Oggi ‘O Zulù è tornato e non farà prigionieri.
E’ questa la sintesi di “Bassi per le masse” il nuovo album di Luca ” ‘O Zulù” Persico, frontman dei 99 Posse al suo secondo album da solista.
Nell’Italia dei Salvini, dei morti in mare, delle pistole facili e dei rigurgiti fascisti, la musica di Zulù costruisce un argine di difesa, un muro tra il momento contingente della storia politica e sociale del nostro paese e l’espressione di alterità, quell’altro mondo possibile, una prospettiva e un sogno allo stesso tempo che continua ad alimentarsi.
Luca Persico, o come meglio conosciuto O’Zulù è da sempre antagonista delle forme di chiusura istituzionali e lo è stato fin dalle origini, dai primi passi mossi al centro sociale occupato autogestito “Officina 99” nella difficile periferia industriale di Napoli, nel quartiere Gianturco e nella sua lunga storia con il collettivo “99 Posse“, che proprio dal centro prende spunto.
Dopo un ventennio da baluardo della controcultura dal basso di quella famosa generazione di “Posse” e dei centri sociali fermi oppositori della repressione capitalista e addirittura tra il 2001 e il 2003 partecipa anche a svariate “missioni diplomatiche dal basso” tra l’Iraq (pre e post invasione USA), la Siria, la Giordania, il Kurdistan turco e la Palestina.
Dopo alcuni anni da solista, ma ricordiamo anche il “remake” del più famoso disco del collettivo “Curre Curre Guagliò” nella sua versione 2.0 (2014).
Con il missaggio di Madaski, le musica di Dj Spike e una lunga fila di ospiti, “Bassi per le masse” è composto da 14 tracce. Dopo il travolgente singolo “Il Traffico” con Valerio Jovine che ha anticipato l’uscita dell’album, il brano “Parole armate” accompagna l’uscita di “Bassi per le masse”. “Le parole sono armate di intenti criminali, le menti sono molto disturbate” recita il testo con il featuring della Krikka Reggae, un testo – manifesto contro le politiche di odio in Italia come nel resto d’Europa dove alle roboanti frasi dense di violenze dei leader politici si uniscono omicidi politici, stragi del mare, bombe e assassinii nei confronti dei più deboli, dei diversi e delle minoranze.
“I valori in cui mi riconosco, la mia gente, quello che ho costruito finora valgono molto di più di una mediazione, seppur piccola, sulle conquiste che abbiamo portato avanti. Tutto quello che abbiamo non possono togliercelo, se noi non glielo permettiamo” spiega Zulù. “Non ci interessa contare quanti siamo noi e quanti sono loro. Mi interessa che quello che siamo non venga intaccato da quello che ci circonda, anzi. Non faremo prigionieri” sottolinea l’autore. Non solo resistere: “ad uno scenario mondiale che sembra giochi senza frontiere” ma lanciare un’offensiva per distruggere questo scenario desolante.
In “Bassi per le masse” Zulù ha voluto chiamare intorno a sé una lunga lista di ospiti: Bunna degli Africa Unite (in Slow Motion), Valerio Jovine (in Traffico), Krikka Reggae (in Parole Armate), Fukada Tree (in Mind Control), Shanti Power (in Digitall riddim), Andy Mittoo (in One is the dancefloor), Andrea Tartaglia (in Bassess for the masses), Dj Uncino (in I’m Coming). Tra i brani anche il remake di “Cuore Nero” intitolato “Zero Padan” con Franco Ricciardi, Ivan Granatino e Fido Guido, un brano attualissimo oggi come 20 anni fa. Sempre con Franco Ricciardi è “Quanto costano e parole”, una canzone d’amore che spicca come una gemma nell’album. “Restare se stessi ad ogni costo – dice Zulù nel presentare l’album – davanti alla barbarie che ci circonda dobbiamo rimanere ciò che siamo e promuovere la nostra alterità, nella musica sicuramente ma anche nei gesti di vita quotidiana, nel come guardiamo un migrante, un senza tetto o un gay, una lesbica, nel come guardiamo alle armi e alla loro indiscriminata diffusione, bisogna farlo anche a costo di risultare marginali rispetto al mainstream, perché è da queste cose che inizia il cambiamento”.