PACIFISMO E VIOLENZA: i veri pacifisti non “lottano” solamente contro le guerre e i conflitti armati, ma anche contro ogni tipo di violenza
“Il pacifismo è una filosofia che incarna il rifiuto della guerra e diversi movimenti sociali che nel corso della storia hanno agito ed agiscono affinché tale filosofia venga messa in pratica. Il termine si riferisce a un ampio spettro di posizioni, che vanno dalla specifica condanna della guerra a un approccio totalmente nonviolento alla vita.
In definitiva, il pacifismo può avere basi etiche (la convinzione che la guerra sia moralmente sbagliata) oppure pragmatiche (la convinzione che la guerra non sia mai efficace).
Il pacifismo si esprime in un ampio ventaglio di posizioni, da quelle più moderate a quelle più estremiste. Esistono difatti specifiche concezioni di pacifismo fondate essenzialmente su credenze religiose (e quindi su basi fondamentalmente etiche), oppure su ideologie politiche (con combinazioni variabili di etica e pragmatismo).
Non solo il pacifista ritiene che la pace sia un’opzione migliore dal punto di vista morale: egli/ella ritiene anche che sia sempre la soluzione più efficace, funzionale, ovvero – banalmente – la più conveniente da tutti i punti di vista, qualora l’obiettivo da risolvere sia un conflitto. Spesso, anche se non sempre, si intreccia con l’antimilitarismo e la non-violenza.”
Da Wikipedia
Pacifismo: oltre alle guerre e ai conflitti armati
“è bene evitare di effettuare un qualsivoglia parallelo tra le situazioni di guerra e i conflitti interpersonali, aspetto, questo, piuttosto fuorviante in seno alle discussioni sulle opportunità delle varie strategie di risoluzione dei conflitti. L’unica somiglianza riscontrabile tra un conflitto bellico ed uno interpersonale risiede nella constatazione che – come in politica internazionale – la maggior parte dei conflitti interpersonali non si risolve affatto con la violenza, ma in modi pacifici (a patto di accettare di considerare le minacce un mezzo pacifico).”
Da Wikipedia
Nonostante il Pacifismo tradizionale abbia come obiettivo sia la “lotta” pacifica alla non violenza intesa in senso statale, globale ma anche locale sia una “lotta” pacifica contro le guerre e i conflitti armati, il razzismo, realtà politiche non inclusive di tutte le parti della popolazione e contro diverse ingiustizie sentite almeno da un certo numero di persone — comunità. Per questo, ho voluto dare una definizione più ampia e completa di cosa significhi abbracciare la filosofia e il movimento pacifista.
Pacifismo, una definizione più inclusiva
Ritengo infatti necessario sottolineare che il Pacifismo non dovrebbe assolutamente limitarsi alla sola lotta “pacifica” contro gli scontri armati e le guerre, al razzismo, a realtà politiche dispotiche e così via.
Un Pacifismo radicale
Inoltre, premetto: il Pacifismo di cui sto per parlare potrebbe essere considerato da alcuni come un Pacifismo MOLTO radicale, tuttavia ai miei occhi è solamente una definizione il più possibile completa e inclusiva di ogni problema sociale, che possa essere paragonata a una violenza, a una violazione dei diritti umani o a una forma di discriminazione, razzismo, sessismo, cyber bullismo, bullismo, mobbing, violenza domestica e così via. In un certo senso è il Pacifismo dei Social Justice Warriors, degli Stay Woke!, ma anche più in generale degli attivisti sociali e di tutta quella categoria di persone per cui tale termine racchiude una serie di principi che vanno oltre al semplice ideale non violento e contrario a guerre e conflitti armati. Insomma, un Pacifismo visto come importante e necessaria filosofia di vita completa e inclusiva.
Contrario alla violenza interpersonale
Infatti il vero Pacifismo, in realtà, dovrebbe essere una filosofia di vita non violenta per cui si combatte contro la violenza anche in ambito interpersonale, come ad esempio cercando sempre di risolvere i conflitti interpersonali a scuola, lavoro o in famiglia, tramite la moderata e pacifica dialettica e quindi senza ricadere in atti di violenza emotiva o verbale (ma anche fisica!), facendo prevalere invece un dialogo pacifico e moderato e non carico di pregiudizi o attacchi personali, soprattutto verso quelle categorie di persone diverse da noi.
Per la parità di diritti e contrario alla discriminazione
Il vero Pacifismo quindi sarebbe anche una lotta all’eguaglianza sia in ambito interpersonale che in un ambito locale, statale e globale. Una lotta alla parità di diritti per tutte quelle categorie solitamente emarginate e meno “eguali” agli occhi di alcune categorie di persone. Una lotta pacifica volta all’integrazione e all’accettazione di tutte le persone (e volendo, possiamo dire di tutte le categorie sociali) specialmente dei più vulnerabili o “diversi”. Infatti il vero pacifista è conscio del fatto che la discriminazione, il razzismo, il sessismo e l’esclusione (o la non inclusione) sociale sono in un certo senso forme di violenza e possono anche causare atti di violenza fisica e di gravi violazioni dei diritti umani, a livello globale, statale e locale. Promuovendo inoltre la libertà di pensiero, di religione, di stampa ecc.
