Che cosa occorre per realizzare palazzi che cambiano colore? Con le attuali tecnologie sarebbe già possibile realizzare schermi che coprano l’intera facciata di un edificio, ma sarebbe estremamente complicato e costoso, niente da utilizzare per applicazioni nel mondo reale. Ora è arrivata notizia dall’università di Cambridge e precisamente dal NanoPhotonics Centre del Laboratorio Cavendish di Cambridge, dell’invenzione di una tecnologia sufficientemente economica da essere applicata su superfici flessibili di grandissime dimensioni. La ricerca è stata pubblicata su Science Advances.
Gli scienziati guidati dal professor Jeremy J. Baumberg hanno realizzato dei pixel piccolissimi, i più piccoli mai realizzati, un milione di volte più piccoli di quelli sullo schermo dei vostri smartphone.
Al centro di questi minuscoli pixel c’è una particella d’oro del diametro di pochi miliardesimi di metro, la particella poggia su una minuscola superficie riflettente mentre attorno c’è un rivestimento che cambia le sue proprietà chimiche quando attivato dalla corrente elettrica.
Il rivestimento è composto da un polimero conduttore chiamato polianilina. gli scienziati hanno poi distribuito sotto forma di aerosol questi grani d’oro rivestiti su uno specchio di plastica flessibile, inizialmente li spargevano su una superficie di alluminio, ma poi hanno scoperto che la tecnica dell’aerosol è molto più veloce e dunque più economica. Lo “strano” comportamento della luce su nanoscala permette di farla passare da un colore all’altro anche se solo un decimo della superficie riflettente è rivestito da questi pixel attivi, grazie a un effetto di risonanza, un dato essenziale per rendere la tecnologia fattibile economicamente.
Le applicazioni a cui si pensa? Come detto nel titolo una potrebbe essere realizzare pannelli della dimensione della facciata di un edificio, “palazzi che cambiano colore? per estetica?” vi chiederete, no, non solo, pensate al muro di un palazzo che può essere portato a un colore molto più chiaro, magari bianco, ma solo nelle calde giornate estive quando c’è da disperdere calore. Altre possibili applicazioni sono dispositivi di camuffamento, anche indossabili visto che si parla di supporti flessibili, c’è da scommettere che i militari saranno molto interessati.
Roberto Todini