 

Questa commovente storia di sacrificio porta anche all’attenzione degli occidentali la sorte delle piccole comunità che si spopolano dei vecchi abitanti a favore di più grandi e moderni centri.

Infatti Gumsahi è un villaggio talmente isolato che l’unica famiglia rimasta è proprio quella di Nayak. Il compito di garantire il diritto allo studio, creando efficaci collegamenti con le aree più remote, spetta al Governo. Ma la cause di questa assenza delle istituzioni sono molteplici, come ad esempio la corruzione.

 

Dasrath Manjhi, un altro eroe

 

L’impresa di Nayak può essere di certo paragonata a quella di Dasrath Manjhi, abitante del Bihar. Anche lui era analfabeta e di umili origini. Questa volta non agì per il bene dei propri figli ma per quello della comunità. Impiegò 22 anni nella creazione, armato di martello e scalpello, di una strada. Strada lunga 100 metri, larga nove e profonda sette. Il suo obiettivo? Accorciare da 55 a soli 15 km il tragitto dei viandanti tra Atri Wazirganj, vicino alla città di Gaia. Quando morì, in suo onore furono organizzati i funerali di Stato. Il suo feretro venne trasportato su quella strada costruita senza chiedere una rupia, per il beneficio della sua gente.

 

Lorena Bellano

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