Utilizzare fonti di energia rinnovabili porta sicuramente benefici dal punto di vista ambientale, riducendo l’uso combustibili fossili ed energia nucleare. Ma il dubbio rimane: può uno Stato sfruttare solo queste fonti per soddisfare il proprio fabbisogno di energia? Il boom dei pannelli solari in Australia Meridionale sembra dimostrare di sì.
Come riporta ABC News, l’11 ottobre scorso, infatti, in Australia Meridionale, uno dei sei Stati dell’Australia, per un’ora l’energia solare prodotta era sufficiente a rispondere all’intera domanda dello Stato. Naturalmente, è solo un primo passo verso l’indipendenza dalle fonti di energia non rinnovabili. Però, il caso dei pannelli solari in Australia Meridionale è un primato mondiale. Mai nulla di simile era avvenuto.
Il ruolo dei singoli cittadini
Il dato interessante è che gran parte dell’energia solare prodotta proviene da impianti privati. Secondo l’Australian Energy Market Operator (AEMO), il 77% dell’energia prodotta l’11 ottobre giunge da pannelli solari installati sulle abitazioni dei cittadini. Il restante 23% arriva, invece, da impianti pubblici su larga scala. Addirittura, quel giorno i pannelli solari in Australia Meridionale hanno prodotto energia solare in eccesso rispetto alla richiesta. Il sovrappiù è stato ceduto allo Stato di Victoria o stoccato in particolari sistemi di accumulo. Questi dati dimostrano che, al di là degli investimenti e delle decisioni dei governi, anche i singoli cittadini hanno l’opportunità di agire concretamente in favore dell’utilizzo di energie rinnovabili.
Problemi nella gestione delle energie rinnovabili
Non tutto, però, è rose e fiori. Molti dubbi riguardo all’effettiva possibilità di soddisfare la domanda di energia di uno Stato con fonti rinnovabili sono relativi alla gestione di questo tipo di energia. Un aumento della produzione di energia solare potrebbe causare un sovraccarico alla rete che gestisce l’energia. Sovraccarico dovuto al fatto che, in quel caso, l’energia in entrata nel sistema di gestione sarebbe maggiore rispetto a quella in uscita.
Proprio per evitare problemi di questo tipo l’Australia Meridionale ha previsto per il distributore di energia SA Power Networks la possibilità di gestire da remoto ed, eventualmente, fermare la produzione di energia solare, anche privata, in caso di sovraccarico della rete. Ciò per evitare eventuali blackout causati dal sovraccarico.
Il futuro
Nonostante questi nuovi poteri conferiti a SA Power Networks, in Australia Meridionale non sembra ridursi la richiesta di pannelli solari. Tanto è vero che, in aggiunta ai 288.000 già installati (quasi un terzo delle abitazioni totali), AEMO prevede una richiesta di altri 36.000 impianti fotovoltaici nei prossimi quattordici mesi. Anche in altri Stati australiani, quali Victoria e Queensland, la produzione di energia solare sta crescendo rapidamente.
La sfida per il futuro, dunque, diventa quella di imparare a gestire meglio la produzione di energia che avviene attraverso i pannelli solari. Un passo importante sarebbe quello di trovare il modo di ridurre il costo delle batterie che servono per immagazzinare l’energia in eccesso prodotta dai singoli impianti. Così facendo, si potrebbe alleggerire la pressione esercitata dall’energia prodotta privatamente sulla rete pubblica e, contemporaneamente, si permetterebbe un utilizzo della stessa in quei momenti in cui non è possibile produrne di nuova.
Simone Guandalini