Palermo: conclusa con 24 condanne l’operazione Vento

clan Amato Pagano

Con 24 condanne per i reati di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione, e 4 assoluzioni si è conclusa l’operazione Vento, iniziata dai carabinieri nell’estate del 2022 contro i membri del clan Porta Nuova di Palermo. I criminali cercavano di ottenere il controllo dei lavori di ristrutturazione di un immobile situato nel mandamento mafioso di Porta Nuova chiedendo il pizzo e minacciando gli operai del cantiere, i quali però hanno subito denunciato il tutto insieme all’imprenditore titolare dei lavori.

L’operazione Vento colpisce duramente la mafia palermitana

Si è concluso il processo in rito abbreviato scaturito dall’operazione Vento, condotta dagli agenti della Direzione Investigativa Antimafia (DIA). L’operazione era scattata nell’estate del 2022 in seguito all’omicidio dell’allora boss di Porta Nuova, Giuseppe Incontrera. Il giudice Cristina Lo Bue ha inflitto 24 condanne per i reati di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione, ai membri del clan Porta Nuova di Palermo; tra i condannati il boss Tommaso Lo Presti, considerato al vertice del mandamento mafioso di Porta Nuova, e il figlio dell’ex boss, Salvatore Incontrera. I due sconteranno rispettivamente 20 e 18 anni di reclusione.

Il processo, che infligge un duro colpo alla mafia palermitana, è però senza precedenti in quanto a costituirsi parte civile non è stato solo il proprietario dell’impresa edile che aveva in mano i lavori di ristrutturazione, ma anche gli operai del cantiere. Come riporta Addiopizzo, anch’essa costituitasi parte civile, è la prima volta che gli operai insieme al datore di lavoro decidono di non piegarsi alle intimidazioni e alla richieste di estorsione dei mafiosi, denunciandoli. La collaborazione tra magistrati, Addiopizzo, forze dell’ordine, operai ed imprenditore ha dato risultati evidenti, portando all’operazione Vento e alle 24 condanne stabilite dal giudice. Si sono dichiarati parte civile anche il Comune di Palermo, il Centro di studi Pio La Torre, il Fondo Ambiente Italiano ed Sos Impresa. Il giudice ha inoltre assolto 4 imputati.

Addiopizzo definisce il processo dell’operazione Vento come “una storia a lieto fine” ma che tuttavia “racconta in controluce la persistenza del fenomeno estorsivo nel settore dell’edilizia dove c’è bisogno che le organizzazioni datoriali del comparto e i sindacati di riferimento si facciano concretamente sentire nei confronti dei loro iscritti”.

La situazione nel palermitano

Addiopizzo analizza, in seguito alla conclusione dell’operazione Vento, questo rapporto tra la mafia locale ed il settore dell’edilizia, esprimendosi anche duramente contro coloro che non denunciano il pizzo.



“Ci sono aree della città e della provincia di Palermo dove imprenditori e operai hanno serie difficoltà a lavorare dato che altre imprese edili in cambio delle estorsioni pagate si accaparrano forniture e lavori con la protezione di Cosa nostra. Tale fenomeno non può essere ignorato visto che, oltre a colpire chi vuole fare impresa sana e lavorare onestamente, altera e sterilizza le regole del libero mercato e della concorrenza anche a danno dei cittadini e dei consumatori. I processi, celebrati negli ultimi due decenni grazie al lavoro di magistrati e forze dell’ordine e con l’ausilio di associazioni realmente operative, raccontano che a Palermo sono maturate centinaia di denunce di operatori economici che si sono opposti a Cosa nostra e che dopo tale scelta sono riusciti a proseguire la loro attività economica in condizioni di normalità“.

L’associazione poi conclude dichiarando che “c’è ancora chi paga le estorsioni e non denuncia perché ricerca, più che subisce, la ‘messa a posto’ in un contesto che non è di intimidazione e di paura ma di connivenza e convenienza. Per queste ragioni va aggiornata l’analisi e la narrazione sul fenomeno estorsivo e soprattutto sulla circostanza che chi paga e non denuncia non è sempre una vittima“.

La strada promossa da Addiopizzo, che è inoltre avvalorata dall’esito del processo dell’operazione Vento, è che denunciare è possibile ed è necessario, schierandosi uniti dalla stessa parte, sia lavoratori che imprenditori.

Marco Andreoli

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