Palermo, nasce il teatro a domicilio: gli spettacoli arrivano sotto casa

teatro

A Palermo si inaugura il ‘’delivery show’’ per fronteggiare la chiusura delle sale. Su iniziativa dello Spazio Franco di Provinzano il teatro arriva sotto casa dei suoi spettatori.

Chi meglio di un artista può pensare a modi creativi per fronteggiare la crisi dello spettacolo? E magari innovare anche il teatro, creando un nuovo rapporto con il pubblico.

L’iniziativa è di Giuseppe Provinzano, ed è anche un appello a tutta la comunità artistica siciliana per far fronte alla chiusura dei teatri. Lo streaming, insomma, non basta: bisogna salvare la performance in quanto atto scenico dal vivo. Considerando anche che non tutti gli artisti sono appoggiati da una struttura teatrale, e dunque non dispongono dei mezzi finanziari per uno spettacolo online.

Dal 21 al 31 dicembre 2020 gli attori, i ballerini, i musicisti, i cantanti, i narratori, i performer di Regione Sicilia che hanno aderito all’iniziativa saranno sotto casa del loro pubblico, che prenoterà gli spettacoli e li guarderà da casa. A ciascuno di loro viene garantito un contributo di 150€ lordi, funzionali alla realizzazione di almeno 3 performance. Che sia dalla finestra o in un cortile, da un balcone o per strada, gli spettacoli avverranno dal vivo e – naturalmente – nel rispetto delle normative sanitarie.

Date al teatro quel che è del teatro

Con l’avvento del cinema all’inizio del secolo scorso è diventato necessario definire il teatro in modo ancora più preciso. E dunque la sua necessità di presenza fisica, di contro a tante altre attività che possono sopravvivere più facilmente alla vita online.

Non bisogna dimenticare che l’evento teatrale si basa sulla relazione tra attore e spettatore, e cioè sulla cosiddetta ‘’relazione teatrale’’. Entrambi svolgono una funzione necessaria: se l’attore è un corpo in movimento in uno spazio, con precise finalità espressive e narrative, lo spettatore è il fruitore attivo in grado di condizionarne l’andamento.

E perciò, punto primo, il teatro ha bisogno di spazio. Non solo per quanto riguarda la scenografia o il movimento degli artisti nello spazio teatrale. C’è anche tutto un discorso di acustica: di voce, di vibrazioni che si trasmettono da corpo a corpo e da attore a pubblico, e anche viceversa.

Il teatro ha bisogno di persone fisiche, perché il corpo è lo strumento con cui comunica quest’arte – voce, mimica, sguardi, luci, costumi, capacità espressive, fiato, presenza scenica.

Il teatro poi ha bisogno di tempo. E di tempi. In questo caso lo streaming diventa una gravissima sofferenza, che rischia di snaturarlo completamente.



Rispondere alla crisi

Ma ve lo immaginate Brecht a produrre nello spettatore il suo celeberrimo ‘’effetto straniamento’’ da dietro uno schermo? Anche solo suscitare forti emozioni e a turbare lo spettatore, come vuole il teatro tradizionale, diviene complicato e difficile.

Nell’Antica Grecia gli ”antenati” degli spettacoli teatrali si svolgevano sopra i carri nei giorni di festa. Dalla grande tragedia greca alla palliata latina, dalle playhouses di età elisabettiana agli spazi indipendenti degli ultimi decenni, il teatro è sopravvissuto a secoli e secoli di cambiamenti.

L’iniziativa di Palermo ci riempie di entusiasmo, ma non solo. Ci ricorda che dopo anni di incertezza rispetto alla direzione di alcuni ambiti dello spettacolo – spesso messi a dura prova da tutte le nuove tecnologie – a maggior ragione si possono e si devono salvare. Ancor di più sfruttando la propria creatività artistica.

Non dimentichiamo che questa parola ”crisi” nell’originario greco krisis non ha una connotazione di per sé negativa, ma significa letteralmente ”cambiamento”. E ha un legame diretto con il verbo krino  vale a dire ”scegliere”, ”prendere delle decisioni”. In un momento di crisi, che non è altro se non un momento di grandi cambiamenti, non bisogna far altro che prendere delle decisioni.

E cioè, in questo caso, rispondere alla crisi facendo scelte nuove e creative, che incoraggino un cambiamento verso uno scenario migliore di quello che ci lasciamo alle spalle.

“Il teatro d’avanguardia è il teatro di domani. Il guaio è che te lo fanno vedere oggi.” (Pino Caruso)

Noemi Eva Maria Filoni

 

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