E’ morto ieri Paolo Finzi, si è gettato sotto a un treno nei pressi di Forlì. Il suo corpo è stato identificato grazie ai documenti che portava con sé.
Paolo Finzi nasce a Milano nel 1951 in una famiglia antifascista e socialista. Quando frequenta le scuole elementari i suoi genitori fanno amicizia con i genitori anarchici di un suo compagno di classe. Sin da bambino vede sul comodino la rivista anarchica teorica Volontà con la copertina bianca e rossa. Cresce in un ambiente stimolante e curioso.
La madre di Paolo, Matilde Bassani Finzi
Matilde Bassani viene da una famiglia di intellettuali antifascisti. Si laurea in lettere e le viene negata la lode perché è ebrea. La notte dell’11 giugno 1943 finisce in carcere per aver affisso dei manifesti per ricordare Giacomo Matteotti. Viene liberata solo in seguito alla caduta di Mussolini e continua la sua attività di propaganda. Matilde scappa a Roma e continua attivamente la lotta contro il fascismo. Su Radio Londra viene trasmesso un racconto su di lei dal titolo “un’insegnante combattente”.
Matilde sposa il partigiano Ulisse Finzi e si trasferisce a Milano. Qui continua la sua partecipazione nell’Unione Donna Italiana e in alcune associazioni di donne laiche attive nella diffusione della pillola anticoncezionale. Continua a lavorare con gli insegnanti democratici.
I primi passi di Paolo Finzi
Paolo Finzi cresce in un ambiente influenzato da forti figure di riferimento antifasciste e a soli 14 anni inizia a leggere giornali comunisti. Un giorno si reca in edicola per comprare la sua solita copia e per sbaglio riceve la rivista anarchica Umanità Nova. La legge e si accorge di essere d’accordo con il suo punto di vista.
Paolo Finzi frequenta l’associazione milanese La Casa della Cultura e conosce molti compagni e compagne con le sue stesse ideologie. Tra questi incontra Giuseppe Pinelli, il suo “maestro anarchico” che muore nella notte del 15 dicembre 1969 cadendo da una finestra della questura di Milano. Quel giorno Pinelli si trovava in questura con altri 83 sospetti per la strage di Piazza Fontana.
Il 20 dicembre Paolo Finzi partecipa al funerale di Giuseppe Pinelli, questo è un evento significativo che lo rende ancora più motivato nella causa anarchica.
L’impegno anarchico
Paolo invia un articolo al giornale anarchico Internazionale e per la prima volta viene pubblicato un suo elaborato. I suoi genitori però non desiderano che lui continui a frequentare gli anarchici e lo mandano via di Milano dagli zii per le vacanze invernali.
Al ritorno dalle vacanze Paolo Finzi ritorna a scuola e continua a frequentare segretamente le sedi anarchiche, entrando nel gruppo che frequentava anche il Pinelli.
Tra il mondo del lavoro e lo studio
Paolo Finzi si iscrive alla facoltà di economia politica presso l’Università Bocconi. Lavora per vari mesi senza stipendio come porta borse di un professore ma desidera l’indipendenza economica e inizia a lavorare. Il suo impiego lo trattiene in un’agenzia pubblicitaria e inizia una carriera da libero professionista. Paolo riesce a far convivere l’attività nella comunicazione aziendale con l’impegno per la stesura di articoli nella rivista anarchica. Con il tempo riuscirà a superare i problemi di convivenza tra le due attività ben distinte.
La rivista A-anarchica
Nel 1971, poco più di un anno dopo la strage di Piazza Fontana il movimento anarchico milanese sente la necessità di creare un giornale. Fino a quel momento esce un settimanale redatto a Roma ma i giovani desiderano una rivista milanese. Non appena appurano che il movimento è appoggiato da numerosi lettori iniziano a stampare le prime copie della rivista A-anarchica. Il tempo libero di Paolo viene assorbito completamente dall’impegno nella redazione Anarchica per i successivi trent’anni.
L’amicizia con Fabrizio De André
Paolo Finzi è amico del cantautore Fabrizio De André sin dagli anni 0ttanta e afferma:
Di Fabrizio si parla, difficile si parli del suo anarchismo (…)aldilà di quello che ha detto é stato di sicuro un anarchico. E preciso, nella mia concezione, anche un anarchico .
La storia di Paolo Finzi si conclude il 21 luglio 2020, travolto da un treno. Una morte che ci lascia incerti, come la caduta del suo maestro Pinelli dal balcone della questura quel lontano 1969.
L’amministrazione del giornale Umanità Nova lo saluta così in data 21 luglio 2020:
La Redazione Collegiale e l’Amministrazione di Umanità Nova apprendono con dolore della scomparsa, avvenuta oggi, di Paolo Finzi, direttore di A – Rivista Anarchica e amico di lunga data del nostro settimanale. Ci uniamo al cordoglio e al lutto dei compagni e delle compagne della redazione di A – Rivista Anarchica e di quante e quanti lo avevano caro.
Cristina Meli