Osvaldo: ho smesso di giocare a calcio per una sigaretta, meglio la musica

Osvaldo

Era un signor attaccante Daniel Pablo Osvaldo, argentino naturalizzato italiano, classe 1986. Forte fisicamente, propenso al gioco di squadra e capace di acrobazie spettacolari. In Italia ha giocato praticamente dappertutto: Lecce, Atalanta, Bologna, Fiorentina, Juventus, Inter e soprattutto Roma. E’ proprio nella squadra giallorossa della capitale dove ha probabilmente vissuto i momenti migliori della sua carriera e lasciato un ricordo duraturo nei tifosi. Simba lo avevano soprannominato, per via dell’esultanza simile all’ex bomber giallorosso, Gabriel Omar Batistuta, per tutti Il Re Leone.

L’ultima partita è stata a maggio del 2016: 5 minuti in Nacional-Boca Junior partita valida per la Coppa di Libertadores. Poi ha detto basta. Per colpa di una maledetta sigaretta!

Mi hanno mandato via per una sigaretta quando sapevano che fumavano tutti. Quella è stata la goccia, ma in realtà nel calcio devi vivere una vita che non è reale. Hai un prezzo, un valore e vivi di regole. Il calcio oggi è uno schifo, un freddo business e una dittatura del risultato. Nessuno pensa a come stai. Non potere uscire dopo una sconfitta, suonare la chitarra o bere una birra per me era assurdo. Per non tradire il calcio ho preferito lasciarlo”

Osvaldo e i Barrio Viejo






Animo ribelle e voglia di vita difficile da imprigionare. Il calcio era diventato un sistema troppo oppressivo per lui mentre nella musica, Osvaldo, ha trovato la giusta dimensione per lasciarsi andare ed esprimersi liberamente.

Non ero più felice. Io sono uno che vive di sentimenti e impulsività, e nel calcio di oggi non c’è nessuna della due. Mi sentivo un numero, uno che doveva segnare perché altrimenti veniva insultato. Ora sto da Dio anche se mi dicono che sono matto”.

Oggi Osvaldo è leader dei Barrio Viejo, band nata tre anni fa e attualmente in tournée proprio in Italia con 16 date (alcune già sold out) distribuite su tutta la penisola. Il titolo dell’album? Liberaciòn”. Non poteva essere nient’altro.

 

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