Ennesima polemica a Palermo legata alla scuola e alla religione.
A essere messa in discussione è stato il comportamento di Angela Randazzo, dirigente dell’educandato statale “Maria Adelaide”. Questa, come ha scritto Il Fatto Quotidiano, ha accettato di concedere per un’ora a settimana alcuni locali della scuola per insegnare la religione cattolica.Tra le attività extrascolastiche, non obbligatorie, oltre a judo, a danza e a violino era possibile iscriversi a catechismo. In sostanza alla primaria dalle 8,30 alle 13 si svolgevano le lezioni. Il pomeriggio invece i bambini una volta la settimana avevano l’opportunità di seguire le lezioni di una catechista della parrocchia vicina al “Maria Adelaide”. Dopo lo scoppio della polemica, il servizio di catechismo è stato ritirato.
Vietato il catechismo in una scuola laica
Questa scelta non è però andata a genio a una delle docenti dell’educandato, Giovanna Bonafede, la quale fa anche parte della Rappresentanza sindacale unitaria. La denuncia mossa dalla docente è chiara: vietato il catechismo in una scuola laica. La missiva è stata mandata alla preside della scuola, alla dirigente regionale dell’ufficio scolastico regionale e al direttore della sede palermitana del ministero.
La lettera spiega il disappunto della docente: “L’educandato in quanto istituzione scolastica ed educativa di Stato, è inequivocabilmente laico. Non è contemplata in alcuna normativa vigente che si possano impartire lezioni di catechismo ad alunni di scuole statali inoltre le ore pomeridiane sono destinate alle attività semiconvittuali di competenza del personale educativo”. La docente chiede inoltre se i catechisti siano stati retribuiti, se via sia stato un protocollo d’intesa con la parrocchia.
La risposta della dirigente
La dirigente ha diffidato la docente in questione all’ufficio scolastico regionale e ha risposto alle sue accuse. Infatti
Al “Maria Adelaide” non si tiene alcuna lezione di catechismo. Semplicemente è stato concesso l’uso dei locali al termine del pomeriggio. Trattandosi di un’istituzione educativa abbiamo anche bambini di territori non cittadini.
L’anno scorso un cospicuo gruppo di famiglie ha evidenziato delle difficoltà a far frequentare l’attività di catechismo ai propri figli nelle parrocchie di appartenenza. A quel punto hanno ottenuto il nulla osta dei parroci delle proprie realtà per fare il catechismo presso una parrocchia vicina all’educandato. Il prete ci ha chiesto se per agevolare le famiglie fosse stato possibile usare per un’ora alla settimana i locali della scuola. Non sono state intaccate le attività scolastiche ed educative.
La Randazzo ha quindi deciso di sospendere il servizio, che probabilmente non verrà più riattiviato, nonostante le manifestate difficoltà delle famiglie. La risposta alla Bonafede è netta:
La scuola è laica, dev’essere un luogo d’inclusione e deve dare a tutti lo spazio d’accoglienza e manifestazione. Le attività semi-convittuali non sono obbligatorie. Tutto ciò che si svolge dopo le lezioni è opzionale. La nota inviata è diffamatoria, le cose dette sono pretestuose. Non c’è stata alcuna prestazione d’opera, nessun protocollo d’intesa, nessuna remunerazione. È tutto fumus gratuito che denota tanta ignoranza in materia. Il sindacato deve fare altro, tutelare i lavoratori. Se questa persona fosse stata in buona fede avrebbe chiesto delucidazioni direttamente a me.
Camilla Gaggero