L’ossido di diazoto è il nuovo cattivo del cambiamento climatico

fertilizzanti con azoto

Un rivoluzionario nuovo studio appena arrivato dall’Università dell’Anglia orientale (UK) individua nell’ossido di diazoto (N2O), da non confondere col diossido di monoazoto  (N02) il nuovo cattivo del cambiamento climatico.
Secondo lo studio pubblicato su Nature forse abbiamo sottovalutato le emissioni di questo gas che è un gas serra 300 volte più potente della CO2.
Inoltre le emissioni di questo gas, che come non bastasse quanto sopra rimane pure più a lungo nell’atmosfera (oltre 100 anni) globalmente stanno aumentando.
Lo studio guidato dal dr. Parvadha Suntharalingam della scuola di scienze ambientali dell’università sopracitata è il primo completo compendio di tutte le fonti di emissione del N2O.
C’è un motivo se in apertura ho raccomandato di non confondere l’ossido di diazoto col diossido di monoazoto, il secondo infatti è prodotto da reazioni ad alta temperatura, quindi è un gas di scarico dei motori a combustione esterna.  Invece la principale fonte dell’ossido di diazoto di origine antropica è l’aggiunta di azoto ai terreni coltivati che nelle ultime quattro decadi è cresciuta del 30% arrivando alla spaventosa cifra di 7,3 teragrammi all’anno (un teragrammo equivale a 1012 grammi cioè un milione di tonnellate).
Del resto in un mondo con la popolazione in vertiginoso aumento c’è sempre più bisogno di produzione di cibo e i fertilizzanti, ricchi di azoto, sono usati sia nella produzione diretta di cibo per alimentazione umana che nella produzione del cibo per animali da allevamento.


Ancora una volta però, seguendo un trend che sta riguardando molte fonti di inquinamento negli ultimi anni, i paesi occidentali non sono i maggiori responsabili.
Le emissioni da fertilizzanti artificiali sono dominate da Cina, India e Stati Uniti, ma quelle (ingenti) dal letame usato come fertilizzante sono dominate da Africa e Sud America.
Il maggiore tasso di crescita si registra nei paesi emergenti: Brasile, Cina e India su tutti. Globalmente i più grandi inquinatori di ossido di diazoto sono i paesi del sud dell’Asia e dell’estremo oriente, l’Africa e il Sud America.
In Europa le emissioni stanno diminuendo da tempo, per vari fattori, le emissioni da parte dell’industria del nylon sono cessate spontaneamente per volontà dei produttori, in agricoltura ci si muove verso un uso sempre più razionale dei fertilizzanti per non inquinare il terreno e le acque.
I ricercatori richiamano alla necessita di trovare nuovi modi di nutrire la popolazione mondiale perché il loro studio ha rilevato che è già iniziato un effetto feedback tra atmosfera e ossido di diazoto rilasciato nei campi che sta aumentando le emissioni derivanti dall’agricoltura.

Roberto Todini

 

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