Gli indios Panarà del Brasile festeggiano il ventesimo anniversario del ritorno nelle loro terre.
La loro è una delle poche storie a lieto fine, in contrasto con le molte esperienze negative registrate da altre popolazioni. Infatti, molto spesso le rivendicazioni indigene sono state ignorate in favore delle industrie agricole e del legno.
Un lungo esilio
Le terre degli indios Panarà si trovano nello Stato brasiliano del Mato Grosso, nella regione del fiume Irirì, dove queste tribù hanno vissuto pacificamente, isolati ed in autonomia fino agli anni Settanta. In quegli anni, infatti, il governo brasiliano aveva deciso la costruzione dell‘arteria stradale BR163, una strada che congiunge il Brasile da Nord a Sud, sventrando l’Amazzonia. Quest’infrastruttura era stata voluta dal regime militare, instauratosi nel 1964 e rimasto al potere per circa vent’anni.
È proprio lei a segnare l’inizio di un periodo di forte crisi per gli indios. La dittatura, oltre a reprimere le libertà e ad accentuare squilibri socioeconomici di cui ancora oggi il Brasile risente, ha avuto gravi conseguenze sulla vita degli indigeni.
Nel 1977, le tribù vengono costrette a lasciare le loro terre per stabilirsi nel parco dello Xingu. Decimata da malattie, repressione armata e disperazione la popolazione era crollata da 700 individui a circa 76. Di questo periodo una superstite racconta a “La Stampa“:
” Cercavamo i nostri frutti e i nostri alberi ma non li trovavamo. La foresta non era buona, la terra non serviva a nulla, eravamo destinati a scomparire”.
Lotta e riscatto
Nonostante tutto, i Panarà hanno continuato a lottare per tornare a casa finché non hanno trovato alleati disposti ad amplificare la loro voce. Negli anni Novanta, grazie al sostegno dell‘Istituto socio-ambientale brasiliano (Isa) e di un gruppo di avvocati, hanno fatto causa allo Stato brasiliano. Gli indios hanno vinto la battaglia legale ottenendo un risarcimento pari a 300.000 euro, nonché la possibilità di tornare a casa.
Così, nel 1997, è cominciato il ripopolamento dei villaggi originari e questa tribù ha potuto tornare al suo stile di vita tradizionale. Oggi i cosiddetti “indios giganti” sono circa 500, su un’area di mezzo milione di ettari di terra.
La loro storia, per quanto rara, infonde coraggio e speranza agli altri indios che lottano per la propria terra e il proprio stile di vita.
Gessica Liberti