Le pandemie rappresentano da sempre una costante nella storia evolutiva dell’uomo. Con continui ritorni, hanno segnato più o meno negativamente la crescita demografica ed economica mondiale.
L’ANTICA ROMA
Le prime pandemie attestate risalgono ai tempi dell’Impero Romano. Tra quelle più letali rientra la Peste Antonina, detta anche Peste di Galeno, portata entro i confini dell’Impero intorno al 160 d.C. dai reduci degli scontri contro i Parti.
La Peste di Giustiniano ebbe conseguenze nefaste sull’intera popolazione del Medio Oriente. Di quest’ultima conosciamo anche il batterio scatenante: Yersinia Pestis, batterio responsabile della peste bubbonica, ma non solo.
Tuttavia, quello del mondo romano è uno scenario in larga parte ancora sconosciuto, in cui è difficile determinare il numero delle vittime.
LA PESTE
Pestilenze e pandemie si presentarono in maniera più o meno ricorrente fino al 750 circa, per poi sparire e diventare un lontano ricordo. Sino all’arrivo della Peste Nera, che nel 1347 fece il suo ritorno in Europa a bordo di galere genovesi in fuga dall’attuale Feodosia, sul Mar Nero, e colse tutti di sorpresa.
Tra le pestilenze del Seicento, merita menzione la peste del 1629-1630, che ben conosciamo perché raccontata dal caro Manzoni. Ebbe effetti devastanti e tragici; si pensi che solo nell’Italia settentrionale determinò la morte di circa un terzo della popolazione.
Le comunità infette furono isolate tramite cordoni sanitari, i contatti umani vennero limitati da quarantene e restrizioni e si rese necessaria la costruzione di strutture ospedaliere apposite, i lazzaretti, per occuparsi dei contagiati. Misure sviluppate per la lotta contro la peste, ancora oggi essenziali per combattere le pandemie, come quella da Covid-19.
IL COLERA
Nel corso dell’Ottocento l’Europa è costretta ad affrontare un’ulteriore minaccia: il colera. La sua avanzata iniziò in India intorno al 1817, in una fase di forte instabilità per il paese. La violenta carestia del tempo determinò la fuga di grande parte della popolazione. Questo fu per il colera un’ottima via per espandersi oltre i suoi confini.
Nel corso delle numerose epidemie di colera avvenute nel corso dell’Ottocento, in Italia si registrarono da 500 a 700 vittime circa.
L’era di questa pandemia, caratterizzata anche da nuovi mezzi di trasporto e da un’espansione potenzialmente più rapida, dimostrò anche la stretta necessità di un coordinamento dei Grandi Stati Nazionali nella lotta contro i rischi pandemici.
LA SPAGNOLA
Mentre il colera imperversava nel mondo, in Europa ci si preparava ad una nuova sfida: la Spagnola. Tra il 1918-1919 quest’influenza, partita probabilmente dagli Stati Uniti, si diffuse in tutto il mondo.
Tra tutte, quella della Spagnola fu la peggiore pandemia nella storia dell’umanità in termini di vittime, determinando dai 50 ai 100 milioni di morti in tutto il mondo.
Anche in questo caso, le misure di contenimento furono molto simili a quelle che ben conosciamo oggi: quarantena, chiusura delle scuole, delle chiese e di ogni luogo di ritrovo, obbligo di indossare le mascherine, etc…
IL NUOVO MILLENNIO
La crisi di Sars, che nel 2003 aprì il nuovo millennio, colse di sorpresa il mondo. La minaccia fu fortunatamente contenuta, causando circa 800 vittime. Così come fu possibile limitare la diffusione dell’influenza Aviaria a fine 2003 e quella dell’influenza Suina nel 2009, entrambe causate da un virus influenzale del tipo H1N1.
È stato possibile contenere anche Ebola e Mers, terribili malattie entrambe causate da un corona virus. Sino ad arrivare ad oggi e alla crisi dovuta all’ormai conosciutissimo Covid-19.
Ad oggi, è troppo presto per provare a sbilanciarsi positivamente. Siamo ancora tutti immersi in un mondo di fatiche e rinunce e bramiamo la nostra “vecchia vita”. Possiamo affermare, però, che il Covid-19 ha ribadito una lezione essenziale e ben conosciuta: per sconfiggere le pandemie occorre la coordinazione, la cooperazione e la solidarietà su scala non solo europea, ma anche e soprattutto della comunità internazionale.
Giorgia Battaglia