Contrario allo sfruttamento in ambito lavorativo
Il vero Pacifismo è anche la lotta pacifica contro lo sfruttamento dei lavoratori e quindi delle persone stesse, a volte ridotte a condizioni di schiavismo estremo (pensiamo ad esempio a quei lavoratori italiani o stranieri che in Italia vengono pagati l’equivalente di 2 o 3 euro orari). Infatti, sfruttare e schiavizzare le persone, come purtroppo sta accadendo anche in Italia negli ultimi anni per via della crisi economica e poi del covid-19, è anch’essa una forma di violenza. Spesso purtroppo accade che questi lavoratori si ammalino o versino in condizioni di salute precarie, e non solo a causa dello stress e della depressione —che comunque possono provocare conseguenze molto negative— ma anche a causa di malattie fisiche.
Contrario alla violenza di genere
Il vero Pacifismo è anche contro la violenza di genere, e si batte per l’uguaglianza (dei diritti) di uomini e donne, senza quindi credere né al maschilismo né al femminismo ma a una via di mezzo che veda entrambi ugualmente importanti. E quindi si parla di una lotta pacifica contro la violenza domestica ad esempio, o a leggi che tutelino anche le donne, o a vedere le donne tutelate sul lavoro (ad esempio le donne in maternità) esattamente come lo sono gli uomini. Un Pacifismo che va oltre alle culture e alle religioni, per vedere il bene comune nell’uguaglianza dei sessi a prescindere da ogni singolo stato.
Contrario a bullismo, cyber-bullismo e mobbing
Il vero Pacifismo deve anche essere contro il bullismo, il mobbing, il cyber bullismo (e i leoni da tastiera, che possono esprimere la loro opinione in maniera decisamente più pacata), contro alle violenze perpetrate dalla polizia (sia fuori che dentro alle prigioni), negli ospedali e nelle scuole, ma anche contro le violenze ai danni degli animali (e in questo senso potremmo voler distinguere un Pacifismo sociale da uno animale, senza però considerare la dieta vegana); mentre dall’altra parte deve promuovere scioperi pacifici senza essere repressi dalla violenta forza statale (protestare e fare scioperi pacifici è un diritto disciplinato dall’articolo 40 della Costituzione italiana).
Contrario alla pena di morte
Il vero Pacifismo dovrebbe anche essere contro la pena di morte e possibilmente guardare alle persone con problemi di dipendenza da sostanze o da alcolici come persone da curare invece che come persone solamente da incarcerare.
Contrario quindi a ogni tipo di violenza
Il vero Pacifismo deve quindi prefiggersi di “combattere” pacificamente ogni tipo di violenza e abusi, violazioni dei diritti umani e negazione della libertà di pensiero, di azione e di stampa (e, più in generale, della libertà di per sé), non solo contro a guerre e conflitti armati.
Pacifismo vegano e ambientale?
E, sebbene il Pacifismo sia un movimento e una filosofia prettamente umana e sociale, si potrebbe anche parlare di un Pacifismo vegano e quindi rivolto anche a evitare ogni qual tipo di violenza perpetrata ai danni degli animali e/o un Pacifismo ambientale e cioè rivolto a ridurre l’inquinamento ambientale, a ridurre l’impatto negativo dell’uomo sull’ambiente e a migliorare le condizioni ambientali. Se invece al Pacifismo sociale e umano ci aggiungiamo un’impronta religiosa possiamo anche pensare che il Pacifismo sia avere compassione per l’altro e cercare di aiutare i più deboli, sfortunati, le minoranze o i bisognosi —e le persone colpite da violenza, soprusi di ogni tipo, discriminazioni eccetera, quando possibile: questa sarebbe un’accezione sicuramente più umanitaria e in un certo senso morale o etica del Pacifismo tradizionale.
Pacifismo: l’importanza di educare alla non-violenza interpersonale per evitare guerre e conflitti armati
Infine, educare le persone a lottare contro ogni forma di violenza, razzismo, sessismo, ingiustizia, prepotenza, sarebbe davvero un punto di svolta importante per le società mondiali visto che educando le persone a rifiutare la violenza in ambito interpersonale si può influenzare direttamente la visione che le persone hanno della società per avere una società contro ogni forma di violenza, sia interpersonale che globale, statale e locale.
Concludiamo con il link al secondo articolo sul Pacifismo e con una bella ma triste canzone (“Non mi avete fatto niente”, cantata a Sanremo 2018) di Ermal Meta e Fabrizio Moro contro le guerre e gli scontri armati:
Giada Vezzosi